di Alessandro Ferrini

Come abbiamo scritto nell’articolo dedicato, la Cassia vetus fu riedificata e lastricata su percorsi preesistenti nel II secolo a.C. probabilmente dal censore Lucio Cassio Longino. Alcuni, come il Repetti (cfr. Dizionario geografico storico della Toscana, vol. V), chiamano questo tratto Clodia, probabilmente perché continuando da Lucca verso la pianura Padana incontrava la località chiamata Forum Clodii come riportato nella Tabula Peutingeriana.

Proveniente da Arezzo giungeva a Firenze da Fiesole passando per Settignano, Ponte a Mensola, Coverciano. Giunta alla periferia orientale della città si divideva in due rami, uno entrava dentro le mura fino al decumano maximo, l’altro si manteneva più in alto e, dopo aver toccato La Pietra e Montughi, si ricongiungeva all’altro al Ponte a Rifredi, sul torrente Terzolle.


Da qui il percorso della strada è ben segnato dai toponimi Quarto, Quinto, Sesto, Settimello (nella piana dove il torrente Marina confluisce nel Bisenzio una diramazione si staccava e procedeva verso nord per andare a incontrare la Flaminia minor in direzione Bologna) e dai numerosi reperti archeologici come le tombe etrusche della Mula che attestano una viabilità presente in tempi addirittura antecedenti l’epoca romana.
Proseguendo per Calenzano, Pizzidimonte (che alcuni identificano con la località Ad Solaria riportata nella Tabula Peutingeriana a nove miglia da Firenze) e Prato puntava verso Pistoia (Pistoria) con un percorso pedecollinare coincidente pressapoco con l’odierna strada Montalese, sei miglia dopo incontrava Montemurlo (mansionem Hellanam posta ai piedi del castello di Murlo) e infine attraversava il torrente Briana sul ponte Bonituri, ricostrito in epoca medievale su una precedente struttura romana per costeggiare il lato settentrionale della città di Pistoia.

Da Pistoia fino a Lucca la Cassia vetus (o Clodia) seguiva più o meno il tracciato della strada regionale 435 Lucchese, attraversando il territorio di Serravalle sul cui colle a 180 m slm sorgeva un castrum, Montecatini (Villa romana poi divenuta castello), Buggiano, Uzzano, Pescia (Fanum Martis), Collodi, Capannori fino a Lucca. Da qui un percorso raggiungeva Luni e un altro proseguiva verso nord, lungo la valle del Serchio e valicava l’Appennino.