Mostarda all’uso toscano

Anche la Toscana può vantare origini antiche per questa preparazione aromatizzata e piccante, usata per accompagnare le carni. Mostarda all’uso toscano”: al numero 788 del libro di Pellegrino Artusi “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene” così si titola la ricetta di una salsa ottima per accompagnare sia bolliti che arrosti e di suino e di carni rosse in genere.  Nel medioevo era presente solo sulle tavole dei signori perché ricca di spezie costose:

Si preparava sin dai tempi medicei facendo concentrare il mosto d’uva dove si bollivano mele e arance a cui veniva dato il savore con le spezie più variate, tra cui dominavano il pepe, lo zenzero, il chiodo di garofano” Giovanni Righi Parenti premetteva questa notizia storica   …  Continua a leggere   Mostarda all’uso toscano

Cucinare con le erbe spontanee dei nostri boschi: l’asparago selvatico

Conosciuto sin dall’antichità per i suoi benefici effetti e per la prelibatezza, deriva il suo nome dal persiano “asparag” che significa “germoglio” confermando la sua origine medio orientale; altri ne attribuiscono l’etimo al greco (ἀσπάραγος, alfa privativo e spéirō ovvero”spargere”) per la sua capacità di moltiplicarsi. È diffuso in quasi tutte le regioni italiane ed è il vero asparago selvatico, ovvero asparagus acutifolius, che vegeta nelle macchie e nelle leccete, molto ricercato dagli appassionati e facilmente riconoscibile per le foglie lanceolate e pungenti. La sua storia si perde nel lontano passato: era consumato dagli Egizi e dai Romani che sapevano anche coltivarlo tanto da aver creato dei manuali sin dal 200 a.C.

Ne parlano nei loro scritti anche Apicio vissuto presumibilmente a cavallo tra il I secolo a.C. e il I d.C., che fu il primo cuoco a scrivere un ricettario, e Plinio che ne riferisce l’efficacia come pianta medicinale nel suo “Naturalis historia”: … continua a leggere Cucinare con le erbe spontanee dei nostri boschi: l’asparago selvatico

La panina di Pasqua o “gialla”

Il pane come l’olio e il vino hanno da sempre una valenza rituale forte e radicata nel tempo tanto da essere ancora oggi segno e simbolo di cerimonie e celebrazioni che si ripropongono anche sulla tavola delle Feste in veste di semplici accompagnamenti o componenti di cibi e pietanze soprattutto in particolari ricorrenze: in Toscana nel periodo pasquale troviamo la panina di Pasqua detta anche panina gialla del Casentino, insieme alle sue molte varianti, il pan di Pasqua tipico di Arezzo con la pasta di pane arricchita con zucchero, uova, anice e talvolta zibibbo, la panina mugellana simile al Pan di pasqua ma con farina gialla, la panina unta. Se sfogliamo il libro del Petroni sulla cucina toscana alla voce Panina di Pasqua o gialla troviamo le seguenti indicazioni: … continua a leggere La panina di Pasqua o “gialla”

Colonnata: marmi e lardo

Colonnata

Forse non avrete mai visitato Colonnata ma sicuramente avrete sentito parlare della prelibatezza che in questo luogo si produce. Parliamo ovviamente del lardo che ha conquistato i palati di tutto il mondo e magari anche i vostri. Dove siamo? Colonnata, per la sua posizione geografica, gode di una collocazione climaticamente privilegiata: a 550 metri sul livello del mare fra cave di marmo e boschi di castagno non lontana dal mare. Le Apuane fanno da cornice maestosa a questo paesaggio singolare a pochi chilometri da Carrara: solo il nome, richiama immediatamente il candido marmo che si estrae e si estraeva dalle sue cave.

Ma cominciamo questa storia dall’inizio.    …   continua a leggere    Colonnata: marmi e lardo

Antipasti toscani: crostini, pasta fritta, finocchiona, cecina

L’antipasto tipico toscano è particolarmente robusto: affettati misti e crostini, oggi di vari colori, ai tempi solo di fegatini di pollo. Più che un antipasto, ha la consistenza di un secondo appetitoso, ma sulle tavole delle trattorie toscane o nelle feste comandate fa sempre la sua comparsa e la sua figura. Anche oggi, in tempi in cui la “linea” detta legge sulle scelte e le quantità delle cibarie, l’antipasto alla toscana è sempre presente, magari come piatto unico…

Tra gli affettati abbiamo scelto la finocchiona perché la sua storia è davvero singolare e ben si sposa con l’arguzia toscana. La pasta fritta, soprattutto i coccoli, e la cecina calda calda oggi spesso accompagnano una nuova veste dell’antipasto alla toscana.

Di seguito la storia e le ricette e buoni “princìpi” a tutti!

I “Principii” alla toscana: i crostini

Pasta di pane fritta? In Toscana non mancano ricette sfiziose

Microstoria in cucina: i “segreti” della Finocchiona

La cecìna o torta o farinata di ceci

Pasta di pane fritta? In Toscana non mancano ricette sfiziose

Còccoli, sgabei, ficattole, zonzelle, donzelle, panzanelle, panzerotti

Còccoli, sgabei, ficattole, zonzelle, donzelle, panzanelle, panzerotti e solo per citare quelli più conosciuti, ma si tratta sempre di pasta di pane fritta che assume nomi diversi a seconda delle zone della nostra regione che vanta da sempre questo squisito manicaretto, semplice ma gustoso come nella migliore tradizione della cucina Toscana.     …   continua a leggere  Pasta di pane fritta? In Toscana non mancano ricette sfiziose

Mostarda all’uso toscano

Anche la Toscana può vantare origini antiche per questa preparazione aromatizzata e piccante, usata per accompagnare le carni. Mostarda all’uso toscano”: al numero 788 del libro di Pellegrino Artusi “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene” così si titola la ricetta di una salsa ottima per accompagnare sia bolliti che arrosti e di suino e di carni rosse in genere.  Nel medioevo era presente solo sulle tavole dei signori perché ricca di spezie costose:

Si preparava sin dai tempi medicei facendo concentrare il mosto d’uva dove si bollivano mele e arance a cui veniva dato il savore con le spezie più variate, tra cui dominavano il pepe, lo zenzero, il chiodo di garofano” Giovanni Righi Parenti premetteva questa notizia storica   …  Continua a leggere   Mostarda all’uso toscano