Il Cappello di paglia di Firenze: un’antica manifattura toscana

Calendimaggio
impazza per le strade.
[…]
E in queste circostanze    

la paglia di Firenze     
è proprio quello
che ci vuol.

Museo della paglia e dell’intreccio Signa.

Il cappello di paglia di Firenze
è proprio adatto per tutte le evenienze.
Per parlarsi, per amarsi,
per baciarsi impunemente
sotto il naso della gente.

Così cantava Odoardo Spadaro. Ma il cappello di paglia era già stato protagonista in altre opere: il maestro Nino Rota aveva messo in musica e rappresentato un libretto, proprio e della madre scritto nel 1945; “Un cappello di paglia di Firenze” si intitolava una commedia di Eugene Labiche del 1851con il titolo originale di “Un chapeau de paille d’Italie” da cui sarebbe stato tratto un film, muto, nel 1928 e diretto da René Clair.

Una breve cronistoria che racconta quanto il cappello di paglia fosse di moda e conosciuto e usato e diffuso non solo in Toscana.  …  continua a leggere    Il Cappello di paglia di Firenze: un’antica manifattura toscana

Il tracciato della Cassia antica nel territorio di Firenze

L’antico tracciato della via Cassia, quello segnato in epoca romana, corrisponde solo molto parzialmente a quello di oggi che invece passa per Siena e che si andò delineando in piena età medievale, in parte seguendo il percorso della assai frequentata via Francigena.

La via antica passava invece per Chiusi, Arezzo  e  Firenze: quest’ultimo tratto era di 50 miglia (74 km), secondo quanto riportato dall’Itinerarium Antonini, attraversava il Valdarno seguendo la vecchia strada etrusca lungo le pendici appenniniche, sul percorso dell’odierna strada dei Sette Ponti che collegava Arezzo e Fiesole.

La strada consolare, che proseguiva poi verso Prato, Pistoia e Lucca, a ovest di Firenze, fino a Prato servì di base per la divisione dell’agro in centurie al  momento  della  nascita  della  colonia  di “Florentia” come ancora oggi appare ben visibile dalle foto aeree.

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La Fonderia del Pignone a Città del Messico

foto inviate da Fabrizio Laurenti*

L’ingegnere cui si deve la realizzazione a Città del Messico e del Palazzo delle Poste, in queste foto documentato, e di molte altre costruzioni, è il Ferrarese Adamo Boeri. Nato nel 1863, compiuti gli studi, partì per l’America latina che offriva ampie possibilità di lavoro. Partecipò al concorso internazionale per la realizzazione del Teatro nazionale, ora palazzo delle Belle Arti, in cui risultò vincitore (1904). Oltre a questa, che è la sua opera principale, tra i numerosi lavori, il palazzo delle Poste, in stile veneziano (1902-1907)

Colpisce trovare impressa la dicitura “Fonderia del Pignone. Firenze Italia” a così tanti chilometri di distanza e addirittura un oceano tra i due mondi…

*Ringraziamo Fabrizio Laurenti per averci inviato le foto a documento

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 La fonderia del Pignone nel periodo di Firenze capitale

I luoghi del Decameron: Peretola e la gru di Chichibio

di Alessandro Ferrini

Chichibio, cuoco di Currado Gianfigliazzi, con una presta parola a sua salute l’ira di Currado volge in riso, e sé campa dalla mala ventura minacciatagli da Currado.

È la quarta novella della sesta giornata del Decameron.

Corrado Gianfiglaizzi, nobile cittadino proprietario di vari terreni nella zona di Peretola, si dilettava come i suoi pari nella caccia col falcone. Un giorno catturò una gru nelle aree lacustri caratteristiche della piana e la mandò al suo cuoco, un uomo di origine veneziana, perché la cucinasse.

Peretola, insediamento di origine etrusca, rappresentava un’area densamente coltivata e popolata da varie case coloniche fattorie e ville, tra cui quella della famiglia Vespucci, racchiusa fra la via pistoiese a sud e a settentrione dall’antica via Cassia vetus di origine romana che usciva da Firenze al ponte di Rifredi e continuava verso Lucca attraversando varie località che presero il nome dalle pietre miliari della strada: Quarto, Quinto, Sesto, Settimello. Il borgo di Peretola è menzioanto per la prima volta in un documento del 1178 e il toponimo pare derivi dalle numerose piante di pero presenti nel territorio. … continua a leggere I luoghi del Decameron: Peretola e la gru di Chichibio

Firenze in epoca romana

Area attuale occupata dall’antico teatro

Non ci sono testimonianze scritte sull’origine del villaggio che poi si trasformò nei secoli nella città di Firenze. I pochi indizi vanno ricercati nei reperti archeologici. Vi si successero gruppi italici probabilmente provenienti dagli Appennini nei pressi del guado sul fiume Arno, ai piedi del colle di Fiesole, e fu sicuramente frequentata dagli Etruschi; a partire infatti dal IX secolo a.C. la presenza di un guado sul fiume aveva favorito questo stanziamento, anche se la zona era paludosa sia a causa dei molti ruscelli che dalle colline circostanti confluivano nell’Arno sia dalle frequenti piene del fiume che inondavano i terreni circostanti e dalle varie ramificazioni in cui il suo corso si divideva. La prima notizia abbastanza certa sulla fondazione della colonia romana la fa risalire al I° secolo a.C. (si pensa a opera di Cesare nel 59 a.C. per dare la terra ai veterani, ma anche su questo punto non tutti concordano, alcuni la fanno risalire all’epoca di Silla altri ad Ottaviano durante gli anni del secondo triumvirato). Il centro della centuriazione, ossia dove il cardus maximus (via Roma e via Calimala in direzione nord-sud) e il decumanus maximus (via del Corso e via Strozzi in direzione est-ovest) si incontravano era situato nella zona dell’odierna piazza della Repubblica dove sorgeva il foro. … continua a leggere Firenze in epoca romana

I luoghi del Decameron: le chiese fiorentine

Giovanni Boccaccio (Andrea del Castagno 1450 – Galleria degli Uffizi)

Le cento novelle dell’opera del Boccaccio sono in buona parte ambientate in Toscana e molte a Firenze.

Le chiese fiorentine del Decameron

Proprio in una chiesa, quella di Santa Maria Novella, ha inizio il Decameron. Lì si incontrano le sette fanciulle e i tre giovani che per sfuggire alla peste si rifugiano in una villa di campagna per dieci giorni e durante quel periodo si intrattengono piacevolmente narrando le novelle.

Così scrive il Boccaccio nell’Introduzione: … continua a leggere I luoghi del Decameron: le chiese fiorentine

A Firenze Santa Felicita, una delle chiese più antiche della città, e gli affreschi del Pontormo

di Salvina Pizzuoli

Quasi ci si passa accanto senza notarla eppure il grande portico non è senza pregio e meriterebbe di soffermarsi.

Ma dove siamo di preciso?

Siamo in via de’ Guicciardini una dirittura che porta a Ponte Vecchio da una parte e a Palazzo Pitti dall’altra. La piazzetta omonima che ospita la chiesa è sottolineata da una colonna di granito datata XIV secolo. Sullo sfondo della piazzetta la chiesa con il suo bel portico vasariano e, se si solleva il naso all’insù, con il più famoso Corridoio che lo sovrasta.

La bella chiesa, che come uno scrigno contiene molte e notevoli opere d’arte per non parlare degli impareggiabili affreschi del Pontormo, si situa tra il Ponte Vecchio simbolo della città e Palazzo Pitti con il meraviglioso Giardino di Boboli, affonda le sue origini nel lontano periodo paleocristiano e, come sottolinea il Lopes*, è una tra le più antiche della città, se non la più antica:

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Immagini di Firenze capitale

La pagina è stata completamente aggiornata, arricchita di immagini, disegni e nuovi articoli:

Firenze capitale nei pittori del tempo

Pianta di firenze - Map of Florence 1864
Pianta di Firenze – Map of Florence 1864 (clicca sull’immagine per ingrandirla)

Firenze ai tempi del Granduca in una Guida del 1841

Foto e disegni ai tempi di Firenze capitale

Fatti e Fattacci al tempo di Firenze capitale (1865-1870)

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I tumulti di maggio 1898 a Firenze

di Alessandro Ferrini

Disegno di Achille Beltramo per la “Domenica del Corriere”

Che dopo l’unità d’Italia le condizioni delle classi subalterne andassero via via peggiorando è purtroppo un dato di fatto: il tentativo di risanare il bilancio dello Stato, il cui debito esorbitante dopo l’unificazione era ulteriormente salito per gli investimenti nella costruzione di nuove infrastrutture e nella riorganizzazione della pubblica amministrazione, essenzialmente gravando sulle classi operaie e contadine, provocò numerose rivolte e altrettante sanguinose repressioni. I governi che si susseguirono negli ultimi decenni dell’Ottocento anziché avviarsi sulla strada di adeguate riforme che permettessero una più equilibrata redistribuzione del reddito ricorsero sempre più frequentemente a una pesantissima tassazione indiretta e alla repressione violenta di ogni protesta (tanto per citarne alcune la tassa sul macinato o quella sulla pece ricordate dal Verga nei Malavoglia). Probabilmente proprio questo atteggiamento di insensibile chiusura ha poi ingenerato nel carattere degli italiani una profonda sfiducia, che ancora oggi percepiamo, nell’apparato dello Stato, nei politici e nei funzionari pubblici in generale. … continua a leggere I tumulti di maggio 1898 a Firenze

Una lettura geo-storica del territorio fiorentino

del prof. Giovanni Caselli

Territorio di Firenze, Prato e Pistoia in una antica carta (clicca sull’immagine per ingrandire)

Il territorio, che si estende tutto attorno a Firenze e che le nostre vie traversano per diversi chilometri, contiene i resti archeologici che per secoli e secoli hanno caratterizzato la vita e il lavoro di chi viveva in campagna con il sistema della “mezzadria”. Chi non lo conosce, perché è troppo giovane per averlo visto, ma ne ha letto e anche studiato, lo descrive come “il paesaggio della mezzadria” che oggi ha solo lasciato pochi residui. La mezzadria era un sistema di produzione, anzi un sistema di vita, quando la nostra vita consisteva essenzialmente di produzione ai fini della riproduzione, che risale alla preistoria ed esisteva in epoca etrusca. La mezzadria era il sistema istituzionalizzato che caratterizzava il rapporto tra il contadino e il proprietario del terreno. Nell’epoca precedente all’ellenismo, ossia alla conquista della Persia da parte di Alessandro Magno, da noi l’epoca etrusca arcaica, fino al IV secolo a.C., la terra apparteneva agli dei che avevano un rapporto diretto con i sacerdoti che con gli dei comunicavano. … continua a leggere Una lettura geo-storica del territorio fiorentino