Meta del nostro viaggio a Carrara è il Duomo e il Museo del Marmo.

L’associazione Carrara e marmo è immediata, ma è anche vero che spesso si ignorano i sistemi di estrazione e di lavorazione di questa bianchissima e preziosa roccia metamorfica che porta nel nome, di etimo greco, la caratteristica che l’ha resa ricercata da sempre: pietra splendente. Sì, perché la montagna la custodisce nelle sue viscere ed estrarla non è stato né semplice né agevole, oggi molto meglio grazie alle macchine che hanno affinato gli strumenti primordiali fornendo quell’energia che prima era affidata esclusivamente a quella muscolare di uomini e animali.

Carrara e il Duomo

La città occupa una posizione paesaggisticamente suggestiva: le fa da cornice lo sfondo maestoso e imponente delle Apuane, le montagne di marmo, e dall’altra le spiagge ampie e sabbiose bagnate dalle acque del mar Ligure. Il centro storico della città s’incunea in una conca alle pendici delle montagne e il suo gioiello splendente è il Duomo di Sant’Andrea, interamente rivestito e realizzato in marmo apuano.

Il palazzo Repetti su via S. Maria

Lo raggiungiamo percorrendo a piedi le strette vie del centro storico. Sulle facciate dei palazzi che corrono lungo le stradette, varie le lastre marmoree che ricordano personaggi che vi sono nati e vissuti: percorrendo via Santa Maria ci colpisce la facciata di un palazzotto in marmo, con tre grandi finestre rettangolari ornate con sottili ed eleganti colonnine e un fregio con formelle: la lastra marmorea lo indica come l’abitazione dell’illustre storico ottocentesco Emanuele Repetti al cui Dizionario spesso ci rivolgiamo nelle nostre ricerche e approfondimenti; accanto la casa natale di Pellegrino Rossi, avvocato e docente di Diritto, assassinato a Roma nel 1848. Tre traverse più avanti si apre la grande e irregolare piazza del Duomo occupata per buona parte dal lato esterno della navata destra, dall’abside e dal bel campanile.

Lastra marmorea che ricorda il Repetti
Lastra marmorea che ricorda Pellegrino Rossi

L’impianto complessivo oltre per la magnificenza si caratterizza per il lungo e lento periodo di costruzione che si protrasse per ben due secoli successivi alla data di inizio: dall’XI secolo raggiunse l’aspetto attuale solo nel Trecento conoscendo più fasi costruttive come si legge nella sua struttura composita: la prima fase realizza con marmi a fasce bianche e grigie il primo ordine romanico della facciata che termina con arcatelle pensili che corrono per tutta la lunghezza e al cui centro si apre il portale fiancheggiato da due colonne con capitelli istoriati che sorreggono un arco a tutto sesto con figure zoomorfe; gotico il secondo livello della facciata (XIV secolo) con lo splendido rosone inscritto in un quadrato ai cui lati si apre un loggiato sostenuto da colonne ad altezza decrescente. Un merletto di marmo di pregevole fattura.

Lateralmente si apre il portale di San Giovanni in una facciata senza fasce policrome poco oltre il portale medesimo dove si ripropongono archetti pensili dei quali alcuni decorati con teste zoomorfe e antropomorfe e due feritoie sottolineate da figure a rilievo e archi a fogliame. Prima di accedere all’interno ci spostiamo verso l’abside dall’elegante loggetta e il bel campanile con quattro ordini su cui si apre una monofora fino alla quadrifora sottostante la guglia piramidale del tetto con quattro piramidi più piccole a ornarne la base.

L’interno è a tre navate con archi a tutto sesto sorretti da colonne con capitelli prevalentemente a fogliami. Moltissime le opere marmoree che alloggia: nella navata sinistra una vasca esagonale ricavata da un unico blocco di marmo e datata 1527 con fini decorazioni, quindi il bel pulpito policromo datato 1544, opera di artisti carraresi, in fondo l’altare del Santissimo Sacramento caratterizzato da opere diverse per stile e tempi di esecuzione con al centro Madonna con Bambino, a destra Sant’Andrea e San Paolo e a sinistra San Giovanni e San Pietro, sotto il gruppo marmoreo una serie di bassorilievi con storie dei santi e dottori della Chiesa. Al centro sopra l’altare, una croce dipinta, datata XIV secolo e attribuita al lucchese Angelo Puccinelli: il Cristo, in basso la Madonna e San Giovanni, in alto il Padre e alle estremità del braccio trasversale gli Evangelisti.

Nella navata a sinistra i postergali del coro, ora in funzione di transenne, caratterizzati da un finissimo lavoro d’intarsio a cornici con fogliami (1581), un tripudio di marmi finemente cesellati datati XVI secolo. Di fronte il gruppo marmoreo dell’Annunciazione del XIV secolo: a sinistra l’Arcangelo Gabriele e a destra la Vergine Maria, le due figure statuarie sono anche dette Le Cassanelle, e sono un esempio di gotico con influssi francesi.

Ancora uno sguardo alla piazza e riprendiamo via S. Maria quindi in piazza Gramsci costeggiando il maschio medievale del palazzo Cybo Malaspina diretti verso il Museo del Marmo.

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Galleria immagini Duomo di Carrara

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