Toponimi tra Firenze e Sesto Fiorentino

di Salvina Pizzuoli

La storia nei toponimi: tra Firenze e Sesto Fiorentino

Careggi, Cafaggio, Querceto, Ceppeto, Colonnata, Rimaggio, Pescina, Padule, toponimi familiari alle nostre orecchie e che sappiamo anche localizzare, ma la cui storia si perde in tempi lontani. Eppure a saperli “leggere” possono raccontarci in modo interessante fatti e avvenimenti ad essi riconducibili, ai loro nomi, perché di questo si tratta, di denominazioni nate dalla necessità di chiamare una realtà geografica e nello stesso tempo storica.

Siamo intorno al VI secolo d.C., all’arrivo dei Longobardi dopo la caduta dell’Impero romano d’Occidente; le campagne intorno alla città di Firenze, l’antica Florentia, soffrono l’abbandono e l’impaludamento ad opera delle acque che, scendendo dal monte, riconquistano quella pianura bonificata dalla centuriazione romana, fenomeno che resta indicato nei toponimi di Pescina o Padule, mentre i monti si ricoprono nuovamente di boschi fitti che si identificano nelle denominazioni Querceto, Ceppeto o Lecceto a seconda della tipologia arborea.    …  continua a leggere    La storia nei toponimi: tra Firenze e Sesto Fiorentino

 

Il lanificio Ricci a Stia in Casentino

Archeologia industriale in Toscana

di Alessandro Ferrini

La produzione di stoffe di lana del Casentino, dai caratteristici colori accesi, costituisce una tradizione che si perpetua nei secoli, fin dall’epoca etrusca e romana: abbondante è la documentazione che prova l’esistenza di antiche gualchiere situate lungo il torrente Staggia. Documenti del XIV secolo attestano che gli abitanti del castello di Palagio Fiorentino, come veniva chiamata all’epoca Stia, pagavano le tasse a Firenze con panni di lana. Con la stessa lana si tessevano le tonache dei frati dell’Eremo di Camaldoli e successivamente anche della Verna e i primi abiti realizzati non a caso erano piuttosto simili, per forma e per colori (“fratino”, “bigio” e “topo”), al saio dei francescani.    … continua a leggere     Lanificio Ricci – Stia in Casentino

L’assedio di Firenze del 1529 e l’eccidio di Lastra a Signa

Giovanni Stradano, L’assedio di Firenze (1555, Firenze Palazzo Vecchio, Sala di Clemente VII)

Nel 1529 le truppe dell’esercito di Carlo V assediavano Firenze. Dopo il Sacco di Roma e a seguito della pace siglata a Barcellona, l’imperatore si era riappacificato con papa Clemente VII; tra le clausole dell’accordo c’era quella di ristabilire la dominazione dei Medici a Firenze da dove erano stati cacciati ed era stata proclamata la Repubblica. In cambio il Pontefice lo avrebbe incoronato imperatore come di fatto avvenne l’anno successivo a Bologna. Firenze resistette a lungo all’assedio delle truppe imperiali finché il 12 agosto 1530, presso la chiesa di Santa Margherita a Montici fu siglata la resa.

Una delle prime tragiche battaglie combattute durante questa guerra fu quella di Lastra a Signa    … continua a leggere  L’eccidio di Lastra a Signa durante l’assedio di Firenze del 1529 

Marina di Pisa o Bocca d’Arno nel 1899

da:  Guido Carocci, Bagni e villeggiature in Toscana, Firenze 1899

Carta Topografica d’Italia, San Rossore, Bocca d’Arno (1878)

“Comune di Pisa. Stazione della linea tramviaria Pontedera-Pisa-Marina. Ufficio di Posta e Telegrafo.

Il suolo sul quale sorge ora il popolato paese di Marina non può avere una storia sua propria, perché esso è stato conquistato al mare dalle arene che l’Arno trasporta e le onde agitate rigettano verso terra.
Diciotto secoli addietro il mare non distava da Pisa che tre chilometri appena, nel XII secolo la distanza era aumentata fino a 6 chilometri, oggi la foce dell’Arno è lungi da Pisa 10 chilometri e mezzo.

Nel XII secolo fu costruito presso la bocca d’Arno lo Spedaletto di S. Croce per accogliervi coloro che si recavano al mare o che dal mare giungevano malaticci ed egri e nel secolo successivo allo Spedale si aggiunse un monastero dove per qualche tempo stettero le monache cistercensi trasferitesi dipoi a S. Bernardo di Pisa.
In tempi più moderni, fu costruito alla foce dell’Arno un torrino per la difesa e sorveglianza della costa, dove stavano un ufficiale con pochi soldati di guardia. Ed ecco tutte le notizie storiche della Marina di Pisa. … “

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Pratovecchio e Stia in Casentino

Casentino

Il lago degli Idoli: gli Etruschi sul Falterona

Le “teofanie” del Casentino: Santuario di Santa Maria delle Grazie (Stia)

Santa Maria delle Grazie – Stia in Casentino

Lanificio Ricci – Stia in Casentino

La Verna

Il castello di Romena fra poesia e leggenda

Dante in Casentino

La via Fiorentina o del Monasteraccio o di Vallombrosa o della Verna

Le “teofanie” del Casentino: La Madonna del Bagno (Castelfocognano)

Le “teofanie” del Casentino:  Santuario di Santa Maria del Sasso (Bibbiena)

Le “teofanie” del Casentino: Santuario di Santa Maria delle Grazie (Stia)

La strada Firenze – passo della Consuma – Casentino

Casentino da scoprire: la pieve di San Martino a Vado

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Il Balipedio di Viareggio

di: Guglielmo Evangelista

Il termine balipedio, del tutto inusuale al di fuori dell’ambito militare, mutuato dal greco antico e con significato letterale di “campo di tiro”, si riferisce ad un’area dove vengono sperimentate artiglierie e munizioni, specialmente se di nuova acquisizione, testandone le prestazioni, pregi e difetti  in vista del loro impiego operativo.
All’indomani dell’unità d’Italia Viareggio fu scelta come sede del principale Balipedio della Regia Marina per diversi motivi: la presenza di grandi aree boschive e spiagge disabitate a sud della città, la vicinanza con La Spezia che permetteva il rapido collegamento con i comandi che vi avevano sede e la sua posizione facilmente raggiungibile, tanto che fu anche costruito un raccordo ferroviario con la stazione che permetteva il comodo spostamento di carichi pesanti.
Infine, ma non ultima, la potenziale presenza di abbondante manodopera.

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Le apparizioni della Madonna, ovvero le “teofanie” del Casentino

di Giovanni Caselli

Teofania – San Vitale – Ravenna (mosaico VI secolo)

Legate al paganesimo sono le “teofanie” o apparizioni della Madonna che hanno luogo fra il XIV e il XV secolo, quando ancora si compivano riti pagani in certi luoghi. Le apparizioni accadevano laddove si manifestavano forze soprannaturali e la Madonna vi appariva per sconfiggere il maligno causando la costruzione di un santuario.

Le “teofanie” del Casentino: La Madonna del Bagno (Castelfocognano)

Le “teofanie” del Casentino:  Santuario di Santa Maria del Sasso (Bibbiena)

Le “teofanie” del Casentino: Santuario di Santa Maria delle Grazie (Stia)

La Madonna delle Grazie di Calleta.
Una seconda Madonna delle Grazie, venerata da pellegrini e pastori comparve ad una pastorella nel bosco sopra Calleta, ancora nel XV secolo, su di un sasso, presso una fonte perenne. Questa Madonna era festeggiata l’8 settembre di ogni anno in occasione della partenza dei pastori per la Maremma, trovandosi a qualche centinaio di metri dalla Dogana delle Pecore di Poggio Civitella. Presumo che questo luogo sacro abbia nel tempo soppiantato la Pieve di Sòcana come punto di riferimento sacro dei pastori provenienti fino dal Montefeltro e diretti in Maremma. Si narrano leggende popolari a proposito di questa Madonna che dimostrano legami con luoghi situati lungo la via dei pastori.

Grosseto, capitale della Maremma: Storia e geografia di una città munita

di Salvina Pizzuoli

La pianura di Grosseto e la foce dell’Ombrone (sec. XVII)

Quella che oggi conosciamo come la fertile piana dove sorge la città di Grosseto ha subito nel corso dei secoli varie e profonde trasformazioni geografiche e di conseguenza storiche: la geografia di un territorio segna e detta le sue leggi modellando e modificando non solo gli ambienti naturali ma influenzandone gli avvenimenti e, in alcuni casi, decretando la disfatta o la nascita di insediamenti umani o alterne vicende legate ora all’una ora all’altra. È questo il caso di Grosseto. … Continua

Badia Prataglia a fine Ottocento

da: Guido Carocci, Bagni e villeggiature in Toscana, Firenze 1899

Badia Prataglia in una foto d’epoca

Villaggio in Provincia di Arezzo, Comune di Poppi.
Era un’ antichissima abazia di Benedettini della quale si hanno memorie anteriori alla fondazione dell’Eremo di Camaldoli. Era sorta colle donazioni di antichi signori Longobardi ed Elemberto vescovo d’Arezzo la ingrandì e la accrebbe di rendite nel 1008 consegnandola ai monaci Benedettini. Questi vi rimasero fino al 1157 epoca nella quale Papa Adriano IV assegnò la Badia ai frati di Camaldoli. I Conti Guidi e molte altre fra le più cospicue famiglie del Casentino fecero generose donazioni alla Badia di Prataglia la quale ebbe cosi possessi estesissimi che furono riuniti sotto il titolo di Contea. …

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Abetone o Boscolungo nel 1899

da: Guido Carocci, Bagni e villeggiature in Toscana, Firenze 1899

“Borghetto nel Comune di Cutigliano, Circondario di Pistoia, sulla via nazionale Modenese Ufficio di Posta e telegrafo. Da un colossale abeto che sorgeva in questa parte eminente dell’Appennino Pistoiese e che venne atterrato nella costruzione della strada Modenese, opera colossale compiuta nel 1778 per ordine di Leopoldo I dall’ingegnere Leopoldo Ximenes, prese nome il borghetto sorto in quell’epoca nel luogo dove fu istituita una dogana di confine. Così il nome di Boscolungo che indifferentemente vien dato a questo luogo, derivò da un lungo bosco di abeti che ricopre il crinale del monte.
Oltre al fabbricato della Dogana e ad altre casette, il Granduca fece erigere in questo luogo nel 1782 la chiesa parrocchiale che fu dedicata a S. Leopoldo a ricordanza di quel sovrano liberale e munificentissimo che di tante opere utilissime corredò la Toscana. … continua a leggere Abetone o Boscolungo nel 1899