Toscana in “Liberty”: Firenze capitale del nuovo stile

di Salvina Pizzuoli

Firenze via dei Brunelleschi particolare di “Casa Paggi” angolo via del Campidoglio

Tra le primissime opere architettoniche presenti ancora oggi nel centro della città “Casa Paggi” o “Palazzo Pola & Todescan”, perché in origine ospitò i magazzini omonimi, del 1903 su progetto dell’architetto Giovanni Paciarelli. 

Siamo in Via dei Brunelleschi dove, trascorrendo da sempre sotto i suoi portici, spesso non notiamo la  facciata del palazzone, angolo con Via del Campidoglio e angolo Via de’ Pecori, nonostante i pregevoli ferri battuti dei balconi e le ceramiche colorate e le grandi teste femminili che sporgono. Firenze, e non solo, va scoperta e quindi va guardata anche con il naso all’insù e questo vale per “Casa Paggi” che inaugurò proprio in centro l’architettura Liberty a Firenze scatenando scandalo per la sostenuta, dalla fazione dei conservatori, “incompatibilità ambientale”. Si sa, nuovo e vecchio, e per Firenze occorre parlare di antico, agli occhi di molti sono incompatibili e la città non è mai stata immune a queste polemiche, anzi!

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Firenze nelle opere pittoriche degli autori di tutti i tempi

A cura della Redazione

Non sarà una semplice carrellata di immagini, ma a partire da oggi settimanalmente saranno presentate alcune opere pittoriche che raffigurano Firenze, dalle più antiche alle più recenti, e di ciascuna saranno fornite non solo notizie inerenti ma anche indicazioni relative all’autore e dove, volendo, si possono visionare.

Firenze nelle opere pittoriche del XIV e XV secolo

La Madonna della Misericordia 

Madonna della Misericordia affresco (Foto originale)
Madonna della Misericordia 1342 della Bottega di Bernardo Daddi. L’affresco trecentesco oggi è visibile all’interno delle sale del museo del Bigallo, in pizza San Giovanni 1, lo splendido edificio di cui fa parte la Loggia omonima. (Foto originale)

Come un percorso nel tempo sarà doveroso soffermarsi alle prime istantanee che immortalano la città prendendo le mosse da quella  ritenuta in modo unanime la più antica raffigurazione della città: Firenze rappresentata nel 1342 da un autore sconosciuto, ma inserito tra quelli della Bottega di Bernardo Daddi. La potrete ammirare dal vivo al museo del Bigallo: La Madonna della Misericordia recentemente restaurata).

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Boboli com’era (Prima Parte)

L’Orto dei Pitti: tra storia e curiosità (Prima Parte)

 di Salvina Pizzuoli

La lunetta di Giusto Utens del 1599 circa, raffigura il Forte e Palazzo pitto con l’annesso giardino

Raccontare il giardino di Boboli è un’impresa e non solo perché si estende per circa 45.000 mq o perché è opulento di opere vegetative e arboree e di statue, grotte, fontane, fortilizi ed ha per confini antiche strutture murarie o perché ha subito nel tempo molte variazioni rispetto all’impianto originario, ma perché è difficile raccontare l’emozione di trascorrere un luogo con tanta storia dentro, con scorci e vedute della città che lo cinge e lo racchiude, paesaggio nel paesaggio. Per visitarlo la guida rossa del Touring prevedeva “almeno tre ore”, ma un giardino si vive e si respira oppure si immagina: ecco allora un viaggio di carta, tra ieri e oggi, tra storia e curiosità, con raffigurazioni che ne ricostruiscono le origini e lo sviluppo nel tempo insieme alla descrizione datata di un visitatore di trecento anni fa.
E cominciamo dal nome: come molte denominazioni che si conoscono anche solo per sentito dire, spesso ci paiono così conosciute che le diamo per scontate; bisogna però ammettere che la parola Boboli è alquanto particolare.

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Casentino da scoprire: la pieve di San Martino a Vado

a cura della redazione

San Martino a Vado

Siamo a Strada in Casentino a pochi chilometri da Bibbiena e Poppi. La località con il suo toponimo che a tutta prima potrebbe sembrare  generico in realtà sotto intende una “strada”, appunto, un’antica via di comunicazione che lungo la valle del Solano e dello Scheggia portava a Firenze. La Pieve si ergeva imponente, pur nella semplicità delle sue strutture, sulla riva sinistra del Solano, in posizione strategica lungo l’antico tracciato. Era dedicata a San Martino vescovo di Tours e la sua costruzione risale all’XI secolo circa.

Il Repetti nel Dizionario corografico universale scrive che il suo nome originario fosse San Martino a Tertinula e che il nomignolo “a Vado” fosse stato attribuito dagli abitanti del borgo attorno alla rocca di Castel San Niccolò che per recarvisi dovevano attraversare il Solano lungo il guado. … continua a leggere Casentino da scoprire: la pieve di San Martino a Vado

Firenze nei pittori della prima metà dell’Ottocento

a cura della Redazione

In questo primo scorcio del secolo merita almeno un cenno il grande Turner il padre di quel movimento detto impressionismo che occuperà buona parte del secolo in esame.

W.Turner, Firenze da Monte alle Croci 1818, collezione privata (Foto originale)

Joseph Mallord William Turner, pittore e incisore, nasce nel 1775 a Londra. La sua formazione prende le mosse nell’ambito della tradizione inglese della pittura di paesaggio nella volontà di elevarla al livello della grande pittura di storia fino a diventare il più completo e innovativo paesaggista del suo tempo per la ricerca continua delle potenzialità del colore, per la tecnica ad acquerello, per l’aspetto non finito delle sue opere che sembrano avvolte in un’atmosfera di vapore. Diversi pertanto i suoi paesaggi rispetto a quelli di altri autori coevi e successivi che raffigurano scorci di Firenze quando tra il 1802 e il 1840 Turner inizierà il suo Gran Tour verso l’Italia, dove soggiornerà in varie città anche se non in modo continuativo.    …continua  Firenze nei pittori della prima metà dell’Ottocento 

Un ponte mediceo a Cappiano

a cura della Redazione

Non è come tutti quelli che siamo abituati a vedere lungo le strade della Toscana, a schiena

Il ponte a Cappiano sull’Usciana

d’asino, ad arcate, stretti, grigi o a mattoni, no, il ponte di Cappiano ha una struttura diversa che lo colloca nel tempo con precisione: è un ponte rinascimentale attribuito ai disegni di Antonio da Sangallo il Vecchio e a Francesco da Sangallo. È snello e nello stesso tempo imponente con le sue due torri e le cinque arcate della parte coperta cui segue la parte scoperta con i tre imbocchi di transito sul canale navigabile dell’Usciana che … continua

Una Madonna… quasi dimenticata

di Lorenzo Puccinelli Sannini      

Angelo Puccinelli Madonna col Bambino, Chiesa dei Santi Quirico e Giulitta a Veneri (Pescia)

Nel numero di “Nebulae” di gennaio dell’anno scorso scrissi un articolo intitolato: “La fortezza dietro l’angolo”. Mi riferivo alla Rocca del Cerruglio che delimita verso nord-ovest l’abitato di Montecarlo, ma intendevo, in particolare, sottolineare il fatto che spesso quasi tutti noi tendiamo a conoscere in maniera approfondita le bellezze storico-artistiche che visitiamo durante le nostre ferie, magari trascorse in qualche paese straniero, ed ignoriamo invece le opere d’arte che abbiamo appunto dietro l’angolo.

Come a tutti è noto, il nostro Bel Paese è talmente pieno di capolavori sia architettonici,   …continua a leggere Una Madonna… quasi dimenticata

Architetture del Novecento a Firenze

Firenze via Borgognissanti, Casa Galleria Vichi, la facciata

Monterinaldi e le “villette” Ricci

Lo stadio Artemio Franchi di Firenze

Ex Manifattura Tabacchi di Firenze

Toscana in “Liberty”: Firenze capitale del nuovo stile 

Toscana in “Liberty”: i villini di Michelazzi e le realizzazioni di Coppedè a Firenze

Firenze scomparsa: il Ponte alle Grazie

da Guido Carocci, Firenze scomaparsa. Ricordi storico artistici, Firenze 1897

Fabio Borbottoni – lungarno Archibusieri e Ponte alle Grazie, sulla sinistra il Palazzo de’ Giudici avanzo del castello d’Altafronte

“Dei quattro ponti in muratura che attraversano l’Arno il solo che abbia saputo resistere all’impeto della fiumana e sfidare gli urti terribili dei materiali trascinati dalle piene è il Ponte alle Grazie. Gli altri tre, investiti dalla massa delle acque, scossi dai colpi delle travi e degli alberi che il fiume aveva strappati dalle rive ubertose e fiorenti, dovettero più di una volta cedere e precipitare in mezzo ai vortici della corrente.
Il Ponte alle Grazie era il primo a ricevere l’urto delle piene, il primo ad opporre una qualche resistenza ai legnami galleggianti; ma per la robustezza della sua costruzione e perché presentava alla corrente una estensione maggiore e per conseguenza una resistenza più frazionata, esso ha saputo serbare fino ai nostri giorni le sue pile ed i suoi archi tal quali vennero costruiti nell’anno 1237 .
Non dirò che abbia serbato l’originalità della sua forma, perché oggi il Ponte alle Grazie è tutt’altra cosa di quello che era trent’anni addietro e più specialmente di ciò che fu nel primo secolo della sua esistenza. Oggi ha sei archi di due differenti grandezze: più piccoli e stretti i tre che stanno verso la riva destra: più ampi gli altri tre; ma in origine gli archi erano nove ed i tre mancanti avevano le proporzioni identiche a quelli più piccoli…

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Badia di San Bartolomeo in Buonsollazzo

UN’ANTICA ABBAZIA DEL MUGELLO

di Salvina Pizzuoli

Abbazia del Buonsollazzo

 Come una vecchia signora anche di lei si può dire che gli anni ce li ha, si vedono, ma nonostante tutto se li porta bene; se poi fosse un po’ imbellettata, sarebbe ancora di notevole bellezza.

Alla tramontana di Monte Asinario, un miglio e mezzo circa lontano dall’antica strada maestra che da Firenze conduceva un tempo a Bologna, si scuopre una fabbrica ampia e magnifica, servita già ad uso di monastero, fino a che non piacque al Granduca Pietro Leopoldo I di sopprimerlo e, secolarizzatone ogni sua pertinenza, ridurlo a comoda abitazione o villa di campagna (Fontani, Viaggio pittorico della Toscana, 1827).

 Nella radura erbosa, digradante e ben esposta al sole, là dove s’interrompe il bosco fitto di querce e soprattutto castagni, sulla via di Tassaia che porta a Polcanto da Vaglia e da Bivigliano, a pochi chilometri da Firenze, sorge la vecchia abbazia che le segnalazioni stradali indicano come benedettina, del XII secolo circa, detta del Buonsollazzo, probabilmente da bono solatio, luogo soleggiato.

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