Siamo a Murlo nei pressi di Siena in quella bella valle percorsa dal Merse e dall’Ombrone di cui il primo è tributario.

A Poggio Civitate, di fronte all’abitato dell’antico possedimento vescovile, da cui il nome di Vescovato di Murlo, tra la macchia fitta del bosco, sono stati portati alla luce diversi reperti appartenuti ai lontani abitatori del luogo: gli Etruschi.
Sono stati rinvenuti i resti di un grande edificio caratterizzato da due fasi costruttive: la prima, datata intorno alla fine del VII secolo a.C., presentava evidenti tracce di incendio dal quale fu distrutto e le cui suppellettili e i gioielli ritrovati lo attribuiscono a residenza signorile. Sotto alla seconda fase di costruzione sono stati rinvenuti molti elementi del tetto precedente con la sua ricca decorazione ad acroteri con figure a carattere fitomorfo e zoomorfo ma anche cavalieri nell’esercizio della guerra o della caccia, presumibilmente i signori del ricco palazzo. Annessa al palazzo un’officina per la realizzazione delle terrecotte commissionate dai proprietari per la decorazione degli edifici e materiali in avorio, osso e bronzo.



Molto interessante e suggestiva la ricostruzione di alcune parti del tetto: le lastre in terracotta con scene di banchetto, di assemblea, di processione e di corsa di cavalli, un possibile palio ante litteram, sono state sistemate in modo da offrire al visitatore la loro funzione di fregio architettonico insieme alla ricostruzione degli acroteri del tetto tra i quali il simbolo stesso del Museo, il famoso “Cappellone” che deve il suo nomignolo alla particolare foggia del suo capello a tese larghe come quello di un buttero.

Notevole la collezione “da cucina” che costituisce un repertorio fondamentale e tra i più ampi di tutta l’Etruria con vasi per cibi solidi e bevande insieme a recipienti per attingere e versare e bere. Non mancano i fornetti e le olle nel doppio utilizzo di contenitori e pentole, lanterne e bracieri con coperchi a campana.






Se siete nei paraggi non perdetevelo o fatelo meta di un viaggio: è piccolo ma merita anche per la sistemazione all’interno del “palazzone” così come viene chiamato il Palazzo sede del Vescovo di Murlo e delle terre soggette che spicca alto tra gli altri fabbricati dell’antico borgo.