
Un piccolo museo, recente, ma estremamente interessante per la qualità dei numerosi reperti che alloggia, documenti fotografici e modellini, sezioni dedicate a diversi campioni di marmi, e macchinari, fino a realizzazioni moderne e contemporanee di manufatti nati dalla creatività di artigiani e amatori della pietra lucente.



Da non dimenticare, anzi da fruire subito all’inizio della visita, la visione di quattro filmati che raccontano in modo incisivo ed essenziale le tecniche antiche di estrazione, il lavoro delle maestranze, le fonti di energia utilizzate, legate soprattutto a quella muscolare di uomini e animali, le trasformazioni nel tempo e anche le nuove macchine che hanno alleggerito il lavoro dell’uomo, davvero pericoloso e pesante dei tempi più lontani, basti pensare che il martello pesava due chili e il cavatore o il rifinitore battevano per otto ore. Un piccolo spazio ma che avvicina sicuramente il visitatore a questo mondo, che spesso conosce e ammira solo nel prodotto finito, che coniuga ambiente e materiali, abilità, creatività, fornendo un quadro ampio che avvicina alla cultura del marmo attraverso la memoria storica, nel Museo documentata, di un percorso secolare.
Per i macchinari, a parte alcuni esempi, rimandiamo ad un articolo di approfondimento di archeologia industriale relativa all’estrazione al trasporto e alla lavorazione del marmo.

L’attività estrattiva documentata nel Museo è attestata da reperti di epoca romana che vanno dal I secolo a.C. al III secolo d.C.









Realizzazioni ideate tra la fine degli anni ’60 e gli inizi degli anni ’70 del Novecento.
Articoli correlati: