I miracoli di San Zanobi vescovo di Firenze (IV-V secolo)

Siamo a pochi chilometri dal passo della Raticosa sul crinale dell’Appennino Tosco-Emiliano che, nonostante la calura di quest’estate torrida e asciutta, mantiene vividi i suoi splendidi colori.
Lungo la strada in direzione Piancaldoli compare, ben stagliato in lontananza nel cielo azzurrissimo, il famoso Sasso. La storia lo lega ad una pagina recente quando durante la seconda guerra mondiale parte della sua roccia fu utilizzata dagli alleati per sistemare la Provinciale Piancaldolese demolendo la cappella dedicata a San Zanobi che sorgeva nei pressi e visibile in antiche foto.

Ma chi era San Zanobi?
Non vi sono notizie precisamente documentate per ricostruire la biografia storicamente attendibile di un personaggio che ha lasciato grande traccia di sé, non solo perché fu vescovo di Firenze tra il IV e il V secolo e ritenuto santo dalla Chiesa Cattolica, ma perché la sua storia è piena di miracoli tanto da renderlo leggendario come alcune sue imprese commemorate anche da elementi architettonici: ad esempio a Firenze, in Piazza San Giovanni, la colonna di granito che sorge vicino al Battistero, con una croce sopra, eretta nel 1384, fu dedicata al santo nel luogo dove avvenne il miracolo dell’olmo fiorito in pieno inverno durante la traslazione delle spoglie del vescovo da San Lorenzo alla Cattedrale.
Come tutte le leggende che si rispettino anche quella che andiamo a raccontare ha molte versioni. Abbiamo scelto quella che ci è piaciuta di più o forse convinto maggiormente della veridicità delle sue argomentazioni…!
La leggenda che riguarda le origini del Sasso si lega alle origini di due grandi formazioni presenti nella zona: il Sasso della Mantesca, dai riflessi blu e bianchi e quello detto di San Zanobi con venature verdastre e violacee.

Si tramanda che durante la sua opera di evangelizzazione il vescovo fu fermato dal Diavolo in cima all’Ospedaletto per contendergli le anime del luogo con una gara di resistenza. Ciascuno avrebbe trasportato un grande macigno e chi fosse arrivato più lontano avrebbe vinto.

Fu così che San Zanobi trasportò il sasso, che oggi vediamo, più lontano di quello portato dal Malvagio che stanco e affaticato scaricò il proprio frantumandolo: il Sasso della Mantesca o Sasso del Diavolo oggi si trova non lontano da quello di San Zanobi nella vicina Valle del Sillaro.
Fu così che avendo vinto la gara il Santo ebbe la possibilità di conquistare le anime degli abitanti del luogo.
Il Sasso si erge nero sul pianoro e spicca e si distingue nel paesaggio circostante anche per il suo colore, tanto che era chiamato Pietramora, e per la caratteristica forma triangolare con cui si mostra di faccia a chi passa lungo la strada per Piancaldoli dal Passo della Raticosa.

E come non soffermarsi ad ammirare insieme al Sasso lo splendido spettacolo che offre la natura di questi antichi monti oggi ammantati dai verdi diversi della fitta vegetazione che li ricopre?
Il Sasso fu a lungo ritenuto un meteorite per il suo colore diverso dal terreni argilloso su cui pare essere appoggiato. È stato invece successivamente definita una roccia di origine magmatica sviluppatasi nel fondo marino 150 milioni di anni fa e 60 milioni di anni prima delle rocce che lo circondano.

Quassù l’aria è dolce e spira un venticello fresco, tutto nel luogo suggerisce un pacato senso di pace e serenità: merito dello spettacolare paesaggio o forse è un altro miracolo di San Zanobi?

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