di Giovanni Caselli

Giotto, il Colle del Pionta -particolare dell’affresco la Cacciata dei diavoli da Arezzo (Basilica superiore di Assisi)

Il Colle del Pionta, è un sito archeologico di epoca antica e medievale, conosciuto anche come “Duomo vecchio”, si trova pochi passi a sud-ovest del centro storico di Arezzo, adiacente all’Ospedale di San Donato ad un chilometro dall’attuale cattedrale; luogo di storia, fu nell’Alto Medioevo sede del centro del potere ecclesiastico e civile di Arezzo con i suoi vescovi-conti.

Il suo nome deriva dal toponimo longobardo “biunda“, che significa “recinto”, non indica quindi una linea fortificata, bensì un luogo recintato riferito a terreni coltivati e allevamenti che includeva anche una vasta zona pianeggiante limitrofa al castrum vescovile (De Angelis d’Ossat). Successivamente il castrum prese il nome di “Domus” rimanendo il termine Pionta ad indicare solo le zone marginali pianeggianti. Non conosciamo il suo nome prima dell’epoca longobarda, ma certamente il Pionta ha origini antichissime, come attestano culti di acque salutari riconducibili a fonti medicamentose e miracolose di origine preistorica e documentati da ricerche antropologiche. In seguito allo sviluppo della città’, il colle divenne un cimitero come documentato dai numerosi reperti archeologici custoditi presso l′oratorio di Santo Stefano al Pionta.                                                                                                   

Tuttavia, fu soltanto con il martirio di San Donato, il secondo vescovo di Arezzo del 304 e con l’inizio del suo culto che il sito conobbe la sua fama. Sul Colle del Pionta, dopo la pace costantiniana nel 313, viene eretta da Gelasio, successore di Donato una cappella oratorio attorno al quale, rapidamente, si sviluppò un importante centro culturale che ha portato il prof. J.P. Delumeau, dell’università’ di Rennes, ad accostare il Pionta a Tours, anch’essa, come Arezzo, città binaria e a parlarne come uno dei principali luoghi spirituali dell’occidente cristiano.                                                                                                                                       

Colle del Pionta, scavi archeologici

Il ruolo che esso ebbe è peraltro documentato dalle numerose visite di grandi personaggi che, per oltre un millennio, si susseguirono in questo luogo, tra gli altri, come riportano le cronache: i due papi Vittore II che vi morì nel 1057 e  Gregorio X che vi morì nel 1210 le cui spoglie riposano nell’attuale cattedrale, Pipino il breve nel 756 e il figlio Carlo Magno nell’800 e 801, Lotario I nell’836, Ugo di Arles con il figlio Lotario nel 936 e 939, Ottone I nel 970, Ottone II nel 981, ottone III nel 996.                                                                     

Ciononostante, la fama raggiunta dal sito del Pionta è attestata essenzialmente dalla fervida attività’ architettonica il cui rilevamento è tuttora in fase di definizione. Si affianca nel 650-840 alla primitiva chiesa paleocristiana del IV secolo, area ancora non identificata, le esplorazioni effettuate si affianca la cattedrale di Santa Maria e Santo Stefano, come, rivela la presenza dei longobardi e poi dei franchi, la canonica istituita dal papa Pietro I presso la cattedrale nell’840 (non è stata ancora identificata), la sede vescovile ( il vescovo di Arezzo fu uno dei primi ad essere dopo il mille investito del titolo di conte), ed, infine, il grandioso complesso del Tempio di San Donato, realizzato dall’allora famoso architetto Maginardo  ispirato dalla   Basilica di San Vitale di Ravenna, consacrato nel 1032 e ancora non identificato dagli archeologi. 

Si viene così a costituire una vera cittadella vescovile la cui vitalità culturale conferma, oltre la presenza stessa di Maginardo, di Guido Monaco e dell’archivista Gerardo, lo sviluppo degli studi giuridici, musicali e dell’arte della miniatura, complesso di fattori che costituirono la “scuola della cattedrale”. Fu ad Arezzo quindi che il Pionta fu terza Università al mondo dopo Parigi e Bologna dentro le mura della città, tra il 1203 e il 1215. Infatti fu nel 1203 che papa Innocenzo III ordinò il trasferimento della cattedrale, dell’episcopio e della canonica dentro la cinta muraria.                                                                

Ma il Colle del Pionta, per secoli meta di venerazione e pellegrinaggio per tutto l’occidente cristiano, venne trascurato e con il passare del tempo, subì saccheggi e divenne rifugio di fuorilegge e vagabondi. L’ultimo episodio, a determinare il definitivo declino del Pionta, avvenne in conseguenza della decisione di Pietro Strozzi, nemico del granduca  Cosimo I de′ Medici, di accamparvisi con le sue truppe il 20/06/1554, scelta che portò Cosimo I alla demolizione dell’intero complesso dell’Episcopio e della Canonica. Per ordine di Papa Innocenzo III nel 1203, il complesso sacrale di Pionta subì le prime devastazioni ad opera degli stessi aretini nel 1110, poi nel 1129 nel contesto degli scontri tra guelfi e ghibellini.                                                                                                                                               

Così, pur rimanendo meta di venerazione e pellegrinaggio, il colle del Pionta con il passare del tempo fu abbandonato, subendo saccheggi e divenendo ricovero di fuorilegge e sbandati. Molte le opere d’arte prestigiose che nel corso dei secoli sono andate perse, rubate e distrutte. Nel 1338 fu ritrovato nella Collina il cosiddetto Deposito di San Satiro, oggi esposto nella parete destra della Cattedrale cittadina. Dal complesso sacrale del Pionta è molto probabile che provengano i tre splenditi crocifissi lignei oggi custoditi nel museo diocesano. Mentre, è certo che l’affresco trecentesco della Madonna della Rosa, attribuito a Spinello Aretino, provenga dall’area Sacra del Pionta, staccato e trasferito nel XVI secolo nella chiesa della Madonna del Duomo di via Oberdan. Giorgio Vasari coevo all’ evento della  distruzione del Pionta pare non sollevasse obiezioni.