I luoghi del Decameron: Filippo Balducci a Montesenario

di Alessandro Ferrini

Nell’introduzione della IV giornata è inserita una novella narrata direttamente da Filostrato, colui che sceglie il tema del giorno, una eccezione che porta il reale numero delle novelle del Decameron a centouno.

La novella si ambienta in gran parte a Monte Senario o Monte Asinario, come veniva chiamato nel medioevo, e infine a Firenze.

L’Eremo di Monte Senario inizia la sua storia a metà del Duecento quando, secondo una leggenda, sette fiorentini decisero di allontanarsi dalla città in grande espansione commerciale ed edilizia e di rifugiarsi nelle grotte del monte, ancora oggi visitabili, mettendosi al servizio di Maria e dando origine all’ordine monastico dei Servi di Maria. … continua a leggere I luoghi del Decameron: Filippo Balducci a Montesenario

Vicissitudini di un’abbazia: Abbadia a Monastero d’Ombrone

Conosciuta anche con il nome di Abbadia della Berardenga nella valle dell’Ombrone senese o come in origine di San Salvatore e Alessandro di Fontebuona a Campi sopra il torrente Coggia, a pochi chilometri da Castelnuovo Berardenga, ha una storia antica e molto travagliata. Oggi si presenta imponente nella vastità degli edifici che la compongono sui quali svetta il quadrato campanile nel verde intenso dei prati che la circondano.

Nacque nel nome di Dio e con la volontà di rispondere al richiamo del Vangelo dove si dice vendi tutto ciò che hai e il ricavato dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo, faceva scrivere il fondatore, il conte Wuiginisio, che la volle, insieme alla moglie Richilde, per amore di Dio onnipotente e per la remissione dei nostri peccati, affinché possiamo meritare il perdono di Dio misericordioso (dall’Atto di fondazione dell’abbazia in data 15 febbraio 867).    …   continua a leggere    Abbadia a Monastero d’Ombrone

Il castello della Chiocciola nella Montagnola senese

A sinistra La Chiocciola, più a destra la Villa, in arancio la SS2 Cassia, in bianco la strada per Riciano (clicca sull’immagine per ingrandire)

Il nostro itinerario, in uscita da Monteriggioni, contempla una prima escursione nella Montagnola senese. Seguiamo la statale numero 2 Cassia fino alla località Il Ceppo e da lì, lungo un bivio a destra, ci dirigiamo verso Riciano. Siamo a pochi chilometri da Siena, lungo le pendici sud orientali della Montagnola.

La giornata non è luminosa, ma il paesaggio è dolce con i suoi arrotondati declivi e, come immaginavamo, è subito punteggiato da torri svettanti e grandi prati e lievi cocuzzoli. Vari cartelli indicano la via Francigena che costeggia i primi due castelli che si inquadrano nel panorama con le loro forme quadrate e merlate, il primo è il castello di Villa.   …  continua a leggere  Il castello della Chiocciola nella Montagnola senese

La genesi del paesaggio classico (terza parte)

Dalle fonti antiche e secondo l’osservazione dell’antropologo

Con particolare riguardo al paesaggio toscano

di Giovanni Caselli

Melo cotogno

Il pino è un elemento  essenziale del paesaggio italiano classico, Plinio non poteva che classificarlo terzo nella sua dettagliata descrizione degli alberi utili. Il quarto albero da frutto è per Plinio il cotogno, un frutto – ingiustamente ignorato oggigiorno – di origine cretese, col suo evocativo nome di Crysomela. Il melograno è il quinto frutto, assieme alla rarissima pesca. Il melograno aveva associazioni simboliche, soprattutto connesse con la fertilità, la stele di Londa (V sec. a.C.) mostra una donna seduta – la defunta – che regge una melagrana.

La Persica, ossia la pesca, ha un nome che ne tradisce l’origine.   … continua a leggere   La genesi del paesaggio classico

Pisa e dintorni

In questi cinque anni tuttatoscana è cresciuta assommando un corposo numero di articoli totali. Il vecchio Indice quindi non risponde più alle esigenze di chi vorrebbe, scorrendolo, trovare, a seconda delle sezioni, l’articolo che lo interessa. Abbiamo pensato allora di crearne uno nuovo che, nelle varie sezioni, accorpi in modo più funzionale gli articoli relativi, per favorire una migliore fruizione al visitatore e al lettore eventuale.

Articoli relativi a “Pisa e dintorni”

Pisa e l’Arno: storia e geografia di un antico sistema portuale

L’antico attracco e la basilica di San Piero a Grado

Abbazia di San Savino a Montione

La pieve di Calci

Vico Pisano: per le vie del borgo medievale

Galleria foto di Vico Pisano

S. Jacopo a Lupeta

Visita al Museo delle antiche navi di Pisa: un entusiasmante viaggio nel passato

La via Aurelia ed Aemilia Scauri (quarto itinerario): da Salebro a Portus Pisanus

La via Aurelia ed Aemilia Scauri (quinto itinerario): da Portus Pisanus a Luni fino a Vada Sabatia

Larderello: La Valle del Diavolo, dove la terra fuma

Abbazia di San Lorenzo al Lanzo o Abbazia Ardenghesca

Abbadia Ardenghesca

La Maremma sa sempre essere generosa con il visitatore: per i paesaggi, per il ricco manto che verdeggia sulle sue morbide colline, per i panorami marini che luccicano in lontananza; non da meno sono le antiche vestigia che conserva e le testimonianze delle più remote popolazioni che l’hanno scoperta e abitata. E ancora, sa svelarsi al viaggiatore con angoli sconosciuti ma la cui suggestione cattura anche quando le sue bellezze sono nascoste. E dispiace poi vederle magari in abbandono, anche se non recente, come ricorda il Repetti quando descrive nel suo Dizionario l’abbazia di San Lorenzo al Lanzo o Abbadia Ardenghesca:

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La genesi del paesaggio classico (prima parte)

Dalle fonti antiche e secondo l’osservazione dell’antropologo

Con particolare riguardo al paesaggio toscano

di Giovanni Caselli

Paesaggio classico in Toscana
La “lisca”, il celebre osso di balena preistorica rinvenuto nei pressi di Firenze (Foto di Enio Bravi)

Dei periodi geologici che si sono succeduti durante i 4 miliardi e mezzo di anni che sono trascorsi dalle origini del nostro pianeta, quelle che ci interessano più da vicino sono solo gli ultimi tre, quelli succedutisi durante gli ultimi 7 milioni di anni circa, le cui testimonianze sono percepibili quando facciamo un’escursione in campagna. Dopo il Carbonifero Permiano si è verificato un abbassamento della parte tirrenica che era ancora coperta dalle acque, causando così un accumulo, in questo avvallamento, di numerosi strati di detriti spessi fino a 3 km parte dei quali vediamo in tutto l’Appennino.    … continua a leggere    La genesi del paesaggio classico (prima parte)