
“Sopra un’amena collinetta presso la strada provinciale Faentina, fra il Borgo, Scarperia e il castello di Pulicciano, quasi nell’ombelico del Mugello” scriveva il Repetti alla voce San Giovanni Maggiore. Il luogo è davvero gradevole alla vista, soprattutto oggi, con il verde lucente dei prati bagnati dalle recenti piogge.
Siamo a pochi chilometri da Borgo San Lorenzo lungo la via Faentina che ripercorre nel suo tracciato la romana Faventina, a un chilometro circa da Panicaglia: un campanile esagonale è ben visibile nel verde dei prati e dei cipressi che in duplice filare ci accompagnano lungo la strada che ci conduce verso l’antica pieve.
Ci viene incontro il bel campanile che, sulla struttura quadrata di una torre mozza, si innalza poi più agile, con varie monofore che ne ornano i lati dell’esagono in cui si articola. Per portarci verso la facciata occorre

percorrere il lato esterno della navata sinistra per poi scorgere, nell’apertura di un ampio spiazzo, il bel porticato sorretto da quattro colonne e archi.
Notizie documentate risalgono al X secolo dove è indicata con il toponimo di Lago, in relazione ad un antico invaso ormai scomparso. La struttura attuale si deve però agli interventi di riedificazione nel XVI secolo quando era sotto il patronato affidato da papa Leone X nel 1513 ai fratelli Francesco e Andrea Minerbetti, il cui stemma con tre spade convergenti compare sulla facciata, e ai lavori di restauro della prima metà del ‘900.
A tre navate conserva un bel pergamo che richiama nelle sue fattezze quelli della Chiesa di Sant’Agata e di Fagna dai caratteri prettamente romanici a marmi bianchi e verdi, il cosiddetto “verde di Prato” o serpentino.

Belle piastre marmoree a intarsi verdi contornano il leggio montato su due colonne sfalsate a righe bianche e verdi.



