ovvero le erbe aromatiche più diffuse in Toscana

La Calamintha nepeta o nepitella viene chiama in Toscana anche nepetella, nipitella o niepeta.

nepitella1

Cresce spontanea in tutto il territorio italiano, nei prati, lungo i muri e sui terreni incolti. È una pianta perenne dall’aroma particolare. Il suo nome pare derivi dal latino nepa, scorpione, perché si credeva ne curasse il morso. Altri ne fanno derivare la denominazione dall’antica città etrusca di “Nepete” (attuale Nepi) o che fosse la pianta ad averle dato il nome perché particolarmente diffusa nel territorio e sicuramente utilizzata sia come pianta aromatica sia come pianta medicinale. In erboristeria infatti le si riconoscono virtù digestive, carminative, espettoranti oltre ad una riconosciuta azione eccitante.

Nel Dizionario etimologico viene definita “pianta odorifera di sapore acuto simile alla menta” e spesso chiamata infatti “mentuccia” sebbene si tratti di una “falsa menta” con diverso genere d’appartenenza.

Si presenta con piccole foglie dal colore verde tenero e leggermente dentellate. Fiorisce da giugno fino a tarda estate con fiori minuti tendenti al lilla pallido commestibili insieme alle foglie che spandono all’intorno un profumo particolare e inconfondibile.

nepitellaritaglio

Utilizzata e conosciuta fin dall’antichità la troviamo anche nelle ricette del grande Apicio che la utilizzava nelle salse, come in quella per uccelli in cui la distingue dalla menta secca (menthana siccam) citata tra gli ingredienti mentre indica di aggiungere la “nepeta” e il sedano verde al momento di servire l’animale condito con la salsa precedentemente ottenuta.

In Toscana veniva detta anche “erba da funghi” proprio perché utilizzata per trifolare aromatizzando con la nepitella e nelle zuppe di funghi. In realtà trova impiego in molti piatti per il suo aroma pieno e delicato allo stesso tempo. 

nepitellaefunghi

Guido Pedrittoni nel ricettario dedicato alla “Cucina toscana” ci presenta un uso della nepitella alquanto sconosciuto: vino aromatizzato utilizzando 15 grammi di nepitella in un litro di vino dolce e aggiungendovi cannella, vaniglia e chiodi di garofano. E per non dimenticare il caro vecchio Artusi, riportiamo la sua ricetta 417:

carciofi alla nepetella

“Se vi piacesse di sentire questi carciofi con l’odore della nepitella, ecco come dovete regolarvi. Levate ai carciofi tutte le foglie non mangiabili e divideteli in quattro spicchi ognuno, od anche in sei se sono grossi; infarinateli e poneteli al fuoco in una teglia di rame, con olio in proporzione, condendoli con sale e pepe. Quando li avrete rosolati uniteci un battutino composto di uno spicchio d’aglio, o di mezzo soltanto se i carciofi sono pochi, e un buon pizzico di nepitella fresca. Quando avranno tirato l’umido terminate di cuocerli con sugo di pomodoro o conserva sciolta nell’acqua.

Possono servir di contorno o esser mangiati soli.”

Se poi vi piacesse sperimentare qualche ricetta nuova, consigliamo il testo di La Rocca/Paganucci* che propone ben 99 ricette con la profumatissima erba aromatica e non mancano olio, aceto, pangrattato e sale aromatizzati con la nepitella!

*Felice La Rocca-Laura Paganucci La nepitella in 99 gustose ricette Libreria Editrice Fiorentina

Per chi volesse consultare altre ricette dell’Artusi consigliamo questo link Ricette Artusi

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