di Alessandro Ferrini

Percorso Cassia vetus fra Arezzo e Firenze
Percorso Cassia vetus fra Arezzo e Firenze

L’importante via consolare ripercorreva in gran parte un tracciato di origine etrusca che univa Chiusi ad Arezzo passando per Cortona. Nel II secolo Arezzo divenne roccaforte essenziale a difesa delle incursioni dei Celti. È il periodo in cui il censore Lucio Cassio Longino intraprese la ristrutturazione della via che da lui ebbe il nome.

Intero percorso della via Cassia vetus
Intero percorso della via Cassia vetus

La strada usciva da Roma, passava da Chiusi, toccava il lago Trasimeno fino ad arrivare ad Arezzo (Adretium).
Il tratto da Arezzo a Fiesole coincide esattamente con quello etrusco. In epoca medievale, fra Castiglion Fibocchi, dove nel XII secolo venne eretto il “Castellio de Filiis Bocchi” feudo dei Conti Pazzi, e Cascia vicino a Reggello, prese il nome di via dei Sette Ponti lungo la quale sono stati rinvenuti numerosi resti di età romana e pre-romana.
La Cassia Vetus usciva da Arezzo dalla medievale porta San Clemente, superato l’Arno a Ponte a Buriano (Vicus Aburianus) correva lungo le pendici del Pratomagno ad una altezza media di circa 300 m sia per evitare l’attraversamento di piccoli corsi d’acqua sia la pianura alluvionale dell’Arno, così da facilitare la viabilità.
L’area su cui si snoda la strada è caratterizzata da ampi pianori, come testimoniano i toponimi di molte località Pian di Cascia (forse Plano de Via Cassia), Pian di Castelfranco, Pian di Scò ed è costellata di pievi romaniche a testimonianza di quanto il percorso sia stato frequentato anche in epoca medievale.
Da Castiglion Fibocchi la strada proseguiva diritta verso Borro e toccando Case San Michele, Traiana (villa Laetoriana) e Paterna (praedia Paterniana) arrivava nel luogo dove nell’VIII secolo venne eretta su resti romani la Pieve di S. Pietro a Gropina.

Gropina: la bella pieve dalla facciata semplice e poderosa
Gropina: la bella pieve dalla facciata semplice e poderosa

Attraversato il torrente Ciuffenna la strada piegava verso Montemarciano (Vicus Marcianus) luogo dove sorse la medievale chiesa di Santa Maria delle Grazie e continuava per Montalto (castello del XII secolo) per giungere a Certignano (Fundus Certinianus).
Proseguendo verso Donnini la strada incontrava Pitiana, dove sorge la Pieve, superava poi il torrente Vicano di Pelago e giungeva al ponte sulla Sieve (fluvius Sevis) di cui resta qualche piccola traccia, alla stretta di Fossato, sotto il poggio di Quona. Come riferisce il Chini circa 800 metri a nord dalla confluenza della Sieve nell’Arno esisteva un tempo il cosiddetto “ponte a Vico”, di epoca romana, dove si dice fosse transitato Annibale in marcia verso il Trasimeno.
Al di là della Sieve la strada romana, volgendo ad ovest, proseguiva lungo la riva destra dell’Arno, toccando il borgo delle Sieci (dove nel 1914 vennero scoperti ruderi di una villa romana) e quello di Compiobbi (Complubium). Qui, abbandonato il corso dell’Arno,  si dirigeva verso il colle su cui sorge il borgo di Terenzano (praedium Terentianum), continuando poi per Settignano (praedium Septimianum), Corbignano, Maiano (praedium Marianum) fino all’etrusca città di Fiesole.

Un tratto della via Cassia a nord di Roma
Un tratto della via Cassia a nord di Roma

Dopo la fondazione di Firenze e la sua rapida crescita fu creata una diramazione che da Compiobbi continuava a costeggiare l’Arno e toccando Quintole (ad quintum lapidem) Varlungo (ad vadum longum) conduceva alla porta Orientalis, la medievale Porta San Piero. Intorno al I° secolo a.C. la Cassia fu prolungata con un tracciato più rettilineo e pedecollinare da Firenze fino a Lucca e Luni, passando per Prato e Pistoia.

Da quanto detto si evince che il percorso della Cassia vetus non ha niente a che vedere con quello della s.s 2, la moderna Cassia,  riedificata su antichi percorsi in epoca imperiale, detta anche Cassia francigena che da Firenze conduce a Siena e poi a Roma utilizzata in epoca medievale e poi ammodernata nel periodo rinascimentale.

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Percorsi Cassia vetus
Percorsi Cassia vetus

Dopo la pubblicazione del presente articolo abbiamo ricevuto un interessante contributo del sig. Giovanni Caselli che presentiamo ai nostri lettori. Si tratta della individuazione di un percorso alternativo (tracciato in viola) della Cassia vetus che passando dal Casentino ripercorreva probabilmente un tratto della Flaminia militaris, la via consolare che collegava Arezzo e Bologna.