di Salvina Pizzuoli

Spesso trascurato a favore della Casa-Museo o vissuto solo come area verde dove trascorrere alcune ore soprattutto nella stagione calda, è da visitare e scoprire: in realtà secondo alcun studiosi, sotto l’aspetto di giardino romantico all’inglese, cela una chiave di lettura simbolico-massonica.

La sua storia ha inizio con l’acquisto da parte della famiglia di Federigo Stibbert della villa Mezzeri nel 1849, al tempo con un giardino detto all’italiana, caratterizzato da geometrie che racchiudono gli spazi con siepi e sempreverdi e aiuole fiorite di cui pare individuare un rimasuglio nell’area antistante la palazzina.

Villa Stibbert acquistata dai Mezzeri in un dipinto del 1848

Successivamente, con l’acquisizione di nuovi spazi aperti e di ville limitrofe, fu dato all’architetto Poggi, il cui nome richiama la realizzazione dell’omonimo Progetto del viale dei Colli e del Piazzale, l’incarico di trasformare la villa, di creare una limonaia che ancora oggi possiamo ammirare ai confini nord della proprietà, in prossimità delle scuderie i cui locali furono ricavati dopo l’acquisto della villa Rossellini, nonché di riorganizzare tutto il terreno in uno unico. Da specificare comunque che la vera trasformazione e nascita del parco è legata ad un periodo successivo verso la metà degli anni settanta dell’Ottocento. Il rinnovamento si caratterizza per la scelta di quegli elementi architettonici che ne fanno globalmente un esempio di giardino romantico all’inglese, basato sull’accostamento di naturale e artificiale: grotte, laghetti, tempietti e rovine, prati e boschetti, presenze che ritroviamo passeggiando lungo i viali di questo grande giardino più che vero e proprio parco, dove non mancano anche elementi più vicini a quello all’italiana, con l’inserimento di sculture e busti classici, nonché statue in terracotta vicine al gusto dei giardini fiorentini. La sua estensione raggiunse gli attuali tre ettari e più e fu l’ingegner Passeri ad aprirvi il lungo viale d’accesso. Ma scorriamo da vicino i diversi componenti che lo caratterizzano oltre ai sali e scendi legati al declivio naturale del colle.

Oltre il viale d’accesso a destra si profila la struttura della palazzina con la torretta e le pareti che affacciano sul giardino decorate con maioliche e con stemmi. Da sottolineare il bassorilievo della manifattura Cantagalli che raffigura San Giorgio e il drago datato 1900 circa e più in alto una serie di ceramiche dedicate alla vita campestre. A destra, procedendo, lo scorcio suggestivo creato dalla loggetta veneziana decorata all’interno con marmi bianchi e belle opere di cesello e un pozzo.

Il marmo bianco decorato della loggetta veneziana

Aiuole e un grande cedro del Libano arricchiscono il percorso con elementi naturali. Ricca la presenza di alberi d’alto fusto in tutto il giardino: pini, lecci, ippocastani, tigli e centenari cipressi. Sempre costeggiando la palazzina a sinistra le scuderie e di fronte la bella limonaia. A sinistra più in basso, il tempietto ellenistico decorato con una serie di piccole maioliche a scaglia al cui interno la statua di Flora e in alto decorazioni simbolo di abbondanza e gioiosità floreale. Più in basso, sempre a sinistra, una fonte con delfini emerge dalle acque di un piccolo invaso con papiri e piante decorative.

Il tempietto ellenistico e la fonte dei delfini

Il punto focale del grande giardino resta il lago con al centro il tempietto neoegizio la cui presenza potrebbe legarsi alla egittomania che imperversava in Europa già dalla campagna napoleonica, un tempo navigato con una piccola imbarcazione oggi da germani e tartarughe.

Il tempietto neoegizio

Altri vi leggono, con la presenza delle sfingi, un messaggio simbolico legandolo ad un percorso simbolico esoterico sottolineato da tappe come la piccola grotta chiusa da un cancello di ferro situata nei pressi della scalinata doppia con un tavolo al centro e il bel soffitto decorato come momento di riflessione e pausa lungo un cammino tracciato che solo l’iniziato sa riconoscere. A supporto di questa teoria l’adesione di Stibbert alla loggia massonica Concordia nel 1861 come il coinvolgimento, nella prima fase di ripristino del giardino, dell’architetto Giuseppe Poggi, massone anche lui. Superato il lago davanti al visitatore si apre il boschetto caratterizzato da piante d’alto fusto dove, svolazzano e fanno sentire il proprio canto vari cocoriti dal piumaggio giallo e verde.

Il soffitto decorato della piccola grotta con tavolo
Il boschetto e il prato

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