di Salvina Pizzuoli

La città murata di Grosseto, vista dall’alto, ha la forma di un esagono irregolare con sei bastioni angolari, uno per ogni angolo dell’esagono, a forma di freccia, per un perimetro di circa duemilanovecento metri.

Le imponenti mura furono volute dalla famiglia dei Medici e costruite su progetto di Baldassarre Lanci da Urbino. La costruzione del complesso architettonico occupò un periodo molto lungo, dal 1574 al 1593 come indicato nella targa sul portale della Fortezza a ricordo della conclusione dei lavori.
Grosseto come Lucca è una delle due città toscane che conserva intatto il patrimonio delle sue strutture fortificate, un patrimonio da proteggere e far conoscere.
Iniziamo quindi il giro entrando nel centro storico attraverso Porta vecchia, appartenuta all’antica cerchia medievale insieme al Cassero senese sopravvissuti al cantiere mediceo che ne avrebbe rivoluzionato e attualizzato le strutture fortificate.
A sinistra, lasciandoci la Porta alle spalle, dirigiamo verso la Piazza del Sale (oggi Piazza del Mercato) con il Cassero omonimo, mentre alla nostra destra cogliamo uno scorcio della Piazza delle Catene, oggi Piazza Dante, che accoglie i monumenti più prestigiosi, sia religiosi che civili, e i bei porticati che a forma di elle la cingono da un lato.

Piazza del Sale conserva, tra tavolini e attrezzature per una sosta all’aperto, anche alcuni resti in laterizio che ricordano l’edificio adibito al magazzinaggio del sale, un prodotto fondamentale che veniva estratto anche dal Prile, il grande lago salato, fino al 1386 quando dai Maestri del Sale il grande invaso venne dichiarato stagno d’acqua ormai dolce.
Un cartellone esplicativo mostra l’immagine del magazzino nella sua possibile ricostruzione mentre nella piazza restano solo alcuni mattoni a testimoniare l’antico edificio.

Iniziamo il nostro percorso salendo sulle mura dalle scalette a destra della piazza. In questo tratto le abitazioni che le costeggiano tolgono in qualche modo un po’ di fascino alle strutture che percorriamo, ma ben presto il visitatore viene comunque preso e catturato dall’imponente complesso che, dando uno sguardo in basso, mostra tutta la sua mole e la sua possanza e dalla presenza dei giardini e dal verde dei bastioni alberati. Sotto di noi Porta Corsica, aperta nei primi decenni del secolo scorso, e poco lontano una delle prime sei punte a forma di freccia in cui le fortificazioni si allargano negli ampi bastioni. Solo due le Porte originarie proprio a maggiore protezione della città: a sud la Porta vecchia e a nord la Porta Nuova.



Questa parte delle mura ha un aspetto molto diverso da quello che abbiamo percorso scendendo e risalendo per superare il pezzo demolito nel secolo scorso nei pressi dello slargo di Porta Nuova, detto così ma che non ha alcuna porta, abbattuta alla fine dell’Ottocento, è solo un’apertura verso il Corso Carducci la strada principale che attraversa il centro storico della città.
Risaliamo quindi e percorriamo nuovi tratti delle mura su un cammino dalle caratteristiche diverse. Qui le strutture murarie sono lontane dalle abitazioni e si impongono al paesaggio con il rosso dei loro mattoni, il verde dei giardini e, nei pressi del Cassero Senese, con l’ampio spazio che è facile immaginare occupato dal fossato navigabile che fino al XVIII secolo le circondava. Un altro cartellone ci aiuta con il diorama che lo illustra.


Da lontano e dal basso le mura si mostrano architettonicamente in tutta la loro magnificenza: massicce e snelle nello stesso tempo, si impongono all’attenzione del visitatore anche perché si elevano su uno spiazzo completamente libero e liberato dalla presenza delle auto grazie ad un parcheggio sotterraneo.

Eccoci ora nel punto sicuramente più suggestivo: il Cassero Senese all’interno del Bastione Fortezza.
Tra il 1345 e il 1554 Grosseto è sotto il dominio senese, periodo caratterizzato dall’edificazione del Cassero, dalla costruzione della Cattedrale e dalla realizzazione del nuovo Magazzino del sale. È un torrione rettangolare, inglobato nelle mura medicee, che si eleva alto tra le stesse. La parte in basso è in travertino mentre la terrazza coperta presenta il parapetto in laterizi. Spicca in lontananza il bell’arco a sesto acuto sopra l’altro tondo con le rifiniture in travertino e marmo e con al centro, con i colori bianco e nero, la balzana senese.

Vi si accede per la Porta Santa Lucia con il ponte levatoio. Saliamo per le scale che facilitano la salita rispetto a quelle originali e giungiamo in un grande spiazzo con al centro un’elegante cisterna ottagonale: è la Piazza d’Armi, in laterizi a spina di pesce e pietre in travertino che delimitano a spicchi la pavimentazione sulla quale quasi sopraelevato si erge al centro il pozzo, che vista dall’alto si mostra in tutta la sua accurata e gradevole architettura.


Visitare questa parte delle fortificazioni chiarisce al visitatore la possanza delle stesse e la cura con cui furono edificate: solidità ma anche ricercatezza architettonica dei bastioni, con le due cornici che delimitano la cortina muraria, dei camminamenti interni, delle guardiole, del fossato, delle piazze con i pozzi, tutto porta al visitatore il messaggio di chi li aveva così voluti e fatti edificare. Possiamo provare ad immaginare l’effetto che doveva produrre una simile fortificazione a chi la visitasse nei tempi lontani.


Scendiamo per ammirare da vicino il bastione Maiano, ogni bastione ha un nome proprio, con il Casino delle Palle, nome dovuto allo stemma mediceo che vi campeggia decorandolo: dopo il bastione Miano, in senso orario abbiamo il bastione della Cavallerizza, del Mulino a vento, Garibaldi, della Rimembranza, della Fortezza, nomi che conservano tracce della storia che li ha mutati nel tempo.

La passeggiata si è conclusa ed è stato piacevole trascorrere nel parco che ancora oggi occupa le antiche mura medicee, un progetto di verde pubblico realizzato a partire dal 1833 per volere di Leopoldo II e terminato nel 1850: in quel periodo furono piantati platani, acacie, ippocastani e siepi di mortella e ginepri.

E ora, se alla fine della passeggiata vi capita di aver fame e di voler mangiare del buon pesce, non perdetevi un’altra perla grossetana: “La Perla del Mare” , di Emilia e Alberto, potete gustare pesce freschissimo, cucinato con perizia dallo chef Alberto insignito da vari riconoscimenti.
Permettete un assaggio virtuale?



Articoli correlati:
Grosseto capitale della Maremma
Galleria immagini delle mura medicee di Grosseto