Il lago Padule

di Salvina Pizzuoli

lago Padule

Meno conosciuto del Cerretano e del Pranda, anche il Padule merita una visita per il panorama in cui è incassato, il giro delle sue sponde, a mezza costa o lungo le rive, la presenza delle “ghiacciaie” e di un’antica strada lastricata, ne fanno una meta gradevole e un’escursione non difficile per tutti. Si legge lungo il percorso che il ghiaccio dell’ospedale di Fivizzano, per uso terapeutico, veniva proprio da queste ghiacciaie. Interessante la descrizione relativa alla formazione e alla conservazione del ghiaccio medesimo. Oggi è difficile individuarle proprio perché la costruzione di quella che prende il nome di pseudovolta è ormai crollata: la formazione del ghiacchio avveniva sbarrando le acque del fiume Rosaro con un argine di sassi, zolle erbose e terra. Con il freddo l’acqua stagnante si trasformava in ghiaccio che veniva spezzato in tanti blocchi e conservato appunto nelle ghiacciaie realizzate con muri a secco le cui pietre progressivamente aggettanti verso l’interno ne costituivano una pseudovolta.

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Il lago Cerretano e il lago Pranda

di Salvina Pizzuoli

lago Pranda

Siamo a Cerreto Laghi a pochi chilometri dal Passo del Cerreto
Subito davanti a noi il lago di origine gliaciale ai piedi del Monte Nuda, il lago Cerretano (1349 m). La conca è stata originata per sbarramento morenico da un ghiacciaio che scendeva dalla vetta del Monte la Nuda (1895 m ). Le sue dimensioni abbastanza contenute nulla tolgono al fascino che esercita su tutto il paesaggio soprattutto se lo ammiriamo dall’alto del Monte medesimo  che lo sovrasta e raggiungibile su un’agevole funivia.
Da lassù i due laghi, il Cerretano e il Pranda, compaiono a poca distanza l’uno dall’altro immersi nel verde dei boschi: il secondo si differenzia per origine da quella del primo proprio perché artificiale; il lago Pranda (m 1284) infatti  è stato formato in seguito ad uno sbarramento realizzato all’estremità di un vasto acquitrino–torbiera residuo, probabilmente, di un lago preesistente. Gli altri laghi sul versante emiliano del Cerreto (Lago Scuro, Lago le Gore, Lago Vivaio e altri più piccoli) sono tutti di origine glaciale.

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Al Passo del Cerreto

di Salvina Pizzuoli

Dopo Vendoso torniamo sulla Statale 63 per riprendere il nostro itinerario che ci porterà al Passo del Cerreto: il suo nome presumibilmente si lega al Cerro e alla presenza di questa specie arborea in prossimità.

La strada sale lentamente con ampi tornanti: è una striscia scura tra due ali di verde intenso; il bosco domina la salita con scorci che si aprono a mostrare le grigie guglie delle splendide Apuane. Sono pochi i chilometri da Vendoso al Passo che si apre improvvisamente davanti al visitatore al centro di una cortina di monti tra guglie di roccia viva, ampie radure erbose e boschi intensi. Il paesaggio si mostra con caratteristiche che richiamano quello alpino. In effetti il Passo è ad oltre 1200 metri di altitudine e le guglie intorno sfiorano e superano i 2000 metri.

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La via Romea Stadense o Germanica Imperiale

di Giovanni Caselli

E’ la via per Roma per il Brennero, dei viaggiatori tedeschi, scandinavi, baltici e polacchi, nota in Italia come Via Romea Germanica o dell’Alpe di Serra per Arezzo e Orvieto. Arezzo medievale, ad esempio, deve in gran parte la sua rinascita a questa strada.Oltre ad essere una delle due principali vie per Roma questa fu la via della città vescovile di Arezzo situata sull’antico luogo di culto pagano e dove si trovava la tomba di San Donato (363), su questa bassa collina chiamata Pionta, a breve distanza da Arezzo attuale. Il Pionta divenne la città vescovile con sue proprie strutture: Cattedrale, ospitale per pellegrini, Palazzo vescovile, e “studium”. Punto di riferimento obbligatorio  dei viaggiatori tedeschi, scandinavi, baltici e polacchi, e di chiunque  si recava a Roma per il Brennero, nota come Via Romea Germanica o dell’Alpe di Serra per Arezzo e Orvieto.  Arezzo medievale, ad esempio, deve in gran parte la sua prosperità a questa strada. … continua a leggere La via Romea Stadense o Germanica Imperiale

Girellando per Firenze: da via dei Bastioni al lungarno Serristori

di Salvina Pizzuoli

Siamo davanti all’imponente arco sotto il quale s’apriva l’antica Porta San Miniato, l’unica senza torre e munita di un camminamento per il giro di ronda, la cui scala d’accesso è ancora ben visibile a sinistra. Di aspetto trecentesco presenta sulla facciata archetti ciechi pensili in laterizio. Passati sotto l’arco giriamo immediatamente a destra per iniziare la nostra salita lungo via di Belvedere fino al Forte omonimo o di San Giorgio, costeggiando le antiche mura, alte e strette e intervallate da torri quadrate, facenti parte originariamente della seconda cerchia e successivamente incorporate nella terza, quella trecentesca o arnolfiana. La salita è ripida e corre tra le mura e i contrafforti a destra, lato in cui si aprono alcuni spazi erbosi e a olivi, e muri che costeggiano la strada a sinistra. … continua a leggere Girellando per Firenze: da via dei Bastioni al lungarno Serristori

La chiesa di San Michele e il castello di Castiglioni

Da Montorsoli scendiamo verso la valle del Terzolle per poi risalire, all’altezza di Cercina, il versante a sud del Monte Morello percorrendo via di Fondalino, subito prima della magnifica pieve di Sant’Andrea.

Ma dove siamo di preciso?

Non lontani da Firenze, per un sali e scendi lungo il declivio delle amene e ridenti colline che a semicerchio coronano la città. Stradine strette, solitarie, delimitate da muretti a secco, campanili e ville sparse e campi a olivi a perdita d’occhio fino alla città che lontana definisce l’orizzonte.

Paesaggi dolci che seducono il visitatore invitandolo a restare, così oggi come nel passato quando tra il XIV e il XV secolo vennero scelti dai cittadini abbienti che vi si rifugiavano in buen retiro disseminandovi le loro eleganti magioni. E non solo. … continua a leggere La chiesa di San Michele e il castello di Castiglioni

La via Romea Germanica Imperiale in Toscana: dal Valdarno ad Arezzo

di Giovanni Caselli

Dopo Figline ecco San Giovanni in Valdarno mentre oltrepassiamo il confine diocesano, oggi confine provinciale. Castel San Giovanni era il nome originario, oggi una attraente cittadina di oltre 16.000 abitanti, fu fondata nel 1296 su progetto di Arnolfo di Cambio, sul modello della colonia Greca con pianta a scacchiera, con il Cardo e il Decumano, come vie principali, con l’Agorà, o piazza del mercato dove era il centro del culto: la cattedrale, la “basilica” dell’amministrazione, o il palazzo comunale. Uno schema, insomma, valido tutt’ora, grazie ai greci. Questi centri urbani erano punti di riferimento di un retroterra agricolo e non potevano essere abitati da nobili, che  si insediavano nella città capitale dove edificavano case torri che richiamavano il castello di origine. San Giovanni fu capitale di un Vicariato dagli inzi del XV secolo. I vicari ebbero giurisdizione su Greve in Chianti, Pontassieve Incisa, Figline, Cascia di Reggello, Castelfranco, Terranuova, Montevarchi, Bucine e Laterina. … continua a leggere La via Romea Germanica Imperiale in Toscana: dal Valdarno ad Arezzo

La via Romea Germanica Imperiale in Toscana: dall’Appennino pistoiese ad Arezzo (parte quarta)

da Firenze a San Giovanni Valdarno

di Giovanni Caselli

Da Montescalari la Via Cassia Adrianea scendeva al Ponte agli Stolli, un ponte ritenuto di fattura romana, quindi poco avanti il viaggiatore avrebbe raggiunto Figline, ancora non trasformata in ”colonia” fiorentina, pur facendo parte della diocesi di Fiesole, “Fegghine” rimaneva e ancora rimane sul confine tra i territori di Firenze e di Arezzo. Dal nome si deduce che si tratta di un luogo dove si lavorano argille per la fabbricazione di vasi e stoviglie in terra cotta secondo un’arte della ceramica prima etrusca e poi romana. Abbiamo notizie di Fegghine dal X secolo, allora si trattava di un castello in località San Romolo. In basso, dove sorge l’attuale Figline vi era il “mercatale” del castello.  Vicino esisteva  circa 2000 anni prima, il porto emporio etrusco . nel XII secolo Fiesole cercò di  trasferire, nella ormai cittadina , la sede vescovile, ma il tentativo di Fiesole fallì.  … continua a leggere La via Romea Germanica Imperiale in Toscana: da Firenze a San Giovanni Valdarno

Quattro passi nel Parco

Un passeggiata nel Parco dell’Uccellina da Principina a Torre TrappolaDSC_0365

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Impressioni di viaggio su via degli Dei: terza tappa Madonna dei Fornelli – Bosco Mugellano

di Davide Gigli

Madonna dei Fornelli – Bosco Mugellano  25.5 km – 8 ore circa di cammino

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Le altre tappe del percorso:

– prima tappa Bologna-Brento

– seconda tappa Brento – Madonna dei Fornelli

quarta tappa Bosco Mugellano – Montesenario