I luoghi del Decameron: Peretola e la gru di Chichibio

di Alessandro Ferrini

Chichibio, cuoco di Currado Gianfigliazzi, con una presta parola a sua salute l’ira di Currado volge in riso, e sé campa dalla mala ventura minacciatagli da Currado.

È la quarta novella della sesta giornata del Decameron.

Corrado Gianfiglaizzi, nobile cittadino proprietario di vari terreni nella zona di Peretola, si dilettava come i suoi pari nella caccia col falcone. Un giorno catturò una gru nelle aree lacustri caratteristiche della piana e la mandò al suo cuoco, un uomo di origine veneziana, perché la cucinasse.

Peretola, insediamento di origine etrusca, rappresentava un’area densamente coltivata e popolata da varie case coloniche fattorie e ville, tra cui quella della famiglia Vespucci, racchiusa fra la via pistoiese a sud e a settentrione dall’antica via Cassia vetus di origine romana che usciva da Firenze al ponte di Rifredi e continuava verso Lucca attraversando varie località che presero il nome dalle pietre miliari della strada: Quarto, Quinto, Sesto, Settimello. Il borgo di Peretola è menzioanto per la prima volta in un documento del 1178 e il toponimo pare derivi dalle numerose piante di pero presenti nel territorio. … continua a leggere I luoghi del Decameron: Peretola e la gru di Chichibio

Una terrazza su Firenze: Bellosguardo

Nella convalle fra gli aerei poggi
di Bellosguardo, ov’io cinta d’un fonte 
limpido fra le quete ombre di mille
giovinetti cipressi alle tre Dive
l’ara innalzo, e un fatidico laureto
in cui men verde serpeggia la vite
la protegge di tempio, al vago rito  
vieni, o Canova, e agl’inni
.

Ugo Foscolo, Le Grazie – Inno a Venere (vv. 9-16)

Il grande poeta vi soggiornò per circa un anno (1812-1813) e vi compose l’Inno alle Grazie ispirato ai canoni della “serena bellezza” neoclassica che Antonio Canova (cui dedicò questi versi) esaltava nelle sue opere artistiche di quegli anni. … continua a leggere Una terrazza su Firenze: Bellosguardo