Santa Colomba nella Montagnola senese

p1011585Santa Colomba nella Montagnola di Siena. Villa grandiosa che ebbe nome da un’antica cappella, e che lo diede egualmente alla vicina pieve di S. Pietro a S. Colomba, nella Comunità a 6 miglia toscane a ostro di Monteriggioni.[…] Fu in origine una casa torrita, in luogo della quale l’arcivescovo di Siena Alessandro Petrucci fece costruire quella magnifica villa che oggi si vede, e che i di lui eredi nel 690 venderono per fiorini 5500 al Granduca Cosimo III; il quale poco dopo la donò al collegio Tolomei di Siena. Questo bel fabbricato fu maltrattato dalle truppe spagnuole e tedesche nel marzo del 1554, all’occasione della guerra contro Siena, mentre l’antica casa torrita era stata già devastata nel 1364 dalla compagnia inglese di Giovanni Aguto.

A ragione lo storico Repetti insiste nel definire grandiosa e magnifica la bella villa che accoglie il visitatore con la sua elevata posizione e la ricca facciata con cui s’impone nel paesaggio cui fa da contrafforte la grossa torte campanaria sul lato mancino. Così si presenta Santa Colomba al visitatore di passaggio, perché è tutto qui. La storia di questa località a pochi chilometri da Siena è incredibile se paragonata a quanto poco resta a ricordarne gli antichi splendori.   …   continua a leggere    Santa Colomba nella Montagnola senese

La pieve di San Severo a Legri

di Salvina Pizzuoli

Non si può non notarla, con la sua imponente struttura, lungo la strada principale che attraversa Legri ne occupa il margine a sinistra con le due absidi ancora intatte e la terza per buona parte diruta. Colpisce per i colori delle sue pietre a filaretto d’alberese, l’antico campanile a vela e l’alta torre campanaria che svetta  accanto, evidenziando la sua antica funzione di torre d’avvistamento.

La presenza di una pieve testimonia una rete di strade e infrastrutture viarie di primaria importanza: per qui passava infatti una delle direttrici verso il Mugello.

Dedicata a San Severo è la pieve romanica tra le più antiche del territorio in provincia di Firenze, la cui data precisa si perde nel fastello del tempo, presumibilmente attorno al X secolo, e la cui storia si conserva nelle strutture che la caratterizzano con i rimaneggiamenti di cui porta ancora i segni e che la rendono particolare, singolare.

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In Val D’elsa: la Pieve a Scola

Siamo a Pievescola un piccolo centro in val d’Elsa.

La pieve, da cui prende il nome, è detta Pieve Ascola, ad Scholam, a Scola e, come scrive il Repetti, potrebbe derivare il suo toponimo dalla presenza di una scuola di lettere o di canto fermo, la melodia liturgica cantata nel coro polifonico dal tenor che teneva le note a lungo, come era in uso ai tempi della presenza longobarda.

Risiede sulla ripa destra dell’ Elsa Morta alla base occidentale della Montagnola di Siena, poco lungi dall’incolta pendice di un monte che forse dalla sterilità del terreno porta il vocabolo delle Gabbra (Repetti Dizionario)

La sua fondazione avvenuta intorno all’anno Mille viene invece legata con piena convinzione storica, anche dallo stesso Repetti, a quella contessa Ava dei Lambardi, signora di Staggia e fondatrice di un monastero prestigioso come fu quella detto a Isola.    … continua a leggere    In Val D’elsa: la Pieve a Scola

La via Cassia Antica: quarto itinerario da Arezzo a Fiesole

Percorsa e descritta dal prof. Giovanni Caselli

Percorsi Cassia vetus

Arezzo, l’antica Arretium, giace all’esterno della grande curva che l’Arno compie uscendo dal Casentino ed entrando nel Valdarno Superiore, ai piedi dell’Alpe di Poti, davanti a una fertlissima pianura, ora paradiso di tante piccole industrie.

Sulla bassa collina di San Cornelio o Castelsecco, fuori Porta Trieste, a sud est della città, si vedono i resti di una cinta muraria per 700 metri di lunghezza. Ma la città etrusca sorgeva nell’area ora occupata dal Duomo e dalla Fortezza, ma della città rimangono soltanto pochi blocchi delle mura del IV secolo a.C.     …  Continua   La via Cassia Antica: quarto itinerario da Arezzo a Fiesole

 

La via Cassia Antica: primo itinerario da Roma a Sutri

Percorsa e descritta dal prof. Giovanni Caselli

Intero percorso della via Cassia vetus

Questa via ricalca, più o meno da vicino, una via naturale, di spartiacque, che corre fra l’Arno e il Tevere, praticamente senza trovare un corso d’acqua. Era una delle direttrici di movimento dei gruppi umani preistorici che discendevano o risalivano la Penisola. Naturalmente questa direttrice preistorica non era una ‘strada’, ma una grande fascia di massimo movimento in direzione nord-sud, con ramificazioni in ogni direzione. Alcuni centri di remotissima origine si trovano ubicati lungo questa direttrice, ma raramente essi stanno sulla stessa, forse perché il terreno lì è meno adatto all’insediamento, forse perché non si prediligevano le aree di più intenso traffico, almeno in epoca preistorica.  … Continua a leggere   La via Cassia Antica: primo itinerario da Roma a Sutri

 

La via Aurelia ed Aemilia Scauri (quinto itinerario): da Portus Pisanus a Luni fino a Vada Sabatia

percorsa e descritta da Giovanni Caselli

Aurelia da Roma a Vada Sabatia

La Via Aemilia Scauri, a nord di Pisa, traversa quella regione pedemontana, detta oggi Versilia, che ai piedi delle spettacolari Alpi Apuane, era cosparsa di ville e villaggi e dove, dall’età augustea in poi, si sviluppò la fiorente industria del marmo.

Luni fu la città capitale di questo distretto, in parte controllato dalla vicina Lucca.

All’altezza di Camaiore si innestava sull’Aemilia Scauri il ramo della Via Cassia da Luca, che vediamo altrove. Un’altro ramo della Via Cassia si univa a questa costiera a Pisae.

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Carrara: il Duomo e il Museo del Marmo

L’associazione Carrara e marmo è immediata, ma è anche vero che spesso si ignorano i sistemi di estrazione e di lavorazione di questa bianchissima e preziosa roccia metamorfica che porta nel nome, di etimo greco, la caratteristica che l’ha resa ricercata da sempre: pietra splendente. Sì, perché la montagna la custodisce nelle sue viscere ed estrarla non è stato né semplice né agevole, oggi molto meglio grazie alle macchine che hanno affinato gli strumenti primordiali fornendo quell’energia che prima era affidata esclusivamente a quella muscolare di uomini e animali.

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Un itinerario fotografico sulla via del vino: da Poppiano a Montespertoli

Il castello di Poppiano
Il castello di Poppiano

Percorriamo la Val di Pesa lungo le valli solcate dagli affluenti di bacino versoMontespertoli. La strada panoramica corre tra le dolci colline del Chianti a vigne e olivi. Raggiungiamo il castello di Poppiano che si annuncia dalla strada con le sue due torrette.

Documentato intorno al XII secolo appartiene ancora alla famiglia Guicciardini.

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Il castello di Sarteano e la leggenda della lupa senese

Siamo al confine tra la Valdichiana e la Val d’Orcia, in provincia di Siena.

Una campagna rigogliosa accoglie il visitatore con le sue colline a vigne e olivi in un paesaggio punteggiato da paesi arroccati e turriti. Il castello occupa la sommità della collina, circondato da un ombroso parco con lecci secolari che lo separano dal resto dell’abitato che s’inerpica fino alla sommità lungo strade strette e lastricate, affiancate da bei palazzi e chiese con spazi che si aprono in piazzette suggestive, come quella omonima davanti a San Martino.

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