di Alessandro Ferrini
Dopo la metà del Settecento la Toscana fu coinvolta in una fortunata rivoluzione del sistema stradale, e non solo. I granduchi di Lorena, così come altri sovrani europei progressisti, influenzati dal nuovo pensiero illuminista, erano convinti che per avviarsi verso lo sviluppo economico e sociale anche la Toscana dovesse attuare profonde riforme e dotarsi di moderne infrastrutture superando le vecchie concezioni dell’ancient regime. Anche l’area del Mugello beneficiò di questo spirito di rinnovamento.

Se ripercorriamo la storia della vallata del Mugello la scopriamo popolata fin da tempi antichissimi; poi in epoca etrusca sorsero numerosi insediamenti di cui permangono importanti testimonianze: nel II° secolo a.C., in epoca romana, sorse l’importante centro di Anneianum (più o meno nella zona di Borgo San Lorenzo), sul punto dove la via Faventina che collegava la p iana di Firenze con Ronta, Faenza e Bologna, attraversa la Sieve. Questa strada costruita fra il II° e il I° secolo a.C. su un precedente percorso etrusco rappresentò sempre una importantissima arteria sia commerciale che militare. L’altra strada consolare che attraversava il Mugello era la Flaminia militaris (o Flaminia minor per distinguerla dall’altra più famosa che attraverso l’Umbria congiungeva Roma con l’Adriatico), da Firenze a Bologna costruita dal console Flaminio nel 187 a.C.; di questa, che in parte seguiva il tracciato che ancora oggi percorre la via bolognese e valicava l’Appennino nei pressi della Futa, rimangono importanti resti. … continua a leggere La viabilità del Mugello prima del Settecento