La tomba della biga di Castro

di Michele Zazzi

La tomba della Biga di Castro fu scavata unitamente ad altre nel 1967 nella necropoli etrusca di Ischia di Castro (VT) dal centro Belga di Studi Etrusco-italici.
L’ipogeo, al quale si accedeva tramite un lungo dromos a cielo aperto, presentava un vestibolo con due porte ed un’unica camera in posizione asimmetrica rispetto agli accessi. Per qualche motivo la terza porta (individuabile dai segni sulla parete) non fu mai realizzata.

Nella camera, già oggetto di scavi clandestini, furono trovati elementi di un letto di legno che era appoggiato su una banchina e parte di un ricco corredo (compreso vasellame in bucchero ed in metallo da banchetto).
Vi era un unico defunto (per quanto desumibile dai resti ossei); forse poteva trattarsi di una giovane donna come farebbero pensare alcuni effetti personali quali, un pendente d’oro con scarabeo, una coppia di sandali in bronzo e legno con inserti di oro ed ambra, anello in bucchero, un sonaglio in bronzo ed argento, un manico bronzeo relativo forse ad un flabello, un’armilla a capi sovrapposti in bronzo ed un lydion per oli profumati.

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The Battle of Talamone between the Celts and the Romans in 225 BC

By Alessandro Ferrini

Talamone Castle built in the medieval era on the remains of an Etruscan-Roman building (photo from the early twentieth century)

In 1888, during excavations for the construction of a military fortification on the summit of the Talamonaccio hill, the remains of the ancient Etruscan city were unearthed. This is what Gamurrini, one of the scholars who began the archaeological investigations, recounts:

“The summit of the Talamonaccio hill was, in Etruscan-Roman times, occupied by a small city which, to the southeast, overlooked the Via Emilia and the mouth of the Osa River, and to the west, the port and the sea inlet. It was enclosed by a double circuit of dry-stone walls, now almost entirely dismantled and covered by earth: the first outer one about a kilometer long, the other inner one at a short distance from it. The houses, frequently built with walls and lime-glazed floors, followed Roman methods and measurements. The city flourished, as inferred from the underlying necropolis, in the third century BC and may have been founded slightly earlier.”
(Notizie degli Scavi di Antichità, year 1888)

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L’antica Etruria descritta da Plinio il Vecchio

Antica Etruria

Nella Naturalis Historia, la sua monumentale opera, Caio Plinio Secondo, detto Plinio il Vecchio (23-79 d.C.), oltre alla famosa classificazione delle specie botaniche ci offre anche la descrizione geografica del territorio europeo e del bacino mediterraneo. Riportiamo di seguito il brano relativo all’Etruria.

“La costa della Liguria si estende per 211 miglia dal fiume Varo1 al Magra. Da lì inizia la settima2 regione, l’Etruria; una regione che spesso ha cambiato nome. In tempi antichi i Pelasgi cacciarono da essa gli Umbri, ma ne furono a loro volta scacciati dai Lidi. Dal nome del re di questi gli abitanti furono chiamati Tirreni3. In seguito, dalla parola greca del rito sacrificale, presero il nome di Tusci4. … continua a leggere L’antica Etruria descritta da Plinio il Vecchio

La distruzione romana di Velzna/Volsinii (264 a.C.)

di Michele Zazzi

Area archeologica di Volsinii Novi

Nella seconda metà del IV secolo Velzna o Velsna (in latino Volsinii) entrò in contrasto con Roma. L’odierna Orvieto unitamente ad altre città dell’Etruria interna (tra cui probabilmente Perugia, Cortona ed Arezzo) organizzarono una coalizione anti-romana con altri popoli quali i Sanniti, gli Umbri ed i Celti nel comune intento di mettere freno all’ascesa dell’Urbe. Lo scontro avvenne a Sentino nel 295 a.C. ma la coalizione subì una dura sconfitta. Nel 294 a.C. il console Lucio Postumio Megello devastò l’agro volsiniese. Velzna chiese ed ottenne una tregua quarantennale e dovette pagare ingenti risarcimenti. Nella successiva battaglia del Lago Vadimone del 283 a.C. i Romani vinsero ancora sconfiggendo una coalizione di Etruschi e Galli. Nel 280 a. C. si ha notizia di un trionfo del console Tiberio Coruncario sugli abitanti di Velzna: Orvieto era praticamente sotto il controllo romano.

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Luni, nell’antica Etruria

di Salvina Pizzuoli

Luni/Lunigiana, l’accostamento è immediato, eppure oggi l’area archeologica dell’antica Luni non appartiene amministrativamente alla regione Toscana.

Luni, ingresso anfiteatro

Di antica origine etrusca e poi ligure, divenne colonia romana con il nome di Luna, collocata in Etruria, la VII Regio, in base alla compartimentazione di Ottaviano, la cui estensione comprendeva varie aree della regione attuale, ma non ne riproponeva i medesimi confini a nord e a sud. 

Colonia romana dal 177 a.C. Luna era importante per il suo porto alla foce del Magra e per i suoi marmi, i pregevoli marmi delle Apuane.

Sull’origine del suo nome varie le congetture, ma nulla di certo: … Continua

La via Clodia in Maremma

di Alessandro Ferrini

Saturnia, Porta Romana e via Clodia

In Etruria esistevano due strade con questo nome: una a nord collegava Lucca a Modena e a Luni, l’altra di cui ci occupiamo in questo articolo, correva a sud nel territorio della Maremma grossetana.
Occorre subito precisare che l’itinerario della strada che attraversa il territorio maremmano è assai difficile da ricostruire e storici e archeologi da anni sono impegnati nel cercare un tracciato preciso. La natura stessa del percorso nato per collegare fra loro vari centri importanti non necessariamente disposti in modo geograficamente lineare rende valide molteplici ipotesi: è assai probabile che esistesse un reticolo di strade e non un unico tracciato.
Quello che proponiamo è solo il risultato, a nostro parere il più credibile, della collazione delle varie ipotesi che si sono susseguite nel corso del tempo. … continua a leggere La via Clodia in Maremma

Visita al Museo Archeologico di Grosseto: Roselle

di Salvina Pizzuoli

Chi si trovasse nei dintorni di Grosseto, non si perda una visita al Museo Archeologico, non solo perché è un Museo ben organizzato nelle diverse Sezioni in cui è suddiviso, ma soprattutto per avere cognizione ampia di un territorio, quello della Maremma, che di solito conosciamo e visitiamo per le bellezze che la costa regala al visitatore. I Musei sono infatti spesso considerati solo luoghi di custodia o di studio, presumibilmente “stancanti” per quella marea d’oggetti con cui si presentano al visitatore. Ma anche i Musei sono cambiati e tanto. Oggi “raccontano” il passato e il territorio proprio perché ciascun oggetto non è solo un reperto ma un’opera che ci giunge dal passato con una sua precisa contestualizzazione*. Per entrare nei dettagli, prima della rassegna fotografica e didascalica di alcuni reperti presenti e scelti per questa documentazione, diremo come è organizzato.

Caratteristica peculiare è la semplicità della fruizione oltre all’interessante materiale che alberga e alla funzionale contestualizzazione dei reperti. Ciascuna sala si apre infatti su un corridoio principale, con un titolo che ne sintetizza il tema e il periodo, costituito da una vetrina dove sono esposti i reperti idonei a fornire un’idea base, entrando all’interno della sala altre vetrine approfondiscono e ampliano con nuovi reperti la documentazione e dove ciascun reperto viene spiegato in didascalie numerate. Pannelli informativi e fotografie accompagnano il percorso del visitatore con indicazioni storiche. … continua a leggere Visita al Museo Archeologico di Grosseto: Roselle

L’antica Etruria descritta da Plinio il Vecchio

Nella Naturalis Historia, la sua monumentale opera, Caio Plinio Secondo, detto Plinio il Vecchio (23-79 d.C.), oltre alla famosa classificazione delle specie botaniche ci offre anche la descrizione geografica del territorio europeo e del bacino mediterraneo. Riportiamo di seguito il brano relativo all’Etruria.

La costa della Liguria si estende per 211 miglia dal fiume Varo1 al Magra. Da lì inizia la settima2 regione, l’Etruria; una regione che spesso ha cambiato nome. In tempi antichi i Pelasgi cacciarono da essa gli Umbri, ma ne furono a loro volta scacciati dai Lidi. Dal nome del re di questi gli abitanti furono chiamati Tirreni3. In seguito, dalla parola greca del rito sacrificale, presero il nome di Tusci4. … continua a leggere L’antica Etruria descritta da Plinio il Vecchio

Il porto di Pisa in epoca tardo antica

Pisis Turrita nella Tavola Peutingeriana

Occorre ricordare per prima cosa che la linea della costa toscana in questo punto era più arretrata rispetto all’attuale di alcuni chilometri, seguiva un andamento curvilineo verso l’interno formando il Sinus Pisanus nell’area compresa tra le attuali  Tirrenia e Livorno.

Nel periodo tardo antico gli approdi principali erano situati nelle zone di San Piero a Grado e di Santo Stefano ai Lupi, collocati presso il ramo settentrionale e meridionale del delta dell’Arno. Lungo tutto il golfo erano situati approdi minori che attraverso altri rami del fiume e canali giungevano fino al centro di Pisa o in altre località intorno al bacino del Serchio. (Ad esempio Isola di Migliarino usata fra il periodo della tarda repubblica e il V-VI secolo) A questo proposito è bene ricordare che la foce dell’Arno in origine era a delta, caratteristica tipica dei fiumi che sboccano nel Mediterraneo: solo dopo varie opere di canalizzazione la foce del nostro fiume è divenuta un estuario, più adatto a permettere la navigazione interna. … continua a leggere Il porto di Pisa in epoca tardo antica

Approdi marittimi e porti in epoca tardo antica e alto medievale in Toscana

Mosaico di epoca romana (Ostia)

Molti porti dell’epoca romana situati sulla costa della Toscana continuarono ad essere attivi anche durante l’alto medioevo seppure ridimensionati nei traffici e, in diversi casi, progressivamente inutilizzabili a causa dell’insabbiamento e della scarsa manutenzione. Così, tra gli altri, Luni, Vada, Populonia, Cosa e lo stesso Porto Pisano sono rimasti attivi in tutto il periodo tardo-antico, anche durante la guerra greco-gotica e la successiva conquista longobarda. A questi scali di maggiore importanza si aggiungevano poi altri numerosi approdi praticabili grazie alla ridotta stazza dei natanti e magari utilizzati solo per alcuni periodi dell’anno come quelli alle foci di fiumi (si pensi a Torre Trappola a bocca d’Ombrone o al piccolo golfo delle Rocchette). … continua a leggere Approdi marittimi e porti in epoca tardo antica e alto medievale in Toscana