Il ponte di Rubaconte è il ponte che seguendo lo scorrere dell’Arno viene subito prima del Ponte Vecchio. Non lo trovate? Per forza questa era la sua posizione quando esisteva, oggi al suo posto c’è il ponte alle Grazie.
Borbottoni, Ponte Rubaconte
Il ponte fu costruito nel 1237 per unire il rione di San Niccolò e il quartiere di Santa Croce, era il terzo ponte costruito a Firenze dopo il ponte Vecchio e il ponte alla Carraia del 1218 interamente in legno. Una curiosità, il ponte alla Carraia era chiamato ponte nuovo e il ponte Vecchio fu chiamato vecchio proprio per questa ragione.
La Toscana conserva nel suo patrimonio artistico-architettonico tracce consistenti dello stile diffusosi tra la fine del XIX e gli inizi del XX secolo, chiamato in Italia Liberty, nome derivato da quello dei magazzini londinesi di Artur Lasenby Liberty specializzati in tessuti, oggetti d’arredamento e mobili.
Villino Ravazzini, Firenze. Particolare: decorazioni in ceramica di Galileo Chini
In Toscana Firenze ne fu la capitale mentre la parte meridionale della regione rimase praticamente estranea; a Siena si caratterizzò come eccezione ma conobbe notevoli realizzazioni a Lucca e lungo il litorale i cui centri balneari e termali conservano opere architettoniche di rilievo da Livorno a Viareggio in particolare.
Oggi stentiamo a credere che il nuovo stile fosse così diffuso in quella che era stata fino a qualche anno prima la capitale dell’Italia unita, sconvolta dagli ammodernamenti del Piano Poggi, eppure molte produzioni, anche d’interni e di allestimenti commerciali, sono state precoci “si pensi ad esempio alla sala di lettura nell’Hotel Elvetia a Firenze, o al negozio di arredi di Pietro Botto in via Strozzi del 1899”*. Già allora il negozio del “lampista”, come lo definisce Carlo Cresti nel** suo studio dedicato all’argomento, era esposto un nutrito e scelto campionario di mobili e di oggettistica Art Nouveau e Jugendstil, nomi con cui il movimento era noto in Francia e in Germania. E non solo, è molto ampio il numero dei fabbricati giunti fino a noi, nonostante molti purtroppo siano stati perduti perché abbattuti, tra i quali anche realizzazioni dell’architetto Giovanni Michelazzi (1879-1920) uno dei maggiori e creativi rappresentanti che legò il suo nome a progetti architettonici di prestigio nel nuovo stile o ad esso assimilabili: il villino di viale Michelangelo, il villino Ventilari in viale Mazzini e il villino “La Prora” in via Guerrazzi. E non per ultime sono da segnalare le prestigiose affermazioni dei prodotti de l’”Arte della Ceramica” delle manifatture Chini e la medaglia d’argento di Girard e Cutler per i mobili d’arredamento alle Esposizioni di Torino del 1898 e di Parigi del 1900.
Di tanto patrimonio e artistico e architettonico, cosa possiamo ancora “vedere”?
Firenze le mura, le torri e Porta alla Croce, a sinistra.
Se percorriamo i viali che cingono il centro storico della città di Firenze troviamo il tragitto punteggiato da antiche vestigia che ne occupano le grandi piazze, come il Progetto Poggi, realizzato alla fine dell’Ottocento, aveva previsto: sono le antiche Porte della città. Tutto il percorso corre tra presente e passato quando al posto delle strade che stiamo percorrendo esisteva il giro della cerchia trecentesca della quale rimangono, a simulacro, quasi sperdute sentinelle, le imponenti costruzioni solo di alcune delle Porte di accesso alla città. … continua a leggere Firenze: porte e postierle (Prima parte)
Firenze le mura, le torri e Porta alla Croce, a sinistra.
Se percorriamo i viali che cingono il centro storico della città di Firenze troviamo il tragitto punteggiato da antiche vestigia che ne occupano le grandi piazze, come il Progetto Poggi, realizzato alla fine dell’Ottocento, aveva previsto: sono le antiche Porte della città. Tutto il percorso corre tra presente e passato quando al posto delle strade che stiamo percorrendo esisteva il giro della cerchia trecentesca della quale rimangono, a simulacro, quasi sperdute sentinelle, le imponenti costruzioni solo di alcune delle Porte di accesso alla città. continua a leggere Firenze: porte e postierle (Prima parte)
Qual è la ragione che può spingere due grandi famiglie fiorentine, i Medici e i Pazzi, a commissionare due opere artistiche per le proprie cappelle perfettamente uguali? La dimensione è leggermente diversa ma è perfettamente proporzionata. Stiamo parlando della Sagrestia Vecchia nella basilica di San Lorenzo a Firenze e della Cappella Pazzi nel primo chiostro della basilica di Santa Croce sempre a Firenze. Ambedue capolavori architettonici di Filippo Brunelleschi
Entrambe le volte delle cappelle raffigurano un emisfero celeste boreale con precisi riferimenti astronomici, la cosa incredibile è che entrambe fanno riferimento esattamente allo stesso emisfero, nella stessa data, nella stessa ora e con un punto di osservazione leggerissimamente diverso. … Continua a leggere Il mistero degli affreschi delle cappelle Medici e Pazzi
La più antica veduta di Firenze, particolare dell’affresco della Madonna della Misericordia (Firenze Museo del Bigallo)
Fiorenza dentro da la cerchia antica, ond’ ella toglie ancora e terza e nona, si stava in pace, sobria e pudica. (Par. XV, 97-99)
Appassionata rievocazione che Dante fa per bocca di Cacciaguida della rimpianta Firenze “sobria e pudica” del secolo XII ancora chiusa nella prima cerchia di mura del 1078 (in realtà la quarta dall’epoca romana) stretta attorno alla chiesa della Badia i rintocchi delle cui campane segnavano le ore (e terza e nona), di un tempo, quando ancora i retti e onesti costumi delle poche migliaia di cittadini non erano stati sovvertiti dall’avvento dei mercanti, della ricca borghesia, dalla ricerca di guadagni che secondo il poeta avevano irreparabilmente corrotto il virtuoso stile di vita della comunità. … Continua a leggere Fiorenza dentro da la cerchia antica
Sulle pendici della collina di Montughi un’elegante villa con parco: siamo su via VittorioEmanuele II poco prima di via Trieste e dopo via Stibbert, nome dell’omonimo museo con un parco che confina con quello della cosiddetta villa Fabbricotti la cui sistemazione “romantica”, in entrambi, si deve all’architetto Poggi.