
Il passo del Muraglione è un valico posto all’altezza di 907 metri che collega l’area fiorentina con la Romagna. La strada che ancora oggi possiamo percorrere fu progettata e costruita per volere del Granduca Leopoldo II fra il 1832 e il 1836; fino ad allora il collegamento avveniva solo tramite sentieri e mulattiere non sempre facilmente percorribili in ogni stagione dell’anno. La Romagna Toscana, parte integrante del territorio del Granducato, si estendeva oltre il crinale appenninico fin quasi a Forlì senza un collegamento stradale efficiente, ma anche sul versante toscano, al di qua dei Pratiglioni, verso San Godenzo, c’erano solo mulattiere.
Pietro Leopoldo era poco convinto della possibilità di costruire una carreggiabile attraverso l’impervio territorio; così scriveva dopo avervi effettuato un sopralluogo nel 1777: “Si pensava di traversare questa provincia di botri e dirupi continui, con una strada maestra di commercio per Rimini, ma, benché utile, sarebbe un oggetto d’una spesa enorme.”

Tuttavia non abbandonò l’idea di una strada Firenze-Forlì che favorisse i commerci con l’area adriatica e nel 1782 iniziò la costruzione di una barrocciabile che, da Pontassieve, risalendo il corso della Sieve, raggiungesse Ponticino e poi San Godenzo. L’opera venne compiuta fra il 1783 e il 1787 e si fermò ai piedi della parete montuosa che separa la valle della Sieve da quella del torrente Montone che scorre sul versante adriatico.
Con la nomina del Granduca a Imperatore d’Austria e Ungheria e con la successiva occupazione dell’Italia da parte di Napoleone il progetto venne abbandonato per diversi decenni.


Dopo il Congresso di Vienna, nel 1814, e la restaurazione del governo dei Lorena in Toscana, il nuovo Granduca Ferdinando III riprese il progetto della transappenninica ma il progetto definitivo e la costruzione avvenne sotto il suo successore Leopoldo II che nel 1831 incaricò del progetto l’ingegnere fiorentino Alessandro Manetti. Il tracciato continuava da Ponticino fino a San Godenzo per risalire fino alla Colla dei Pratiglioni, una depressione lungo il crinale per poi proseguire lungo il corso del Montone dino a San Benedetto in Alpe. A 907 metri sul livello del mare venne aperto il valico che prese il nome di Muraglione per la massiccia muraglia fatta erigere dal Manetti allo scopo di proteggere i viandanti e i carri dalle violente folate di vento che spazzavano frequentemente la zona. La strada continuava poi verso Portico di Romagna, Rocca San Casciano e Terra del Sole al confine del Granducato, a dieci chilometri da Forlì e dalla via Emilia. I lavori iniziati nel 1832 furono terminati nel 1836.
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