L’assedio di Firenze del 1529 e l’eccidio di Lastra a Signa

Giovanni Stradano, L’assedio di Firenze (1555, Firenze Palazzo Vecchio, Sala di Clemente VII)

Nel 1529 le truppe dell’esercito di Carlo V assediavano Firenze. Dopo il Sacco di Roma e a seguito della pace siglata a Barcellona, l’imperatore si era riappacificato con papa Clemente VII; tra le clausole dell’accordo c’era quella di ristabilire la dominazione dei Medici a Firenze da dove erano stati cacciati ed era stata proclamata la Repubblica. In cambio il Pontefice lo avrebbe incoronato imperatore come di fatto avvenne l’anno successivo a Bologna. Firenze resistette a lungo all’assedio delle truppe imperiali finché il 12 agosto 1530, presso la chiesa di Santa Margherita a Montici fu siglata la resa.

Una delle prime tragiche battaglie combattute durante questa guerra fu quella di Lastra a Signa    … continua a leggere  L’eccidio di Lastra a Signa durante l’assedio di Firenze del 1529 

Sulla via di Rosano: le gualchiere di Remole

di Salvina Pizzuoli

Le gualchiere di Remole

Chi percorre la via di Rosano lungo la riva sinistra dell’Arno, in prossimità di via di Remoluzzo, vede comparire i merli di antiche torrette in pietra e laterizio: si tratta delle gualchiere di Remole testimonianza della fiorente industria laniera fiorentina nel lontano XIV secolo.

Sono ancora lì, ormai in disuso e in grande degrado, ma ancora presenti nonostante l’età ad attestare la loro storia lunghissima che si muove dal lontano 1327 circa fino al 1966, anno dell’ultima alluvione devastante del fiume, quando furono completamente dismesse e abbandonate non da quello che fu il loro ruolo originario ma di mulino da grano e frantoio.

Ma cosa erano le gualchiere e quale ruolo ricoprivano nella produzione dei “panni lani”?

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Uno studio geo-storico del territorio fiorentino

del prof. Giovanni Caselli

Territorio di Firenze, Prato e Pistoia in una antica carta

Il territorio, che si estende tutto attorno a Firenze e che le nostre vie traversano per diversi chilometri, contiene i resti archeologici che per secoli e secoli hanno caratterizzato la vita e il lavoro di chi viveva in campagna con il sistema della “mezzadria”. Chi non lo conosce, perché è troppo giovane per averlo visto, ma ne ha letto e anche studiato, lo descrive come “il paesaggio della mezzadria” che oggi ha solo lasciato pochi residui. La mezzadria era un sistema di produzione, anzi un sistema di vita, quando la nostra vita consisteva essenzialmente di produzione ai fini della riproduzione, che risale alla preistoria ed esisteva in epoca etrusca. La mezzadria era il sistema istituzionalizzato che caratterizzava il rapporto tra il contadino e il proprietario del terreno. Nell’epoca precedente all’ellenismo, ossia alla conquista della Persia da parte di Alessandro Magno, da noi l’epoca etrusca arcaica, fino al IV secolo a.C., la terra apparteneva agli dei che avevano un rapporto diretto con i sacerdoti che con gli dei comunicavano. … continua a leggere Uno studio geo-storico del territorio fiorentino

Montughi e dintorni

Veduta di Firenze dal convento di Montughi (1744)

Su per il colle di Montughi a Firenze

Il parco Stibbert a Firenze

galleria foto del Parco Stibbert

A Firenze: villa Fabbricotti e il suo parco

*vai a Firenze settecentesca nelle “vedute” di Giuseppe Zocchi

Tracce di Firenze

Pianta della Catena. Veduta di Firenze attribuita a Francesco Rosselli. Si nota la catena che la chiude circondandola e che le dà il nome e l’Autore che disegna in alto a destra ci dà il punto di vista.

Tracce di Firenze è il titolo di uno scampolo museale all’interno di Palazzo Vecchio, due stanze, la cui visita è gratuita, che raccolgono mappe, stampe, alcuni particolari ad olio che raffigurano, ad opera di artisti italiani e stranieri, la Firenze di un tempo.
Su tuttatoscana molti gli articoli dedicati alla Firenze scomparsa per i rimaneggiamenti e le demolizioni attuate durante il periodo in cui fu capitale o la Firenze com’era, in base alle documentazioni e ricostruzioni delle epoche passate.
In questa pagina alcune immagini che riportano opere che la documentano in un determinato periodo storico.

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San Salvatore in Ognissanti

di Salvina Pizzuoli

Riva destra dell’Arno: un ampio spiazzo si apre davanti alla facciata della chiesa di San Salvatore in Ognissanti opera  di Matteo Nigetti (1637), un esempio di “Barocco fiorentino”. Il complesso che comprende anche il convento e il campanile la cui prima costruzione risale al 1256, quando la chiesa fu dedicata dai frati dell’Ordine degli Umiliati a Maria Regina di tutti i Santi, ordine che la ebbe in cura dalla fondazione al 1561 quando si insediarono i frati minori dell’ordine degli Osservanti rimasti alla guida del convento fino al 2000 quando furono sostituiti dalla Comunità Monastica Benedettina Fraternità di Gesù e dal 2005.i Frati francescani dell’Immacolata , quindi nell’autunno 2016 la chiesa è tornata ai Frati minori.

Una storia lunga e ricca di cambiamenti.
Il convento di Ognissanti fu fondato dai frati dell’ordine degli Umiliati  venuti a Firenze dal Piemonte nel 1239. Un aspetto peculiare dell’ordine era legato al proposito di vivere del frutto del proprio lavoro: erano soprattutto operai  tessitori e follatori di lana o operai addetti a industrie affini a quest’arte di cui favorirono e allargarono lo sviluppo, soprattutto nell’Italia settentrionale dove il movimento aveva il suo centro.

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L’eccidio di Lastra a Signa durante l’assedio di Firenze del 1529

Giovanni Stradano, L’assedio di Firenze (1555, Firenze Palazzo Vecchio, Sala di Clemente VII)

Nel 1529 le truppe dell’esercito di Carlo V assediavano Firenze. Dopo il Sacco di Roma e a seguito della pace siglata a Barcellona, l’imperatore si era riappacificato con papa Clemente VII; tra le clausole dell’accordo c’era quella di ristabilire la dominazione dei Medici a Firenze da dove erano stati cacciati ed era stata proclamata la Repubblica. In cambio il Pontefice lo avrebbe incoronato imperatore come di fatto avvenne l’anno successivo a Bologna. Firenze resistette a lungo all’assedio delle truppe imperiali finché il 12 agosto 1530, presso la chiesa di Santa Margherita a Montici fu siglata la resa.

Una delle prime tragiche battaglie combattute durante questa guerra fu quella di Lastra a Signa    … continua a leggere  L’eccidio di Lastra a Signa durante l’assedio di Firenze del 1529 

Tracce di Firenze

Immagini e documenti della Firenze com’era

Emilio Burci. Veduta dell’Arno e della collina di San Miniato dal Lungarno Archibusieri (lio su tela 1868)

Tracce di Firenze è il titolo di uno scampolo museale all’interno di Palazzo Vecchio, due stanze, la cui visita è gratuita, che raccolgono mappe, stampe, alcuni particolari ad olio che raffigurano, ad opera di artisti italiani e stranieri, la Firenze di un tempo.
Sulle pagine di tuttatoscana molti gli articoli dedicati alla Firenze scomparsa per i rimaneggiamenti e le demolizioni attuate durante il periodo in cui fu capitale o la Firenze com’era, in base alle documentazioni o ricostruzioni delle epoche passate.
In questa pagina alcune immagini che riportano opere che la documentano in un determinato periodo storico.

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Firenze scomparsa: Mercato Vecchio (parte seconda)

Da Guido Carocci, Firenze scomparsa. Ricordi storico artistici, Firenze 1897

…Il mercato vecchio, sulla sinistra una casa torre

“La bella piazza destinata ad uso di mercato non ebbe aspetto e disposizioni regolari che per breve tempo, giacché i semplici banchi che occupavano tutto all’intorno la cosiddetta corona di Mercato, si tramutarono in baracche, prima provvisorie, poi stabili ed a po’per volta tutti gli spazi liberi vennero occupati dai venditori di vettovaglie. … e la decadenza divenne così piena ed assoluta. I palagi furono suddivisi in gran numero di quartieri dove s’installarono diecine di famiglie, le torri vennero abbassate per risparmiar la spesa del restauro, le logge si convertirono in botteghe, gli ampì e maestosi saloni vennero divisi e suddivisi in ambienti più piccoli e su tutte indistintamente le fabbriche di questo quartiere la noncuranza, la mancanza di affetto per l’arte, l’avidità di guadagni, l’opera del tempo, la bar barie della gente, il sudiciume, si collegarono a danno di quelle vecchie fabbriche le quali dovettero subire ogni sorta di mutilazioni e di guasti. E così tartassati, così mal ridotti, quei vecchi avanzi d’una grandezza scomparsa, giunsero fino a noi per esser condannati all’esterminio.

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Le mura e le porte di Firenze

da Guido Carocci, Firenze scomparsa. Ricordi storico artistici, Firenze 1897

Via dei Bastioni

“Gli ampi ed eleganti viali che descrivendo una specie di semicerchio, ombreggiati da alberi rigogliosi, fiancheggiati da graziosi casamenti, interrotti di tanto in tanto da piazzali e da fioriti giardini, vanno a ritrovare le due parti estreme del lungarno, segnano press’a poco la linea delle antiche mura cittadine. Firenze oltrarno, conserva tuttora quasi intatto il cerchio delle sue mura, mentre le mura della parte posta alla destra del fiume sono cadute per aprire nuovi sbocchi alla città rigurgitante di fabbricati. Di quelle mura che avevano vissuto circa sei secoli non è restato oggi che il ricordo, rappresentato da quei capi saldi che sono le porte e due antiche torri. Fu tra il 1280 e il 1300 che i Fiorentini uscendo dall’angusta cerchia che limitava la città fra l’Arno e la Piazza del Duomo, tra il Ponte alla Carraia e quello alle Grazie, pensarono di racchiudere entro una nuova cinta i sobborghi già ricchi di abitazioni e popolatissimi e dettero quindi mano alla costruzione di quelle mura che con poche modificazioni sono giunte fino a nostri giorni.

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