Itinerario: Figline Valdarno-Gaville-Ponte agli Stolli-Lucolena-Radda-Lucarelli
L’itinerario che proponiamo percorre un paesaggio dolce e punteggiato da belle coloniche ristrutturate da sapiente rifacimento con la pietra grezza delle loro facciate e archi e terrazze coperte, tra vigneti oliveti e castelli, come quello D’Arbola del XII secolo, e fattorie di produzione e vendita dirette di olio e vino. La dolcezza del paesaggio ci fa comprendere perché molti stranieri lo amino al punto da trasferirvisi dai loro paesi d’origine. …
Pianta della Catena. Veduta di Firenze attribuita a Francesco Rosselli
Alcuni percorsi si sposano perfettamente col sentimento del meraviglioso che, ostinatamente, anima l’immaginario sia dei più piccoli e altresì degli adulti. Sono specialmente quelli che si fanno durante i sogni, quando si fantastica ma anche leggendo dei libri la cui proprietà più magica è forse quella di ampliare gli orizzonti. I luoghi … continua a leggere Per le vie del centro di Firenze
Le prime documentazioni datano tra la fine del XIII e l’inizio del XIV secolo la presenza di un insediamento in felice posizione: il fiume, il Porto di Mezzo, il ponte sull’Arno, l’antica via Pisana, le cave di arenaria nelle colline limitrofe a cui aggiungere, non lontana, la presenza di un nucleo urbano in grande espansione quale era quello di Firenze. La denominazione di “lastra” gli deriva probabilmente dalla presenza delle cave anche se si affiancava in origine a quello di Gangalandi dal nome di una famiglia di conti e signori feudali che dominava sul territorio. Sarà comunque la vicinanza di Firenze a tracciare la storia dell’insediamento quando nel XII secolo si sostituirà al potere dei signori locali con la volontà di costituire una serie di baluardi lungo la via Pisana a difesa da attacchi esterni e a tutela delle attività commerciali che si svolgevano nel Porto di Mezzo, importante scalo fluviale per merci destinate all’approvvigionamento di Firenze e, verso Pisa, per i traffici marittimi, con la viabilità garantita per le altre destinazioni dalla presenza del ponte sull’Arno. … continua a leggereVisita al centro storico di Lastra a Signa, un borgo murato
Percorriamo la strada provinciale 54 detta dei bosconi. Oggi c’è il sole e il paesaggio delle colline, dei poggi, delle vallate incanta coi verdi e i gialli e i rossi dell’autunno inoltrato e gli ulivi e i cipressi svettanti. Un piccolo paradiso naturale che ci accompagna lungo il nostro itinerario da Vetta le Croci verso la Torre di Buiano e la pieve di Sant’Ilario a Montereggi. Siamo a pochi chilometri da Firenze che s’intravede verso la piana, in fondo alla valle del Mugnone, coperta tra le nebbie.
Ci troviamo sul versante settentrionale della collina su cui sorge Fiesole, collina che domina la valle dell’Arno, dove la toponomastica e l’antica viabilità ci rammentano una storia lontana che risale ai Romani … continua a leggereTorre a Buiano e Sant’Ilario a Montereggi
Area geografica della Romagna toscana (clicca sull’immagine per ingrandirla)
Non può esservi dubbio alcuno che la Romagna toscana era tale per motivi economici e non politici. L’area montana e collinare della Romagna, avara e spesso ostile, era abitata, in epoca antica e anche nel medioevo, da pastori che nessun interesse potevano avere per la pianura ravennate gravitando verso la Maremma per il loro sostentamento, anzi per la loro stessa sopravvivenza. Nessuno sa se il confine politico di epoca augustea collimasse col crinale, ma vi sono motivi di dubitarne, per i motivi sopra addotti. La storia ci consegna la Romagna montana come territorio legato alla Toscana ed i Guidi che se ne impadroniscono e traggono la loro ricchezza soprattutto dai movimenti delle greggi e dal controllo delle “Calle” (dal teutonico Kalla = conta o chiamata), i punti di passaggio obbligato dove si contavano le pecore. Il fatto che i Guidi controllassero fino al basso medioevo tutti i passi d’Arno delle transumanze conferma in maniera irrefutabile quanto suggeriscono i fatti e la logica. … continua a leggereLa Romagna toscana
Itinerario di circa 5 km su carreggiabile, percorribile sia a piedi che in MBK che in auto. Dislivello di circa 250 m, con punta massima al castello del Trebbio (435m slm)
Seguiamo il percorso e, seguendo via Della Ripa, entriamo in Piazza Marini dove un palazzotto (XV secolo) è sede oggi dell’Archivio Storico Comunale sulla cui facciata spiccano caratteri rinascimentali insieme a quelli gotici; accanto un abbeveratoio-lavatoio dei primi del Novecento, è uno dei due rimasti ancora in città.
La veduta della zona occidentale di Tarquinia con la torre della chiesa di Santa Maria di Castello e più a sinistra la chiesa e convento di Valverde
Origini antichissime caratterizzano la città che oggi accoglie il viaggiatore con il suo giro di mura medievali, le sue torri, le sue chiese e i suoi palazzi, ma la sua storia si muove ancora più addietro nel tempo, con le sue origini etrusche, l’antica Tarchna, ricca e fiorente già tra il VII e il IV secolo a.C., origini che trovano testimonianza nello splendido Museo Archeologico e nelle necropoli.
Antico centro etrusco che la tradizione vuole fondato da Tarconte, fratello o figlio di Tirreno, l’eroe eponimo del popolo etrusco. La città sorgeva in un ampio pianoro oggi denominato La Civita. Nel 181 a. C.in una porzione del suo territorio presso il mare fondò la colonia di Gravisca; nel 90 ricevette il diritto di cittadinanza e divenne municipio. Probabilmente nel sec. VII, per le invasioni barbariche e la malaria ,la città si spopolò e parte della popolazione si trasferì sul colle vicino, dando vita a Corneto, la Tarquinia moderna. Il centro si è denominato Corneto fino al 1872 quando ha assunto il nome di Corneto Tarquinia, poi quello di Tarquinia 1922 Corneto deriva dal latino cornetum ‘luogo piantato a cornioli …