Il tracciato viario da Firenze a Bologna ha origini etrusco romane come vari documenti attestano. Non una sola strada, ma tante che si biforcavano per congiungersi ad altre, incrociando pievi, castellari e badie, fino a raggiungere le città o i centri religiosi o del maggiore traffico commerciale.
Vari studiosi ritengono che il tracciato medievale della via bolognese giunto in Mugello si biforcasse in due rami principali: uno verso Sant’Agata e San Piero e l’altro verso Galliano che, attraversata la Sieve a Bilancino, saliva a San Giovanni in Petrojo e da lì raggiungeva Firenze.

Petrojo è una località nei pressi di Cafaggiolo conosciuta per la presenza di un’antica Pieve datata intorno al XII secolo, documentata nel 1097, una delle più antiche e importanti del Mugello per l’ampio raggio di giurisdizione.
In origine e fino a qualche tempo fa dominava dal colle la valle della Sieve, oggi s’affaccia sulle acque del lago artificiale di Bilancino. Come molte altre della valle denominata “dei Medici”, intorno alla fine del XV secolo divenne infatti patronato della famiglia di origine mugellana. Cosimo II ne fece poi dono a Edoardo Portinari come attestano gli stemmi familiari sulla facciata. Successivamente fu data a commenda svariate volte.
Oggi non è visitabile ed è visibile al di là di un cancello che ne indica la proprietà privata. Dell’ origine romanica restano le colonne interne in pietra forte e alberese con i capitelli in arenaria dai semplici disegni e rosette a forma di croce mentre la facciata ha subito vari rimaneggiamenti in epoche successive. L’interno è a tre navate con leggeri restringimenti imputabili ad errori architettonici o a ristrutturazioni mutilanti. Da lassù, scendendo verso il lago, la visuale è superba anche in questo scorcio con nebbia che le attribuisce un fascino ulteriore.

Un’altra pieve, oggi inutilizzata, a pochi chilometri da Barberino è Sant’Andrea a Camoggiano e il Mugello non smette mai di stupirci con le sue bellezze spesso nascoste e dimenticate.
Datata intorno alla seconda metà del XV secolo si presenta con la sua elegante struttura esterna a loggetta nell’altrenanza raffinata della pietra serena e dell’intonaco.


Patroni della chiesa i Cattani cui appartiene il bel palazzo quattrocentesco che l’affianca, dal pregevole chiostro.



