L’antico porto di Vada Volterrana

Fig.1 Parte della Tabula Peutingeriana raffigurante l’Italia centrale, in basso a sinistra una parte della Sardegna e della Corsica

Scendendo  a sud di Pisa attraversiamo un’area che in età etrusca e romana ospitò numerose attività artigianali ed agricole, della cui fiorente attività commerciale è testimonianza il porto di Vada Volterrana, attivo anche in epoca tardo antica sebbene ridimensionato nella sua importanza.

Situato tra i due porti di Pisa e di Populonia in epoca etrusca e romana fu un importante scalo nel territorio di Volterra, dal fiume Cecina al fiume Fine ampia zona costiera nella quale erano probabilmente presenti molti approdi e nella quale non è facile situare la località dove sorgeva lo scalo principale, spesso citato da fonti antiche: fra le più importanti gli Itineraria, la Tabula Peutingeriana e il De reditu suo di Rutilio Namaziano che così scrive: … continua a leggere L’antico porto di Vada Volterrana

Approdi marittimi e porti in epoca tardo antica e alto medievale in Toscana

Mosaico di epoca romana (Ostia)

Molti porti dell’epoca romana situati sulla costa della Toscana continuarono ad essere attivi anche durante l’alto medioevo seppure ridimensionati nei traffici e, in diversi casi, progressivamente inutilizzabili a causa dell’insabbiamento e della scarsa manutenzione. Così, tra gli altri, Luni, Vada, Populonia, Cosa e lo stesso Porto Pisano sono rimasti attivi in tutto il periodo tardo-antico, anche durante la guerra greco-gotica e la successiva conquista longobarda. A questi scali di maggiore importanza si aggiungevano poi altri numerosi approdi praticabili grazie alla ridotta stazza dei natanti e magari utilizzati solo per alcuni periodi dell’anno come quelli alle foci di fiumi (si pensi a Torre Trappola a bocca d’Ombrone o al piccolo golfo delle Rocchette). … continua a leggere Approdi marittimi e porti in epoca tardo antica e alto medievale in Toscana

Torri e fortificazioni sulla costa maremmana

veduta della dogana di Torre Trappola (XVII secolo)

La Torre delle Rochette

Il Forte delle Marze

Forte Stella a Porto Ercole sull’Argentario

Quando a Castiglione c’era un lago

La Rocca di Castiglione della Pescaia e l’antico porto

Capraia una delle sette isole dell’Arcipelago toscano

Il porto di Torre Trappola a bocca d’Ombrone

Un viaggio straordinario nel tempo: a Livorno nel XVII secolo tra lingue, etnie, attività e architetture.

di Salvina Pizzuoli

Livorno il porto (XVII secolo)

Immaginiamo un approdo nel porto di Livorno.

È una giornata come tante altre degli inizi del XVII secolo:

Quello che colpisce immediatamente, parafrasando Elias Canetti ne “Le voci di Marrakesh”, è la forza di quelle “strane grida” e dei suoni di quelle parole sconosciute, un universo linguistico e somatico che accompagna il viaggiatore sin dall’attracco.

Siamo nel porto mediceo, completato sotto Cosimo II nel 1618 ma la cui costruzione ha occupato un lungo spazio di tempo e l’opera di quattro granduchi. Nel porto varie galee all’ancora e un via vai di facchini che trasportano il carico distribuendolo su diversi navicelli che, lungo i canali, raggiungeranno i vari magazzini. La città fortificata ci accoglie possente tra le sue mura dalla struttura a stella, una stella a cinque punte, con altrettanti bastioni, terrapieni e fossati con acqua e nuove punte, insieme a quel pullulare di genti dai colori e fisicità diversificate dalla matrice etnica, voci, linguaggi e accenti diversi a seconda delle attività svolte e degli utilizzi nei diversi settori che caratterizzano l’attività portuale: la lingua ufficiale del Granducato è l’italiano,  … continua a leggere    Un viaggio straordinario nel tempo: a Livorno nel XVII secolo tra lingue, etnie, attività e architetture.

Il Forte delle Marze

Sorge sul litorale tra Castiglione della Pescaia e Marina di Grosseto. Oggi presenta l’aspetto di un edificio residenziale, una grande villa sul mare, anche se dell’antico apparato rimane la struttura quadrangolare con base a scarpa le cui pareti, ai livelli inferiori sono rivestite in pietra e a quelli superiori in laterizio. Molti i rifacimenti odierni come la loggia che copre la bella terrazza chiusa in basso, dovuta anch’essa a interventi novecenteschi. Il confronto tra le strutture originarie,  come appaiono in un antico disegno, e le foto attuali, ne evidenziano le pesanti ristrutturazioni. Molte delle torri o dei fortini sorti lungo il litorale toscano furono infatti dopo l’Unità dismessi e utilizzati come abitazioni private. Nulla toglie comunque al fascino della sua storia lontana.   …  continua a leggere   Il Forte delle Marze

Il sistema delle torri del litorale toscano: il forte di San Rocco

Il forte di San Rocco a Marina di Grosseto

di Salvina Pizzuoli

C’è a Marina di Grosseto una costruzione, possente e massiccia, tutta a mattoni rossi, di recente riportata “alla luce” grazie al restauro di un giardino che la circonda prevalentemente da un lato, quello che si apre verso il canale omonimo che dal mare porta nell’entroterra. La sua costruzione risale al XVIII secolo, ma fa parte di un sistema difensivo costiero che affonda le sue radici nel medioevo e i cui interventi si sono protratti fino al XIX. Guerre, pestilenze, invasioni barbaresche li avevano resi necessari a protezione e delle isole e degli attracchi costieri: il sistema a baluardo era composto da singole fortezze, torri di guardia e casotti di residenza di soldati e guardiacoste; i manufatti assommavano complessivamente a 160 elementi di fortificazione giunti quasi del tutto integri ma in gran parte abbandonati, o ristrutturati come residenze civili, dopo l’Unità.     … continua a leggere        Il sistema delle torri del litorale toscano: il forte di San Rocco

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Rutilio Namaziano “De reditu suo”: da Roma a Luni (terza parte)

Da Roma a Luni, un viaggio nel V secolo d.C. dal De Reditu suo di Rutilio Namaziano

descritto da Giovanni Caselli

Mosaico di epoca romana (Ostia)

Da Salebro, la nuova litoranea del console Emilio Scauro, la via Aurelia Sacuri, traversava il fosso Pecora,-a ricordo dei milioni di pecore che qui venivano portate in inverno dagli Appennini Tosco-Romagnoli durante le transumanze- e giungeva nella piana del torrente Cornia all’estremità ella quale é il promontorio di Populonia, dove si trova l’odierna Piombino in luogo del porticciolo romano di Falesia. La Via Aemilia Scauri tagliava subito verso nord e San Vincenzo, ma al bivio, la stazione di Manliana, era un diverticolo che conduceva alla città etrusca, l’unica fra tutte, situata sul mare. L’ubicazione è tipica di una colonia ellenica: un promontorio e un porto naturale.   …  continua a leggere       Rutilio Namaziano “De reditu suo”: da Roma a Luni (terza parte) 

 

Portoferraio nell’Elba

La rada di Portoferraio (da Google Earth)

Portoferraio è lo scalo marittimo più importante dell’Elba, situato a levante dell’ampia rada naturale che si apre sulla costa settentrionale dell’isola tra le punte Falcone e Falconaia e, data la sua particolare posizione, i colli che la circondano e la profondità all’interno della costa offre efficace protezione dai venti provenienti da tutte le direzioni. Solo lo scirocco provoca risacca. I Greci la chiamarono Argous, gli Etruschi utilizzarono il porto per trasferire i minerali di ferro provenienti dalla miniere del Riese  sulla costa e farli lavorare a Populonia e Scarlino, i Romani vi costruirono un castello di difesa e un grande deposito per raccogliervi i materiali in attesa di essere imbarcati e trasferiti sulla costa. Come ci tramandano Diodoro Siculo, Virgilio e Strabone, da quel deposito il nome di Ferraium, che i Romani dettero alla rada.   …   continua a leggere    Portoferraio nell’Elba

Fiumi e porti fluviali nell’antica Toscana

Disegno di un barchetto, un navicello di 7-10 metri per la navigazione fluviale

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