Dietro Monte Morello, a circa un chilometro e mezzo dalla frazione di Paterno, nel comune di Vaglia, inerpicata su un ripido cocuzzolo che domina il vallone segnato dal torrente Carzola, tributario della Carza, sorge l’antica chiesa di Sant’Andrea a Cerreto Maggio.
Oltre al ben noto e lungo Ombrone, il secondo fiume toscano dopo l’Arno, che dai monti del Chianti con un corso tortuoso e meandriforme sfocia poi nel Tirreno nei pressi di Grosseto, ve n’è un altro del medesimo nome che, per distinguerlo, ha aggiunto il toponimo di Pistoiese.
L’Ombrone pistoiese
Il suo corso, molto più breve, lo vede confluire in Arno di cui è uno dei maggiori affluenti insieme al Bisenzio. Ha una sua storia: nei tempi lontani ….
Superato il Passo del Muraglione, che ben testimonia il proprio nominativo con il massiccio muro che difendeva i viandanti dal forte vento, dentro una valle alta e verde scavata da limpidi ruscelli che vi serpeggiano sul fondo rumorosi d’acque, si giunge a Portico. Un bell’arco ampio e alto accoglie il visitatore che varcatolo si trova a percorrere le strette strade del piccolo borgo. Ma torniamo un attimo indietro, a prima dell’arco, cosa ha colpito la nostra attenzione?
Cetona accoglie il visitatore con la sua grande piazza, piazza Garibaldi, che caratterizza tutto
Cetona La fontana di piazza Garibaldi
l’abitato insieme alla torre della Rocca e al Rivellino. La piazza è dedicata all’eroe del risorgimento che soggiornò in una delle abitazioni che ancora oggi viene indicata da una grande piastra in fondo a destra del grande rettangolo che la costituisce: colpisce perchè inattesa in un borgo che può vantare origini etrusche e romane, ma soprattutto medioevali attorno alla sua bella rocca, oggi ridimensionata nelle sue originarie strutture. Stupisce il Rivellino che si staglia circolare, quasi un’appendice anomala, ma gradevole e che abbellisce di non poco il già notevole colpo d’occhio che la bella piazza riserva al visitatore. Lastricata in travertino è luminosa
Itinerario: Figline Valdarno-Gaville-Ponte agli Stolli-Lucolena-Radda-Lucarelli
L’itinerario che proponiamo percorre un paesaggio dolce e punteggiato da belle coloniche ristrutturate da sapiente rifacimento con la pietra grezza delle loro facciate e archi e terrazze coperte, tra vigneti oliveti e castelli, come quello D’Arbola del XII secolo, e fattorie di produzione e vendita dirette di olio e vino. La dolcezza del paesaggio ci fa comprendere perché molti stranieri lo amino al punto da trasferirvisi dai loro paesi d’origine. …
Vi proponiamo un itinerario, preferibilmente da fare in moto, di circa 40 chilometripartendo da Pescia e facendovi ritorno. La stagione da preferire è la primavera inoltrata, ma anche in inverno conserva un fascino particolare pur nella mancanza del verde che domina questo angolo della Valdinievole.
Usciti da Pescia costeggiando il fiume omonimo, in direzione nord ci si immette nella via Mammianese. Un cartello stradale turistico segnala l’ingresso nella zona dell’alta valle del fiume detta Valleriana ma oggi più conosciuta come Svizzera Pesciatina. Simonde de Sismondi, ginevrino, nel lontano 1794 soggiornò a lungo in Toscana terra dei suoi nobili antenati, acquistò una Villa nei pressi di Pescia che chiamò “Valchiusa” e si dedicò alla coltivazione colpito dalle tecniche colturali della Valdinievole; lasciò in eredità alla zona di quella bella valle che amava l’appellativo di Svizzera Pesciatina tanto gli ricordava paesaggisticamente la sua terra d’origine: boschi di castagni, prati verdissimi, silenzi e sui cucuzzoli agglomerati di case su cui svettavano torri antiche. Pietrabuona, Fibbialla, Medicina, Aramo, Sorana, San Quirico, Vellano, Castelvecchio, Stiappa e Pontito questi i nomi delle dieci “castella” appollaiate lungo le valli formate dai due rami del Pescia: la val di Forfora e la val di Torbola. Il termine “castella” diventa ….
Le prime documentazioni datano tra la fine del XIII e l’inizio del XIV secolo la presenza di un insediamento in felice posizione: il fiume, il Porto di Mezzo, il ponte sull’Arno, l’antica via Pisana, le cave di arenaria nelle colline limitrofe a cui aggiungere, non lontana, la presenza di un nucleo urbano in grande espansione quale era quello di Firenze. La denominazione di “lastra” gli deriva probabilmente dalla presenza delle cave anche se si affiancava in origine a quello di Gangalandi dal nome di una famiglia di conti e signori feudali che dominava sul territorio. Sarà comunque la vicinanza di Firenze a tracciare la storia dell’insediamento quando nel XII secolo si sostituirà al potere dei signori locali con la volontà di costituire una serie di baluardi lungo la via Pisana a difesa da attacchi esterni e a tutela delle attività commerciali che si svolgevano nel Porto di Mezzo, importante scalo fluviale per merci destinate all’approvvigionamento di Firenze e, verso Pisa, per i traffici marittimi, con la viabilità garantita per le altre destinazioni dalla presenza del ponte sull’Arno. … continua a leggereVisita al centro storico di Lastra a Signa, un borgo murato
La romana via Cassia esce da Pistoia per raggiungere la stazione di Hellana, oggi Agliana. Agliana era sicuramente in epoca antica, collegata con la Via Emilia lungo l’attuale via SS25 e anche mediante la SP 24 per Fognano e Fossato. Esistono vie di crinale di origine preistorica che traversano l’Appennino in vari punti collegando la Via Cassia alla Via Emilia. Ricerche archeologiche relativamente recenti, cioè condotte con metodo scientifico non da storici dell’arte, testimoniano che la pianura pistoiese-fiorentina è stata abitata fino dal Mesolitico, da circa 9000 anni fa, quindi da popolazioni neolitiche, da 7000 anni fa e poi continuamente attraverso tutte le fasi preistoriche e storiche in virtù della fertilità del suoli, di facili comunicazioni per vie d’acqua e stradali che mediante una serie di controcrinali consentivano l’attraversamento dell’Appennino collegandosi con la viabilità che poi sarebbe diventata la Via Emilia. La linea di comunicazione pedemontana da Firenze a Pistoia per strade e vie d’acqua è stata, fin dalla più antica preistoria, densamente popolata da genti provenienti in massima parte dalla Pianura Padana. La civiltà etrusca orientalizzante, raggiunse queste popolazioni per vie marittime e fluviali, sia dall’Adriatico per l’estuario del Marecchia e per la via pedemontana a nord, oppure da Pisa lungo l’Arno e il Bisenzio canalizzati già dall’Età del Bronzo. … conrinua a leggereLa via Romea Germanica Imperiale in Toscana: insediamenti umani nella piana da Pistoia a Firenze