Strade e palazzi storici di Firenze

Frenze piazza Santa Trinita, palazzo Bartolini Salimbeni, la facciata

Girellando per le strade di Firenze:

Palazzo Bartolini Salimbeni a Firenze

I colori della città: le pietre di Firenze

Il quartiere di Santa Croce-1949

Amerigo Vespucci tra i “visacci”

Finestre, portoni, palazzi, simboli e architetture fiorentine

La Torre degli Amidei

Chiassi chiassuoli e vicoli di Firenze (prima parte)

Chiassi chiassuoli e vicoli di Firenze (seconda parte)

Chiassi chiassuoli e vicoli a Firenze (parte terza)

Boboli com’era (Prima Parte)

Boboli com’era (Seconda Parte)

In giro per Boboli

Firenze: porte e postierle (prima parte)

Firenze: porte e postierle (seconda parte)

Odonomastica delle strade di Firenze

La famiglia Lavison e il palazzo in Piazza della Signoria

Girellando per le vie del centro di Firenze: da via dell’Agnolo a via de’ Pepi

Girellando per le vie del centro di Firenze: da via dell’Isola delle Stinche a piazza San Firenze

Girellando per le vie del centro di Firenze: da via della Condotta a Orsanmichele

Girellando per le vie del centro di Firenze: da via di Calimala a piazza de’ Salterelli

Santa Maria Novella a Firenze: storia di un’antichissima spezieria

A Firenze : Villa Fabbricotti e il suo parco

Il parco Stibbert a Firenze

Galleria foto del Parco Stibbert

Firenze settecentesca nelle “vedute” di Giuseppe Zocchi

Palazzo Gerini detto “Le Maschere” (clicca sull’immagine per ingrandirla)

La giornata di Giuseppe trascorreva trasportando rena per far calcina, insieme al babbo manovale nei cantieri delle ville signorili e della città e dei dintorni di Firenze, ma anche disegnando con il carboncino su quei bei muri intonacati di fresco che tanto scatenavano il suo desiderio di vedere realizzate le sue immagini fantasiose, anche a costo di sgridate e sguardi incuriositi. Fu così che il marchese Andrea Gerini ne scoprì l’acerbo talento e lo avviò agli studi perché potesse emergere in tutte le sue potenzialità. Fu quindi affidato agli insegnamenti di Ranieri del Pace un artista originale che aveva potuto sperimentare le botteghe romane e diffonderne le novità nelle terre del Granducato: era il lontano 1730.

Non è una leggenda e nemmeno una favola a lieto fine, è la storia di un talento messo fortunatamente a frutto nella Firenze del XVIII secolo.

Parliamo ovviamente del giovane Giuseppe Zocchi (1711-1767), fiorentino, e della sua prorompente passione per il disegno, divenuto poi incisore e pittore di fama e di cui si conservano in vari Musei del mondo le opere: dipinse a Firenze nel palazzo Rinuccini, decorò la galleria Gerini, ma anche la villa Serristori e il soffitto del teatro della Pergola. Numerosissimi i paesaggi e le vedute sia di Firenze che della Toscana, ma disegnò anche per lavori in pietre dure e per le illustrazioni di classici latini e molte delle sue opere furono poi incise, da altri e da lui stesso.

Nell’estate del 1744 dalla bottega di Giuseppe Allegrini “stampatore in rame” usciva la scelta di XXIV vedute delle principali contrade, piazze, chiese e palazzi della Città di Firenze tratte dai disegni dello Zocchi.

Ci piace allora riproporre alcune sue “vedute”, particolari e minuziose della Firenze di allora, in una Galleria di immagini che possano, per quanto minime, presentare e far conoscere le sue opere che, oltre all’apporto artistico, rappresentano un ampio documento a livello storico e antropologico.

Visita la galleria delle stampe di Giuseppe Zocchi

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Immagini di Toscana nelle “vedute” di Giuseppe Zocchi

Il tracciato della Cassia antica nel territorio di Firenze

L’antico tracciato della via Cassia, quello segnato in epoca romana, corrisponde solo molto parzialmente a quello di oggi che invece passa per Siena e che si andò delineando in piena età medievale, in parte seguendo il percorso della assai frequentata via Francigena.

La via antica passava invece per Chiusi, Arezzo  e  Firenze: quest’ultimo tratto era di 50 miglia (74 km), secondo quanto riportato dall’Itinerarium Antonini, attraversava il Valdarno seguendo la vecchia strada etrusca lungo le pendici appenniniche, sul percorso dell’odierna strada dei Sette Ponti che collegava Arezzo e Fiesole.

La strada consolare, che proseguiva poi verso Prato, Pistoia e Lucca, a ovest di Firenze, fino a Prato servì di base per la divisione dell’agro in centurie al  momento  della  nascita  della  colonia  di “Florentia” come ancora oggi appare ben visibile dalle foto aeree.

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Santa Maria Novella a Firenze: storia di un’antichissima spezieria

di Salvina Pizzuoli

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Il nome Santa Maria Novella a Firenze si collega con tre opere notevoli per la loro gradevolezza architettonica, realizzate in epoche diverse e con funzionalità differenti: la chiesa gotica che sorge di fronte all’omonima e moderna stazione ferroviaria e l’antichissima spezieria che si apre in Via della Scala oggi Officina profumo – farmaceutica o più velocemente detta Farmacia di S.M.Novella.

I Padri domenicani ottennero nel 1221 la chiesa di Santa Maria fra le Vigne, nome che ne indicava la collocazione tra terreni agricoli, fondando il primo convento domenicano a Firenze. Nel 1279 iniziarono i lavori per la costruzione dell’edificio e della chiesa attuali, … continua a leggere   Santa Maria Novella a Firenze: storia di un’antichissima spezieria

Palazzo Lavison oggi Palazzo del Leone

Palazzo Lavison in una vecchia cartolina

A Firenze in Piazza della Signoria c’è un palazzo, dalla mole imponente, conosciuto con varie denominazioni: Palazzo delle Assicurazioni Generali, Palazzo del Leone, sempre come richiamo alle Assicurazioni, Palazzo Lavison o anche, erroneamente, Lavisan o Lawyson.

Borbottoni, Piazza della Signoria prima che fossero abbattute la torre degli Infangati, la chiesa di santa Cecilia, la Loggia dei Pisani

In linea con il “nuovo decoro” della città che doveva diventare capitale, come sancito dalla Convenzione di Settembre del 1864 che prevedeva il trasferimento da Torino alla città toscana, molte antiche costruzioni furono abbattute e anche l’edificazione del nuovo palazzo comportò l’abbattimento, attorno al 1864, della torre degli Infangati, della Chiesa di Santa Cecilia e della Loggia dei Pisani, cosiddetta perché costruita dai prigionieri pisani nel 1364. Su progetto dell’architetto Giovanni Carlo Landi fu eretto nel 1871 in forme che richiamavano le strutture cinquecentesche dei palazzi delle maggiori famiglie fiorentine, con alcune varianti dettate dalle nuove esigenze e dai nuovi modelli costruttivi come la presenza di un quarto piano, rispetto ai tre, e un cornicione realizzato utilizzando la ghisa. Si imponeva sulla piazza con la bella facciata realizzata in pietra forte e il monumentale portone finemente intagliato e l’apertura di una serie di archi a caratterizzare il piano terreno da utilizzare come fondi per attività commerciali che furono inaugurate, nel 1872, dal caffè pasticceria Rivoire. Agli inizi del Novecento divenne proprietà delle Assicurazioni Generali di Venezia. Di recente è stato oggetto di risanamento conservativo: inaugurato nel 2012 con la nuova denominazione di Palazzo del Leone, è stato posto dal Gruppo Generali in locazione aziendale.

Ma perché ci soffermiamo su questa tipica espressione architettonica legata al periodo che vide Firenze capitale del Regno d’Italia?

In realtà il palazzo ha una collocazione importante in una delle piazze più famose nel mondo e anche perché incuriosiscono le sue diverse denominazioni e poi, c’è un altro interessante motivo:

c’è un discendente dell’antica famiglia dei Lavison, il signor Edoardo, che ancora cerca di scoprire il misterioso motivo dell’arrivo dei suoi antenati a Firenze e della costruzione del prestigioso palazzo dato che la loro storia li aveva portati a percorrere strade molto lontane dalla città, come lui stesso ha raccontato nelle pagine di tuttatoscana. Una pagina interessante della storia recente e documentata da una serie di momenti storici che il signor Edoardo Lavison ha messo gentilmente a disposizione nostra e dei nostri lettori:

La famiglia Lavison e il palazzo in Piazza della Signoria

Lo stadio Artemio Franchi di Firenze

Una delle scale elicoidali

Lo stadio di Firenze, all’epoca della costruzione dedicato a Giovanni Berta un politico fascista, fu progettato nel 1929 dagli ingegneri Pier Luigi Nervi e Gioacchino Mellucci ed edificato fra il 1930 e il 1932 nel quartiere di Campo di Marte sull’area di un vecchio aerodromo. Fautore dell’iniziativa fu marchese Luigi Ridolfi da Verrazzano, all’epoca segretario del Fascio di Firenze e anche primo presidente della Fiorentina, squadea fondata nel 1926. Proprio la nascita della nuova squadra calcistica, in virtù di più importanti impegni sportivi e della maggiore affluenza di spettatori, rese necessario dotare Firenze di una struttura adeguata, abbandonando il precedente impianto situato alle Cascine (agli inizi del ‘900 le partite si disputavano sul prato del Quercione e successivamente nel Velodromo).    … continua a leggere      Lo stadio Artemio Franchi di Firenze

Archeologia industriale in Toscana: il Gasometro di Firenze

L’impianto visto dall’alto

Passando da via dell’Anconella, nei pressi di Porta San Frediano, ci imbattiamo in una costruzione dalle forme strane di cui non è facile intuire la funzione: è il gasometro (o gazometro) di Firenze ora adibito a ludoteca e centro di ritrovo.

Fra la fine del Settecento e i primi decenni dell’Ottocento la zona del Pignone, sulla riva sinistra dell’Arno, vide la nascita di varie attività manifatturiere favorite dalla presenza dell’omonimo porto fluviale, così nel gennaio 1839  Leopoldo II concesse alla società francese Montgolfier Bodin la costruzione e la gestione dell’impianto destinato a produrre,   …   Continua     Il Gasometro di Firenze

4 novembre 1333 – 4 novembre 1966

Giovanni Signorini alluvione ottobre 1844
Giovanni Signorini alluvione ottobre 1844

Per ricordare l’alluvione del 4 novembre del 1966, riproponiamo l’articolo già pubblicato:

“Firenze e l’Arno un rapporto difficile”

cui aggiungiamo alcuni versi tratti da Antonio Pucci dal “Novello sermintese lagrimando” dedicato ad un altro 4 novembre del lontano 1333: incredibilmente le date si ripetono!

Tra vespro e la nona il fiume rompe gli argini e travolge i ponti:

E, poco stando, tra vespro e la nona,

 

si come per chi ‘l vide si ragiona,

il fiume ruppe, che si forte sprona,

ogni pescaia;

e fe’ cadere il ponte alla Carraja

[…]

I’ dico che non ero a meza via

A ritornare in verso casa mia,

ch’i’ udì dir che Ponte Vecchio già

per l’acqua rotto.

[…]

E riponendo verso l’acqua cura

(e questa ben li parve cosa scura!)

Vide venir per la fortuna dura

in una culla

O ver fanciul che fosse o ver fanciulla,

e non parea ch’ avesse addosso nulla:

chi le suol dar le cose e chi ‘l  trastulla

or che ne fia?

Egli era vivo e tuttavia piagnia

E l’acqua forte nel menava via;

 

e poi di dietro a lui ratto venia

 

un greve legno!

[…]

Giù per quel fiume ch’era tanto rio

Più cose venner ch’io no le vid’io,

ma i’ ò scritto il vero da que’ ch’io

d’altrui ascoltai

Per l’Arno ne venivano e telai

con l’orditura, e capanne e pagliai,

e dietro a questo poi veniva assai

d’ogni legname;

iscope sciolte, ed anche con legame;

e una pieta fu pure ‘l bestiame;

ancor si vide molta lana e stame

ed alcun panno;

persona non s’andò la notte a letto,

chi fuggì in alto palco e chi sul tetto,

piangiendo (forte), picchiandosi ‘el petto

ognun gridava

misericordia ciaschedun chiamava,

piccoli e grandi forte lagrimava.

 

Alluvione del 6 novembre 1864 in un disegno dell'epoca
Alluvione del 6 novembre 1864 in un disegno dell’epoca

Vai all’articolo:   “Firenze e l’Arno un rapporto difficile”

Girellando per le vie del centro di Firenze: da via della Condotta a Orsanmichele

di Salvina Pizzuoli   

Il nuovo itinerario ci porterà nella Firenze operosa e maestra nella manifattura dei pannilani e nella cimatura e nella rifinitura, tanto da divenire famosa e tenere segreta quest’arte.

Iniziamo il nostro nuovo percorso da via della Condotta entrando da piazza San Firenze, quindi Via dei Cimatori e Piazza dei Cimatori, via Dante Alighieri, via dei Tavolini fino a Orsanmichele. 

Via della Condotta prende il nome dall’antica magistratura fiorentina, composta da quattro Ufficiali in carica per un anno con il compito di reclutare truppe mercenarie, … Continua  Girellando per le vie del centro di Firenze: da via della Condotta a Orsanmichele