Firenze venne fondata nel I° secolo a.C., la morfologia della valle in cui sorse la colonia romana era assai diversa da quella di oggi.
Disegno di Leonardo sul corso dell’Arno a monte di Firenze fra i torrenti Africo e Mensola
Il nucleo più antico della città era situato in una zona pianeggiante nei pressi della confluenza dell’Arno con il Mugnone, A quell’epoca il letto del fiume era molto più ampio di quello attuale, poco profondo, con numerosi guadi, ramificazioni e isole che venivano regolarmente inondate durante le piene.
Ancora alla fine del Quattrocento, come ci mostra una carta disegnata da Leonardo da Vinci, il fiume presentava un alveo largo quasi 500 metri nelle zone fuori città … Continua a leggere Bacino idrografico di Firenze
Non ci sono testimonianze scritte sull’origine del villaggio che poi si trasformò nei secoli nella città di Firenze. I pochi indizi vanno ricercati nei reperti archeologici. Vi si successero gruppi italici probabilmente provenienti dagli Appennini nei pressi del guado sul fiume Arno, ai piedi del colle di Fiesole, e fu sicuramente frequentata dagli Etruschi; a partire infatti dal IX secolo a.C. la presenza di un guado sul fiume aveva favorito questo stanziamento, anche se la zona era paludosa sia a causa dei molti ruscelli che dalle colline circostanti confluivano nell’Arno sia dalle frequenti piene del fiume che inondavano i terreni circostanti e dalle varie ramificazioni in cui il suo corso si divideva. La prima notizia abbastanza certa sulla fondazione della colonia romana la fa risalire al I° secolo a.C. (si pensa a opera di Cesare nel 59 a.C. per dare la terra ai veterani, ma anche su questo punto non tutti concordano, alcuni la fanno risalire all’epoca di Silla altri ad Ottaviano durante gli anni del secondo triumvirato). Il centro della centuriazione, ossia dove il cardus maximus (via Roma e via Calimala in direzione nord-sud) e il decumanus maximus (via del Corso e via Strozzi in direzione est-ovest) si incontravano era situato nella zona dell’odierna piazza della Repubblica dove sorgeva il foro. … continua a leggere Firenze in epoca romana
Villino Ravazzini, decorazioni in ceramica delle manifatture Chini
Nella fascia periferica della città di Firenze si ebbe una maggiore fioritura del nuovo stile. Sembra impossibile, ma colpisce l’elevato numero di costruzioni ascrivibili alla nuova tendenza affermatasi tra la fine del XVIII e gli inizi del XIX secolo. Firenze inganna per l’uniformità che sembra contraddistinguerla e stupisce invece trovare nel suo tessuto, sebbene periferico, tante espressioni architettoniche legate o assimilabili al Liberty, soprattutto se teniamo conto che molte sono andate distrutte come “il villino in via Michelangelo (ultimato nel 1904 e distrutto nel 1962), il villino Ventilari in viale Mazzini (realizzato nel 1907 e demolito intorno al 1960), il villino “La Prora” in via Guerrazzi (completato nel 1908 e abbattuto dopo il 1955)”* tutte progettazioni di Giovanni Michelazzi (1879-1920) e ancora, i Garages Riuniti in via Alamanni, il Villino Cottini in via Masaccio, villa “La Palancola” in via Boccaccio. … continu a leggere Toscana in “Liberty”: i “villini” di Michelazzi e le realizzazioni di Coppedè a Firenze a
Giovanni Boccaccio (Andrea del Castagno 1450 – Galleria degli Uffizi)
Le cento novelle dell’opera del Boccaccio sono in buona parte ambientate in Toscana e molte a Firenze.
Le chiese fiorentine del Decameron
Proprio in una chiesa, quella di Santa Maria Novella, ha inizio il Decameron. Lì si incontrano le sette fanciulle e i tre giovani che per sfuggire alla peste si rifugiano in una villa di campagna per dieci giorni e durante quel periodo si intrattengono piacevolmente narrando le novelle.
Il ponte di Rubaconte è il ponte che seguendo lo scorrere dell’Arno viene subito prima del Ponte Vecchio. Non lo trovate? Per forza questa era la sua posizione quando esisteva, oggi al suo posto c’è il ponte alle Grazie.
Borbottoni, Ponte Rubaconte
Il ponte fu costruito nel 1237 per unire il rione di San Niccolò e il quartiere di Santa Croce, era il terzo ponte costruito a Firenze dopo il ponte Vecchio e il ponte alla Carraia del 1218 interamente in legno. Una curiosità, il ponte alla Carraia era chiamato ponte nuovo e il ponte Vecchio fu chiamato vecchio proprio per questa ragione.
La Toscana conserva nel suo patrimonio artistico-architettonico tracce consistenti dello stile diffusosi tra la fine del XIX e gli inizi del XX secolo, chiamato in Italia Liberty, nome derivato da quello dei magazzini londinesi di Artur Lasenby Liberty specializzati in tessuti, oggetti d’arredamento e mobili.
Villino Ravazzini, Firenze. Particolare: decorazioni in ceramica di Galileo Chini
In Toscana Firenze ne fu la capitale mentre la parte meridionale della regione rimase praticamente estranea; a Siena si caratterizzò come eccezione ma conobbe notevoli realizzazioni a Lucca e lungo il litorale i cui centri balneari e termali conservano opere architettoniche di rilievo da Livorno a Viareggio in particolare.
Oggi stentiamo a credere che il nuovo stile fosse così diffuso in quella che era stata fino a qualche anno prima la capitale dell’Italia unita, sconvolta dagli ammodernamenti del Piano Poggi, eppure molte produzioni, anche d’interni e di allestimenti commerciali, sono state precoci “si pensi ad esempio alla sala di lettura nell’Hotel Elvetia a Firenze, o al negozio di arredi di Pietro Botto in via Strozzi del 1899”*. Già allora il negozio del “lampista”, come lo definisce Carlo Cresti nel** suo studio dedicato all’argomento, era esposto un nutrito e scelto campionario di mobili e di oggettistica Art Nouveau e Jugendstil, nomi con cui il movimento era noto in Francia e in Germania. E non solo, è molto ampio il numero dei fabbricati giunti fino a noi, nonostante molti purtroppo siano stati perduti perché abbattuti, tra i quali anche realizzazioni dell’architetto Giovanni Michelazzi (1879-1920) uno dei maggiori e creativi rappresentanti che legò il suo nome a progetti architettonici di prestigio nel nuovo stile o ad esso assimilabili: il villino di viale Michelangelo, il villino Ventilari in viale Mazzini e il villino “La Prora” in via Guerrazzi. E non per ultime sono da segnalare le prestigiose affermazioni dei prodotti de l’”Arte della Ceramica” delle manifatture Chini e la medaglia d’argento di Girard e Cutler per i mobili d’arredamento alle Esposizioni di Torino del 1898 e di Parigi del 1900.
Di tanto patrimonio e artistico e architettonico, cosa possiamo ancora “vedere”?
Firenze le mura, le torri e Porta alla Croce, a sinistra.
Se percorriamo i viali che cingono il centro storico della città di Firenze troviamo il tragitto punteggiato da antiche vestigia che ne occupano le grandi piazze, come il Progetto Poggi, realizzato alla fine dell’Ottocento, aveva previsto: sono le antiche Porte della città. Tutto il percorso corre tra presente e passato quando al posto delle strade che stiamo percorrendo esisteva il giro della cerchia trecentesca della quale rimangono, a simulacro, quasi sperdute sentinelle, le imponenti costruzioni solo di alcune delle Porte di accesso alla città. … continua a leggere Firenze: porte e postierle (Prima parte)
Firenze le mura, le torri e Porta alla Croce, a sinistra.
Se percorriamo i viali che cingono il centro storico della città di Firenze troviamo il tragitto punteggiato da antiche vestigia che ne occupano le grandi piazze, come il Progetto Poggi, realizzato alla fine dell’Ottocento, aveva previsto: sono le antiche Porte della città. Tutto il percorso corre tra presente e passato quando al posto delle strade che stiamo percorrendo esisteva il giro della cerchia trecentesca della quale rimangono, a simulacro, quasi sperdute sentinelle, le imponenti costruzioni solo di alcune delle Porte di accesso alla città. continua a leggere Firenze: porte e postierle (Prima parte)
Qual è la ragione che può spingere due grandi famiglie fiorentine, i Medici e i Pazzi, a commissionare due opere artistiche per le proprie cappelle perfettamente uguali? La dimensione è leggermente diversa ma è perfettamente proporzionata. Stiamo parlando della Sagrestia Vecchia nella basilica di San Lorenzo a Firenze e della Cappella Pazzi nel primo chiostro della basilica di Santa Croce sempre a Firenze. Ambedue capolavori architettonici di Filippo Brunelleschi
Entrambe le volte delle cappelle raffigurano un emisfero celeste boreale con precisi riferimenti astronomici, la cosa incredibile è che entrambe fanno riferimento esattamente allo stesso emisfero, nella stessa data, nella stessa ora e con un punto di osservazione leggerissimamente diverso. … Continua a leggere Il mistero degli affreschi delle cappelle Medici e Pazzi