L’associazione Carrara e marmo è immediata, ma è anche vero che spesso si ignorano i sistemi di estrazione e di lavorazione di questa bianchissima e preziosa roccia metamorfica che porta nel nome, di etimo greco, la caratteristica che l’ha resa ricercata da sempre: pietra splendente. Sì, perché la montagna la custodisce nelle sue viscere ed estrarla non è stato né semplice né agevole, oggi molto meglio grazie alle macchine che hanno affinato gli strumenti primordiali fornendo quell’energia che prima era affidata esclusivamente a quella muscolare di uomini e animali.
Percorriamo la Val di Pesa lungo le valli solcate dagli affluenti di bacino versoMontespertoli. La strada panoramica corre tra le dolci colline del Chianti a vigne e olivi. Raggiungiamo il castello di Poppiano che si annuncia dalla strada con le sue due torrette.
Documentato intorno al XII secolo appartiene ancora alla famiglia Guicciardini.
Siamo al confine tra la Valdichiana e la Val d’Orcia, in provincia di Siena.
Sarteano Il castello
Una campagna rigogliosa accoglie il visitatore con le sue colline a vigne e olivi in un paesaggio punteggiato da paesi arroccati e turriti. Il castello occupa la sommità della collina, circondato da un ombroso parco con lecci secolari che lo separano dal resto dell’abitato che s’inerpica fino alla sommità lungo strade strette e lastricate, affiancate da bei palazzi e chiese con spazi che si aprono in piazzette suggestive, come quella omonima davanti a San Martino.
Superato Poggio si entra nella valle dell’Edron. Il paesaggio è di quelli che non si possono dimenticare soprattutto quando l’autunno dipinge con i suoi gialli e rossi i boschi che affollano i fianchi dei monti. Ma lo scenario, addentrandosi nella valle, si allarga in alto dove svettano a corona le cime aguzze delle Apuane.
Pieve a Ponte allo Spino immagine complessiva nella piana alluvionale
Siamo a pochi chilometri da Siena e a un chilometro da Sovicille, un antico agglomerato sorto sulla collina attorno al suo castello più volte bruciato e saccheggiato nel corso delle lotte con i Fiorentini, nel cui piano sottostante, la valle alluvionale creata dal torrente Spino, scorrono le acque dei fossi, dei righi, dei torrenti e dei fiumi, quali il Merse, di cui molte acque del piano sono tributarie. Ci delucida con la precisione di sempre il Repetti nel suo “Dizionario” e alla voce Sovicille scrive: …continua a leggere Nella val di Merse: la pieve a Ponte allo Spino
Tappa 10 Borgo a Mozzano – Lucca: Km 28 – Difficoltà: E – Tempo medio di percorrenza: 9 h
La partenza da Borgo a Mozzano ha un sapore particolare; siamo all’ultimo giorno di cammino e due sentimenti contrastanti si accavallano: il rammarico di essere al termine di un viaggio che ci ha permesso di riscoprire, e talvolta scoprire, tante cose belle e meritevoli di due zone, Lunigiana e Garfagnana, che seppur vissute quotidianamente sono state in grado di sorprenderci continuamente e dall’altro una certa frenesia di arrivare con la quale ci siamo svegliati e che ci spinge ad affrettarci così da poter dire “abbiamo concluso il cammino”.
Chiesa romanica di San Donato
Alla fine, tra i due forse è proprio quest’ultimo sentimento a prevalere, consapevoli che le cose belle scoperte rimarranno ed anzi, impegnandoci a farle conoscere e a valorizzarle, riusciremmo forse, a renderle migliori. Lasciamo di buon mattino il convento di San Francesco di Borgo a Mozzano che ci ha ospitato per la notte. Direzione Museo Civico, detto “Antiquarium”; qui potremmo osservare alcuni resti della civiltà ligure ed etrusca rinvenuti in molte grotte o cavità scoperte e investigate nelle vicinanze. Il museo si cura anche, assieme ad altre associazioni, del mantenimento delle fortificazioni della Linea Gotica, resti di una periodo, quello degli ultimi anni della seconda guerra mondiale che ha condizionato pesantemente la vita di questi territori. …continua a leggere Garfagnana a piedi, tappa 10: Borgo a Mozzano – Lucca
Camminare attraverso un paesaggio senza capirlo, senza saperne leggere i tratti, è una fatica sprecata.
Perché un paesaggio considerato “bello” oggi sarebbe stato invece considerato “brutto” da chi lo ha vissuto nel passato? La risposta è semplice, perché un paesaggio degradato o totalmente sconvolto da nuove ideologie di sfruttamento, è eticamente brutto e per chi faticava sulla terra nei tempi passati l’etica era assai più rilevante dell’estetica.
Tappa 8 Castelnuovo Garfagnana – Barga: Km 27 – Difficoltà: E – Tempo medio di percorrenza: 9 h
Piazza Umberto I, ancor più di Piazza delle Erbe, è il vero centro di Castelnuovo di Garfagnana. I bar che si affacciano su di essa, via Garibaldi, detta anche Via del Crocifisso, completamente lastricata, la Rocca Ariostesca che vigila sull’accesso al centro storico, creano un quadro che difficilmente si potrà dimenticare. Peccato per il passaggio delle autovetture, con un po’ di coraggio il traffico potrebbe essere limitato oppure eliminato rendendo il quadro ancor più bello.
Votivo di Castevenere
Fin dalla sua costituzione la città ha svolto un ruolo di primo piano per l’intera vallata e ancora oggi, per molti, Castelnuovo continua ad essere un importante punto di riferimento.
Visitiamo il museo archeologico del territorio all’interno della Rocca Ariostesca e, tra i reperti qui custoditi, fanno bella mostra di se i “Votivi” di Castelvenere, delle sculture in bronzo di epoca etrusca che ci riportano a quel periodo e ci raccontano, immancabilmente, di viaggi e spostamenti che le popolazioni etrusche erano solite fare. I votivi non sono altro che dei segni di devozione che gli abitanti etruschi erano soliti offrire alle “acque sacre” che proprio dalla buca di Castelvenere sgorgavano. Questi individui arrivavano non solo dalla Media Valle ma anche dagli itinerari che raggiungevano la Garfagnana e da qui la Pianura Padana. …continua a leggere Sui sentieri della Garfagnana – tappa 8: Castelnuovo di Garfagnana – Barga
Uno stretto viale alberato con due filari di cipressi accoglie il visitatore che sale verso la sommità della collina dove sorge Torri. Il piccolo centro si apre con una porta ad arco che immette in uno slargo che si ricongiunge a se stesso per una stradicciola circolare che segna il percorso dell’antica cerchia muraria. In un primo momento non è facile individuare l’ubicazione della chiesa di Santa Mustiola che occupa con il suo lato meridionale il margine a destra di un corridoio al quale si accede da un una volta ad arco. È evidente che il borgo si sia sviluppato attorno alla sua abbazia. Sì, perché si trattava di un’abbazia che conserva oggi solo la chiesa e al suo interno uno splendido chiostro …Continua Nella val di Merse: il chiostro di Santa Mustiola a Torri
Siamo nella bassa valle del Merse a pochi chilometri da Siena tra colline di sughere, lecci, castagni e querce cui fa da sfondo il cocuzzolo del Monte Amiata dentro la vasta area della Riserva naturale detta del Basso Merse e Tocchi.
Trovasi sullo sprone settentrionale del monte delle Serre di Petriolo che scende per Tocchi al ponte di Macereto, sulla destra del Merse, e sulla sinistra della strada regia che dal ponte a Macereto si dirige a Grosseto. …continua a leggere Nella val di Merse: Ponte a Macereto e Tocchi