Villa dei Mulini a Portoferraio nell’isola d’Elba

Siamo a Portoferraio, la romana Fabricia e la medievale Ferraia, ma anche nella città di Cosimo I, Cosmopolis. Tanti nomi che la qualificano come sito antico e strategico, non solo per il ferro. I forti che giganteggiano insieme ai poderosi bastioni furono costruiti per volontà di Cosimo I come protezione dalle invasioni barbaresche. Qui soggiornò per breve tempo, dal maggio del 1814 al febbraio del 1815, l’imperatore Napoleone Bonaparte in esilio.



La Villa dei Mulini non nasce come residenza di Napoleone all’Elba. La sua storia ha origini più lontane nel tempo e l’appellativo “dei mulini” si deve effettivamente all’esistenza di quattro mulini a vento per macinare il grano. Il primo fabbricato fu voluto dall’ultimo granduca di Toscana, Gian Gastone de’ Medici, che nel 1724 aveva fatto costruire una casetta rustica come abitazione del giardiniere del Governatore che alloggiava presso il forte Stella; nel tempo furono abbinate altre costruzioni “Per ordine del Granduca stesso vennero costruite presso detta casetta le carceri civili ed una casa di abitazione, pel giudice […]. Questa ultima fu ampliata nel 1787 e divisa in due quartieri: uno pel comandante di artiglieria e l’altro pel comandante del genio”. furono questi i locali che Napoleone scelse come sua futura sede di rappresentanza “fece atterrare il casamento delle carceri e alzare una gran sala nel centro di detti quartieri e quindi, la palazzina che ne uscì, componevasi di due padiglioni e di un edifizio principale che li riuniva. Fece inoltre demolire i vecchi casolari che la circondavano e sbassare un lungo fabbricato che serviva d’alloggio agli ufficiali sino all’altezza della piazzetta, dinanzi alla Palazzina, le cui dimensioni vennero così aumentate in modo da farne una piazza d’arme, capace della rassegna di due battaglioni”.(da Vincenzo Mellini, Napoleone I all’isola d’Elba)
La posizione tra i due forti, della Stella e del Falcone, con la bella vista sul mare a perdita d’occhio doveva essere particolarmente piaciuta all’Imperatore che ne seguì personalmente i lavori di ristrutturazione affidati all’architetto romano Paolo Bargigli e all’elbano Luigi Bettarini. Il corpo centrale ad un solo piano fu sopraelevato con uno ulteriore mentre altri edifici furono demoliti per aprire la veduta sulla rada.

I giardini all’italiana preesistenti che degradavano dal forte Stella furono ampliati rispetto agli originari e affidati alle cure del giardiniere Claudio Holland: aiuole quadrate e pergolati e una grande enne tra il verde del prato e rose e piante profumate e agrumi lungo il viale che lo attraversava, rifinito con vasi si coccio con le tre api incise, che nelle sere d’estate dovevano inebriare con i loro profumi.

Le varie specie di agrumi, importate da Napoleone in quello che voleva essere un giardino di aranci, male si adattavano in una posizione aperta ai venti soprattutto quelli freddi invernali. Questo impianto fu modificato nel ventesimo secolo, pertanto oggi troviamo nella parte antistante la palazzina grandi alberi: lecci, sempreverdi, cipressi e palme che ancora svettano tra le strutture difensive dei bastioni a strapiombo sul mare e, nella seconda parte del giardino a quattro quadranti, una fontana con una statua in marmo bianco copia della Galatea, una delle ninfe del mare, attribuita al Canova per la quale pare avesse posato Paolina Bonaparte, oggi nella Galleria Demidoff a Villa San Martino, la residenza estiva di Napoleone. Una fontana a ninfeo chiude prospetticamente lo spazio verde. In questa parte del giardino anche piante particolari: una lussureggiante Carissa dai bei fiori bianchi e dai frutti rossi e piante di rose dal ceppo antico. Nel primo giardino una Minerva, e sul parapetto del bastione che si affaccia sullo strapiombo, il grande stemma con l’aquila imperiale. Oggi l’antico rigoglio e l’originale impianto sono offuscati dalla trascuratezza: resiste un vecchio leccio a più rami e un’alta palma, tra i più antichi abitanti naturali del giardino antistante la Villa. Resta una vista maestosa che dall’alto domina il mare aperto.
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