Nella convalle fra gli aerei poggi
di Bellosguardo, ov’io cinta d’un fonte 
limpido fra le quete ombre di mille
giovinetti cipressi alle tre Dive
l’ara innalzo, e un fatidico laureto
in cui men verde serpeggia la vite
la protegge di tempio, al vago rito  
vieni, o Canova, e agl’inni
.

Ugo Foscolo, Le Grazie – Inno a Venere (vv. 9-16)

Il grande poeta vi soggiornò per circa un anno (1812-1813) e vi compose l’Inno alle Grazie ispirato ai canoni della “serena bellezza” neoclassica che Antonio Canova (cui dedicò questi versi) esaltava nelle sue opere artistiche di quegli anni.

Non fu l’unico personaggio di grande fama a soggiornare nella villa che ospitò Galileo Galilei tra il 1617 e il 1631 mentre scriveva il Dialogo sui massimi sistemi e anche altri celebri nomi italiani e stranieri che elessero quel luogo a propria dimora come ricorda una lapide apposta al muro perimetrale della villa dell’Ombrellino. Sempre nella piazza di Bellosguardo un’altra lapide ricorda la permanenza di Giuseppe Garibaldi.

Bellosguardo è un promontorio che sorge sul lato sud ovest di Firenze, stradicciole strette chiuse fra i muri delle molte ville fra parchi e giardini, e da cui si gode una stupenda vista della vicina città. Panorami meno comuni rispetto a quelli più conosciuti perché la posizione del colle offre un diverso punto di vista.

Pianta della Catena. Veduta di Firenze attribuita a Francesco Rosselli

Contiguo vi è Monte Uliveto dal quale Francesco Rosselli nel 1472 disegnò la Pianta della Catena su richiesta di Lorenzo De’ Medici.

Uno sguardo da Bellosguardo