da: Guido Carocci, Firenze scomparsa, Firenze 1898

Fabio Borbottoni – Lungarno Archibusieri e ponte alle Grazie

“Dei quattro ponti in muratura che attraversano l’Arno il solo che abbia saputo resistere all’impeto della fiumana e sfidare gli urti terribili dei materiali trascinati dalle piene è il Ponte alle Grazie. Gli altri tre, investiti dalla massa delle acque, scossi dai colpi delle travi e degli alberi che il fiume aveva strappati dalle rive ubertose e fiorenti, dovettero più di una volta cedere e precipitare in mezzo ai vortici della corrente.
Il Ponte alle Grazie era il primo a ricevere l’urto delle piene, il primo ad opporre una qualche resistenza ai legnami galleggianti; ma per la robustezza della sua costruzione e perché presentava alla corrente una estensione maggiore e per conseguenza una resistenza più frazionata, esso ha saputo serbare fino ai nostri giorni le sue pile ed i suoi archi tal quali vennero costruiti nell’anno 1237 .
Non dirò che abbia serbato l’originalità della sua forma, perché oggi il Ponte alle Grazie è tutt’altra cosa di quello che era trent’anni addietro e più specialmente di ciò che fu nel primo secolo della sua esistenza. Oggi ha sei archi di due differenti grandezze: più piccoli e stretti i tre che stanno verso la riva destra: più ampi gli altri tre; ma in origine gli archi erano nove ed i tre mancanti avevano le proporzioni identiche a quelli più piccoli…

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