Pratovecchio e Stia in Casentino

Casentino

Il lago degli Idoli: gli Etruschi sul Falterona

Le “teofanie” del Casentino: Santuario di Santa Maria delle Grazie (Stia)

Santa Maria delle Grazie – Stia in Casentino

Lanificio Ricci – Stia in Casentino

La Verna

Il castello di Romena fra poesia e leggenda

Dante in Casentino

La via Fiorentina o del Monasteraccio o di Vallombrosa o della Verna

Le “teofanie” del Casentino: La Madonna del Bagno (Castelfocognano)

Le “teofanie” del Casentino:  Santuario di Santa Maria del Sasso (Bibbiena)

Le “teofanie” del Casentino: Santuario di Santa Maria delle Grazie (Stia)

La strada Firenze – passo della Consuma – Casentino

Casentino da scoprire: la pieve di San Martino a Vado

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La pieve di Santa Maria Assunta di Stazzema sulla valle del Vezza

Monte Forato

Da Pietrasanta ci muoviamo verso Seravezza il cui toponimo nasce dalla particolare posizione geografica tra il Serra e il Vezza i due torrenti che confluendo formano il fiume Versilia che dà il nome alla porzione nord-occidentale del territorio toscano. Subito fuori dal paese, lungo la sponda sinistra del Vezza ci accoglie, tra due lunghe strisce di prato dal verde intenso, il tracciato di accesso alla dimora estiva dei Medici: il palazzo voluto da Cosimo I fu realizzato dal celebre architetto Bartolomeo Ammannati nel 1555. Quattro massicce torri angolari attorno al cortile e al pozzo, un grande portale con lo stemma. 

Proseguiamo lungo la valle del Vezza, stretta e profonda, e verdissima in questa piovosa primavera ma ampi scorci ci riservano vedute grandiose sulle Apuane che giganteggiano sullo sfondo. Primo tra gli spettacoli naturali che ci accompagnano nel tragitto la vista del Monte Forato che deve il suo nome ad un ampio “buco” sotto l’arco che unisce due cime e, non seconda, non in ordine di maestosità e bellezza, la Pania della Croce. … Continua a leggere La pieve di Santa Maria Assunta di Stazzema

La chiesa di San Michele e il castello di Castiglioni

Da Montorsoli scendiamo verso la valle del Terzolle per poi risalire, all’altezza di Cercina, il versante a sud del Monte Morello percorrendo via di Fondalino, subito prima della magnifica pieve di Sant’Andrea.

Ma dove siamo di preciso?

Non lontani da Firenze, per un sali e scendi lungo il declivio delle amene e ridenti colline che a semicerchio coronano la città. Stradine strette, solitarie, delimitate da muretti a secco, campanili e ville sparse e campi a olivi a perdita d’occhio fino alla città che lontana definisce l’orizzonte.

Paesaggi dolci che seducono il visitatore invitandolo a restare, così oggi come nel passato quando tra il XIV e il XV secolo vennero scelti dai cittadini abbienti che vi si rifugiavano in buen retiro disseminandovi le loro eleganti magioni. E non solo. … continua a leggere La chiesa di San Michele e il castello di Castiglioni

Le apparizioni della Madonna, ovvero le “teofanie” del Casentino

di Giovanni Caselli

Teofania – San Vitale – Ravenna (mosaico VI secolo)

Legate al paganesimo sono le “teofanie” o apparizioni della Madonna che hanno luogo fra il XIV e il XV secolo, quando ancora si compivano riti pagani in certi luoghi. Le apparizioni accadevano laddove si manifestavano forze soprannaturali e la Madonna vi appariva per sconfiggere il maligno causando la costruzione di un santuario.

Le “teofanie” del Casentino: La Madonna del Bagno (Castelfocognano)

Le “teofanie” del Casentino:  Santuario di Santa Maria del Sasso (Bibbiena)

Le “teofanie” del Casentino: Santuario di Santa Maria delle Grazie (Stia)

La Madonna delle Grazie di Calleta.
Una seconda Madonna delle Grazie, venerata da pellegrini e pastori comparve ad una pastorella nel bosco sopra Calleta, ancora nel XV secolo, su di un sasso, presso una fonte perenne. Questa Madonna era festeggiata l’8 settembre di ogni anno in occasione della partenza dei pastori per la Maremma, trovandosi a qualche centinaio di metri dalla Dogana delle Pecore di Poggio Civitella. Presumo che questo luogo sacro abbia nel tempo soppiantato la Pieve di Sòcana come punto di riferimento sacro dei pastori provenienti fino dal Montefeltro e diretti in Maremma. Si narrano leggende popolari a proposito di questa Madonna che dimostrano legami con luoghi situati lungo la via dei pastori.

Campiglia Marittima, il Parco archeominerario e la Rocca di San Silvestro

galleria con punto di aerazione
Il sentiero per salire alla Rocca di San Silvestro

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San Bruzio a Magliano in Toscana

I ruderi di una chiesa del 1000 nella Maremma grossetana

Poche le notizie e gli studi su quanto rimane di una chiesa dalle caratteristiche architettoniche particolari, dall’ubicazione solitaria e suggestiva non lontano da Magliano (due chilometri circa). La si trova percorrendo. usciti da Magliano, la strada in direzione Sant’Andrea e quindi Marsiliana. Dopo il bivio, a un centinaio di metri, a sinistra una strada sterrata chiusa da una catena conduce ai ruderi della bella chiesa, a destra ad un parcheggio non molto ben segnalato. Nell’impianto richiama modelli romanico lombardi ma i capitelli presentano decorazioni ascrivibili ad un gusto francese come a San Rabano sui monti dell’Uccellina nel Parco naturale dell’Alberese. Il nome San Bruzio è una contrazione di Tiburzio, martire romano. Iniziata intorno all’anno 1000 fu terminata, o forse mai, intorno al XII secolo. … continua a leggere San Bruzio, i ruderi di una chiesa del 1000 nella Maremma grossetana

The Abbey of San Rabano (Maremma Natural Park)

Photo by Tommaso Ferrini

Parco naturale della Mremma. San Rabano

The Park, established in 1975, extends along the coastal stretch of the Maremma and, more precisely, from Principina a Mare to Talamone and to the East to the Aurelia. The central part is occupied by the Monti dell’Uccellina which often serve as a toponym for the entire Park. Precisely in this central area, about three hundred meters above sea level, between the hills of Poggio Lecci and Poggio dell’Uccellina, in an elevated position, stands what remains of a splendid Benedictine abbey from the 11th – 12th century, built in what was a strategic location that dominated the coast and the most important Roman road artery.
The entire Park is worth at least one visit both for the natural environment it hosts, the splendid coastal scenery it offers in all seasons, the beautiful watchtowers it preserves and, last but not least, the jewel that is San Rabano. A brief historical introduction to what will be illustrated below by the photo gallery that portrays, in terms more immediate than words, the architectural complex.
Documented in 1101 as “Monasterium S. Mariae in monte Arborensi positum”, its construction could date back to earlier times and was built by the Aldobrandeschi family.

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Tra le pievi del Mugello: San Giovanni in Petrojo e Sant’Andrea a Camoggiano

San Giovanni in Petroio

Il tracciato viario da Firenze a Bologna ha origini etrusco romane come vari documenti attestano. Non una sola strada, ma tante che si biforcavano per congiungersi ad altre, incrociando pievi, castellari e badie, fino a raggiungere le città o i centri religiosi o del maggiore traffico commerciale.

Vari studiosi ritengono che il tracciato medievale della via bolognese giunto in Mugello si biforcasse in due rami principali: uno verso Sant’Agata e San Piero e l’altro verso Galliano che, attraversata la Sieve a Bilancino, saliva a San Giovanni in Petrojo e da lì raggiungeva Firenze. …Continua

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Pieve di Pernina sulla Montagnola senese

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Raggiungere la pieve romanica di Pernina sa un po’ di pellegrinaggio dovendo percorrere, volendo anche a piedi, strade bianche tra verdi boschi di lecci. La posizione è piena di fascino così com’è in un’ampia radura erbosa, il grande cipresso che svetta a sinistra e l’alto campanile a destra. A pochi metri, proseguendo lungo la strada sterrata, il Romitorio di Villa Cetinale e la Scala Santa, di 200 scalini scavati nella pietra, che li unisce e, dall’altro lato, a pochi metri dalla strada provinciale, il castello di Celsa: il paesaggio è da favola ed ha un sapore magico che solo il silenzio, interrotto da brevi cinguettii, può regalare al visitatore in una surreale visione d’insieme.  … continua a leggere  Pieve di Pernina sulla Montagnola senese

La Pieve di San Giovanni Battista e di Santa Felicita a Valdicastello

img_2132Siamo a pochi chilometri da Pietrasanta lungo la valle detta Valdicastello, in origine Valle Buona. La Pieve è documentata già dall’855 ma l’aspetto attuale risale al XII secolo. Circondata dal verde di un’oliveta, occupa il lato mancino della strada che conduce a Sarzana passando per Valdicastello Carducci, toponimo legato alla casa natale del poeta, pochi chilometri più avanti. Colpisce per la posizione e per il contrasto tra il biancore della facciata e il rosso del laterizio delle monofore che si aprono sul campanile, un’ aggiunta successiva del 1583. E non solo. Semplice ma elegante con il bel rosone trecentesco, mantiene nelle mensole figurate che la abbelliscono, il suo carattere romanico.    …  continua a leggere    La Pieve di San Giovanni Battista e di Santa Felicita a Valdicastello