di Giovanni Caselli

Il solitario oratorio, si trova in un fossato a circa due Km da Montemignaio per la strada che si unisce alla Casentinese per la Consuma, dove è chiaro che vi si trovavano le Kalle cioè i punti di conta delle pecore allo scopo di riscuotere i pedaggi delle greggi dirette in Maremma che sostavano a pascolare anche sul Pratomagno durante il tragitto della Transumanza e scendendo poi a Pontassieve per il tratturo che scendeva al guado sull’Arno dalla Consuma, oppure traversando il ponte a Rignano, storico punto di dogana per le greggi provenienti dal Mugello e dalla Romagna. Tanto è vero che due antiche vie, portavano come oggi da lì e da Caiano, alla strada della Consuma presso Ponticelli in località “Le due Vie”, dove immagino vi fossero le due Kalle che danno il nome allOratorio (presso la via della Consuma si trova ancora oggi 2018 una Kalla per la conta delle pecore, miracolosamente conservata). La Via della Consuma era la via di transumanza principale dalla Romagna all’Appennino di Camaldoli a Pontassieve dove traversato l’Arno al guado, si prendeva la Via Maremmana per San Donato in Collina.
Non si conoscono le origini di questo Oratorio, si narra però che un certo Domenico Quarati di Montemignaio, recatosi in pellegrinaggio a Roma in occasione del Giubileo del 1425, tornò con una tavola dipinta della Madonna che causò la costruzione dell’oratorio per la venerazione di questa immagine ritenuta miracolosa, da parte di fedeli e pellegrini. L’Oratorio godeva di discrete rendite che i devoti donavano, allora il Vescovo di Fiesole si peritò di nominare un Rettore o custode. Nel 1728 giunse qui un singolare personaggio, Dal nome di Fra Michele Kalbermater, che era lo pseudonimo del Conte Cesare Solario di Villanova, di una nobilissima famiglia originaria di Asti e vicina alla Famiglia Reale.

Nel 1726 il conte rivela alla moglie il suo disegno di condurre vita eremitica. Abbandona la famiglia e lasciati i suoi beni si reca in pellegrinaggio a Roma dove ottiene dal Papa il permesso di vestire l’abito eremitico. Conduce dapprima vita eremitica nelle montagne di Todi, quindi a Loreto ed infine, su consiglio di una persona giunge nel 1728 in Casentino e trova un luogo ideale nel Romitorio di Santa Maria delle Calle. Ottenendo il benestare dal Vescovo di Fiesole, all’età di 36 anni lì si ritira. Il conte visse per ben 42 anni nel piccolo romitorio dietro la chiesa, nel fossato del Tiglieto. Allontanandosene solo per chiedere elemosine. Il conte piemontese condusse vita da anacoreta fino alla morte avvenuta in età di 80 ani nel 1770. Solo in punto di morte l’eremita rivelò la sua identità. In questo luogo si succedettero numerosi eremiti casentinesi e non, fino al 1946. All’interno dell’interessante edificio della cappella si trova una riproduzione della tavola della Madonna datata al XIV secolo, il cui originale, dopo un furto e ritrovamento, nella Pieve di Montemignaio. Il dipinto a tempera è stato attribuito a Jacopo Franchi, un artista tardo gotico fiorentino legato a Lorenzo Monaco. E’ da notare che in prossimità della via della Consuma, vicino alla convergenza della Strada di Montemignaio e quella di Caiano si trova ancora oggi una”calla” per la conta delle pecore, che si compone di un recinto consistente in una staccionata di pali che si restringe a formare un corridoio o passaggio obbligato che consente il transito di un gregge in fila indiana, per facilitare la conta delle pecore.
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