di Barbara Carraresi

 

Bolgheri, il viale dei cipressi cantato da Carducci nella celebre ode “Davanti a San Guido”

Di cima al poggio, allor dal cimitero,

giù de cipressi per la verde via,

alta, solenne, vestita di nero

parvemi riveder nonna Lucia

(da Carducci, Davanti a San Guido)

Era una donna forte Lucia Galleni, nonna di Carducci. Lo si capisce dai versi della poesia “Davanti San Guido” ma anche dalla statua eretta in suo onore nella piazza centrale del paese ad opera dello scultore Flavio Melani.

Visse infatti fino all’età di 70 anni, cosa insolita per inizio ottocento. La lapide di marmo a lei dedicata e forse anche le spoglie sono conservate nel Cimitero Monumentale di Bolgheri, una piccola perla preziosa, immersa nell’ameno paesaggio, in cui la pace regna sovrana. Si raggiunge partendo dal centro del borgo e risalendo la via del Poggio. Una manciata di croci storte e arrugginite, seminate qua e là come fiori fra ciuffi d’erba secca ricordano i nuclei familiari che sono stati sepolti nel corso del tempo.

Bolgheri, il cimitero

Una volta il cimitero era all’interno della chiesa, poi trasferito all’aperto per motivi di igiene e per il cattivo odore. Pare che sotto lo strato di sepolture più recenti, quello visibile oggi, ve ne siano molti altri a causa della peste che nel 1600 ha mietuto molte vittime. Non essendoci abbastanza spazio in larghezza si è scavato in profondità, nascondendo per sempre l’identità delle genti che hanno popolato il piccolo paese nei secoli passati. L’obitorio, una stanzetta piccola e buia, contiene ancora due ossari, ovvero i contenitori di metallo in cui i defunti, durante la cerimonia funebre, venivano riposti coperti con un telo nero e mazzi di fiori. A destra quello per gli adulti e a sinistra quello per i bambini. Una targa all’interno del cimitero è l’unica traccia che resta oggi a Bolgheri del poeta Giosuè Carducci, oltre alla medesima atmosfera che si respira leggendo Davanti San Guido. Il bizzarro guardiano si presta a fare da guida, in modo insolito e curioso. Come un fantasma compare all’improvviso ad accogliere i turisti. Inizia a masticare parole incomprensibili ripetute in continuazione come un disco e la strana presenza accresce l’interesse dei passanti.

Al pari di ogni angolo della Toscana, anche il minuscolo cimitero di nonna Lucia merita dunque una visita. Generalmente entrando a Bolgheri, il turista oltrepassa la porta sotto la torre, osserva dal basso l’imponente maniero, proprietà della famiglia della Gherardesca nel XII sec.; poi si ferma in centro per acquistare souvenir e gustare i piatti tipici maremmani. Prima di farsi inebriare troppo dal vino locale, consiglio di dedicare qualche minuto al grazioso cimitero, spesso trascurato. Vale proprio la pena di scoprirlo per poi lasciare definitivamente il borgo, ripercorrendo il viale di cupi cipressi verso la statale.

Bolgheri, la statua di nonna Lucia

Addio, cipressi! addio, dolce mio piano!

Che vuoi che diciam dunque al cimitero

dove la nonna tua sepolta sta?

E fuggíano, e pareano un corteo nero

che brontolando in fretta in fretta va.

( da Carducci, Davanti a San Guido)