di Giovanni Caselli

Un tratto della strada da Firenze alla Verna

Attribuisco questo nome, ricavato dal Catasto preunitario della Toscana dove questa via è così definita in vari luoghi anche a grande distanza da Firenze. Altri nomi sono Via del Monasteraccio, Via di Vallombrosa, Via Vecchia della Verna ecc. Da anni conosco un sentiero con lunghi tratti lastricati in vario modo che iniziando dal cimitero di Paterno, presso la Via Vecchia Aretina, passa il confine comunale Bagno a Ripoli-Rignano in località Poggio Gorioli, poco a nord del passo di San Donato in Collina in un crocevia che le toponomastica chiama Poggio Crocifero. Qui questa via incrocia l’antichissima via di crinale che ho definito Via Tirrenica, nella sue variante che discende a Compiobbi dalle colline sopra Fiesole e precisamente da San Clemente. Su questo incrocio chi scrive ha rilevato tutto un sistema di antropizzazione che ad oggi non è stato completamente acquisito. Sul Poggio Crucifero furono raccolti frammenti di ceramiche etrusche e romane tra i quali terra sigillata decorata ed etrusco-campana.

Sul poggio Gorioli furono raccolte notevoli quantità di frammenti di anfore di ceramica bianca del Valdarno ed etrusco campana, nonché figulina, probabilmente messa in luce facendo buche per piantare alberi che non attecchirono a causa del suolo molto sassoso e sterile. Inoltre, il crinale delle colline che dividono i due territori municipali collima col confine diocesano Firenze-Fiesole e per alcune centinaia di metri questo confine porta tracce di un muro, costretto “a sacco” di 1,50 m di spessore. Sul vicino Montecucco, una collina con sommità artificialmente livellata, che la strada costeggia da sud, situata a circa 200 m prima del passo per chi viene da Firenze, esistono cospicue rovine di un castelletto. Si tratta di una cinta muraria quadrangolare a secco con orientamento est-ovest con un torre sull’angolo nord-est ed edifici addossati all’ interno della cinta, e tracce di insediamento sul pianoro esterno ad ovest della cinta, dove era l’accesso all’area fortificata. A parte i frammenti di maiolica arcaica decorata rivenuti all’interno di un vano addossato alla cinta, alla profondità di circa 2 m rivenimmo frammenti di vetro e residui di arnesi metallici forse di un falegname. Verso il centro della cinta rinvenimmo i resti di un forno da pane e l’architrave curvo di una feritoia. Si presume che la costruzione risalga al X secolo, i numerosi pezzi di tegole romane rinvenuti ovunque inducono a ritenere plausibile un recupero di materiale da costruzione dalle rovine di una villa rustica romana rinvenute a Vicoli, una casa colonica situata a qualche centinaio di metri più in basso in direzione ovest. Dove abbiamo rilevato un muro che fa da terrazzamento dei campi in opus reticolatum, tessere di mosaico, frammenti di marmo e una epigrafia frammentaria. Oltre il passo di Gorioli, il lastrico scende a fianco delle rovine del Monasteraccio di Casigliano. Quindi continua in piano attraverso una boscaglia di quercioli fino a Moriamo, poi termina sull’Arno di rimpetto a Sant’Ellero dove era un antico ponte, poi sostituito da quello di Rignano.

Castello di Sant’Ellero

A Sant’Ellero vi è una torre dei Guidi. Da Sant Ellero la via continua per Pian della Meta, verso Tosi dove il tipo di lastrico appare essere di fattura romana, con basoli e cordoli laterali, il percorso sale gradualmente tra gli abeti fino al monastero di Vallombrosa da dove descrivendo un’ampia curva verso nord raggiunge l’antico Passo della Croce Vecchia. e scende alla Pieve di Montemignaio, dove in basso sul torrente c’è un ponte tardo medievale dal quale la strada traversa l’attuale viabilità per transitare a mezza costa della montagna in parallelo con bellissimi lastricati di varie epoche, recentemente disinterrati da un gruppo di volontari.

Montemignaio

La strada antica scende a Pagliericcio col percorso attuale fino a Prato di Strada e quindi Strada traversando il ponte sul Solano e risalendo con un percorso assai più in basso del Castello di San Niccolò, per raggiungere Groville ed immettersi nella strada attuale per Strumi. Una alternativa salirebbe e a Filetto per ridiscendere sempre a Groville. dall’attuale strada di struzzi un a via ciottolata si dirige dritta verso il Solano dove si trova il guado che da il nome alla vicina Pieve di San Martino a Vado Oltre il guado la via presunte Flam invia Minore da Arezzo, raggiunge Romena.
Facendo un passo indietro, secondo Alvato Tracchi, il percorso descritto da Croce a Varliano fino ad incontrare la Cassia Vetus verso Tosi sarebbe un diverticolo romano per raggiungere Firenze più celermente dalla vecchia via romana. Ma dato che questa via basolata e lastricata continua ininterrotta fino a Strada in Casentino è da supporre che essa servisse di collegamento anche con la Via Flaminia Minore che risale il Casentino da Arezzo, ammesso che essa sia tale Flaminia. La carta qui pubblicata chiarirà assai bene questi percorsi incrociati. Arrivata a Poppi questa via pare traversasse l’Arno di fronte all’estuario del torrente Sova e oltre l’Arno voltava a destra e arrivava al torrente Rignano dove ancora esiste un ponte dietro il cementificio Baracchi, da lì traversata la SS 71 passava per Camprena, traversava l’Archiamo e raggiungeva, non conosciamo ancora l’itinerario preciso, da Catarsena, il Bivio di Banzena, scendeva sul Torrente Corsalone a Casa Fiume, risaliva a Montesecco, Formicola, Tramoggiano seguiva il Fosso Orcine per Il Casone, e La Beccia a la Verna, da dove prendendo la via di Compito e Pieve S. Stefano raggiungeva Borgo San Sepolcro. Oggi questo itinerario, con il nome di Via Ghibellina serve per il pellegrinaggio da Firenze and Assisi.