Il quotidiano La Nazione pubblica le linee portanti della rivoluzione urbanistica pensata per Firenze, futura capitale d’Italia, dall’architetto Giuseppe Poggi.
Un vasto viale con massicciata per le vetture dovrebbe muovere dall’Arno presso il ponte San Niccolò, e cinger nel suo giro l’intera città. Tutto ombreggiato da piante fra mezzo alla quali sarebbero collocati i lampioni del gaz, lo fiancheggerebbero due viali, della larghezza con esso di metri 43, muniti di marciapiedi di pietra, e lungo i quali dovrebbero costruirsi i nuovi casamenti. La formazione del viale maggiore e de’ due laterali dovrebbe farsi da porta alla Croce a porta al Prato fino a Romana nel luogo abituale delle mura, della diacciaie e delle vie esterne che seguono adesso l’andamento della mura. Il viale maggiore continuerebbe senza quelli laterali da porta Romana a porta San Niccolò a cagione delle colline soprastantio, che impedirebbero la prosecuzione del fabbricato. Le mura che cingono Boboli e quelle del forte San Giorgio sarebbero rispettate, e tutt’al più potrebbero essere sbassate quelle del giardino Reale per dargli maggiore aria e amenità. Il resto però delle mura sorgenti nel tratto fra forte San Giorgio e San Niccolò sull’Arno dovrebbe essere atterrato disponendo le vie interne ed esterne aderenti alle mura modo da avvantaggiare le comunicazioni colla città, e principalmente per rendere più ventilate e sale le case del Fondaccio e del Borgo San Niccolò, in buona parte attualmente piuttosto sepolture che abitazioni di vivi. (…) Il viale o stradone deve però servire, come già dicemmo, non solamente al passo delle vetture, ma principalmente d’arteria pei nuovi quartieri che, mano a mano ne cresca il bisogno, dovrebbero colla contemporanea demolizione delle mura distendersi lungo di esso dentro i confini segnati dall’arginatura dell’attuale via ferrata. I gruppi di fabbriche preposti nel progetto Poggi sarebbero: uno ragguardevole nella vaste e libera superficie che esiste nella porta alla Croce fino all’Arno (…) due gruppi ai fianchi del piazzale di porta San Gallo; un quarto a mezzogiorno di forte da Basso; un quinto esteso pur esso e comodo, ma per fabbricazioni più modeste fra il Ponte di ferro delle Cascine e la Porta San Frediano e la Porta Romana (…) un sesto gruppo infine potrebbe essere costruito fuori della Porta di San Niccolò.
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