Amerigo Vespucci tra i “visacci”

Palazzo Altoviti e il mistero del vero volto di Vespucci.

di Salvina Pizzuoli 

Firenze Palazzo Altoviti in Borgo degli Albizi. La facciata con alcune erme di uomini illustri

Borgo degli Albizi porta il nome e conserva palazzi appartenuti a questa antica famiglia. Tra i tanti uno è conosciuto come “palazzo dei visacci” così soprannominato dal popolo fiorentino.
La lunga storia del palazzo annovera vari proprietari a partire da Rinaldo degli Albizi fino a Giovanni Altoviti; a Baccio Valori, esponente dell’Accademia del Disegno e bibliotecario della Laurenziana si devono, nel tardo Cinquecento, una serie di ampliamenti e rifacimenti con il probabile apporto di Giovanni Caccini cui si attribuiscono le quindici erme di “uomini scienziati” che ornano la facciata e alle quali si deve il nomignolo. …continua a leggere

La via regia Pistoia – Modena o dell’Abetone

Catasto Leopoldino. San Marcello Pistoiese, la stazione di posta (particelle 174 175 274) le scuderie (179 274) e la Strada Regia- fonte Archivio di Stato di Pistoia

Dalla metà del Settecento, in Toscana, avviene una rivoluzione straordinaria nel settore della viabilità tale da cambiare radicalmente il volto del territorio e a dargli una fisionima infrastrutturale che durerà fino al secondo dopoguerra. I Medici durante la loro lunga dominazione avevano considerato l’impraticabilità delle vie di confine e in particolare di quelle appenniniche come una garanzia difensiva. L’avvento dei Lorena cambia radicalmente questa visione aprendo la regione ai collegamenti con l’estero e arricchendo i collegamenti interni. Nascono così le prime reti ferroviarie, vengono potenziate le strutture portuali e costruite molte strade ex novo e altre già esistenti completamente rinnovate. … continua a leggere La via regia Pistoia – Modena o dell’Abetone

Lorenzino de’ Medici detto Lorenzaccio

di Salvina Pizzuoli
Lorenzino de’ Medici
 … era scarso della persona, e anzi mingherlino che no, e per questo se gli diceva Lorenzino; non rideva, ma ghignava ; e tutto che egli fosse più tosto graziato che bello, avendo il viso bruno e malinconico, andava molte volte solo, e pareva che non apprezzasse né roba né onori, lo chiamava il Filosofo, dove dagli altri che lo conoscevano era chiamato Lorenzaccio (Benedetto Varchi Storie fiorentine)  …     continua a leggere Lorenzino de’ Medici detto Lorenzaccio

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Donne e castelli…delitti e congiure

I colori della città: le pietre di Firenze

di Salvina Pizzuoli

Palazzo Medici Riccardi particolare della facciata
Palazzo Medici Riccardi particolare della facciata

Ogni città si configura per la sua storia, per la sua posizione geografica, per il  territorio e il paesaggio naturale in cui si inserisce. Sono questi aspetti che le conferisco un carattere; la rendono infatti unica e riconoscibile nelle sue forme. Non per ultima, c’è una componente che la caratterizza in maniera visibile, quella che scaturisce ….

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Le donne fiorentine del Trecento

di Luisa di Tolla

Dama fiorentina del XIV secolo
Dama fiorentina del XIV secolo

Nella Firenze del Trecento, le donne uscivano raramente di casa, ma in quelle poche occasioni esse facevano sfoggio sia di bellezza, che di sfarzo e persino di eccentricità nel trucco e nell’abbigliamento.

Negli anni di Dante e Beatrice, quando Firenze era una città molto gioiosa, ma anche molto corrotta, esse, erano un simbolo di prestigio: l’orgoglio di una famiglia si fondava in gran parte sulla dote che essa riusciva a conferire ad una ragazza da marito e sulle capacità di spreco che una moglie o una figlia dimostravano nel vestire.

Per essere belle, le donne si adattavano a ogni genere di tormenti. …

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Ambra, la villa medicea di Poggio a Caiano

Giusto Utens Villa Ambra a Poggio a Caiano

di Giulia Atanasio

La conoscenza del patrimonio storico-artistico pervenutoci è un requisito fondamentale per la comprensione di un luogo. L’argomento di cui voglio parlare richiede la considerazione delle preziose testimonianze del pittore fiammingo del XVI secolo Iustus Van Utens, meglio noto col nome italianizzato di Giusto Utens. La sua opera decorativa più famosa è la serie di quattordici lunette raffiguranti le ville medicee …

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Pisa e l’Arno: storia e geografia di un antico sistema portuale

di Salvina Pizzuoli

Come tutte le città fluviali Pisa deve molto al suo fiume.

G. Vasari, Veduta della ‘terra murata’ di Empoli, (particolare) Firenze, Palazzo Vecchio

Gli deve sicuramente la sua posizione strategica tra mare, specchi lagunari e corsi d’acqua che alle origini l’ha caratterizzata rendendo il sito particolarmente favorevole agli insediamenti e agli attracchi protetti. Al fiume e al suo delta deve la propria affermazione sia come porto romano di primaria importanza per i traffici e per il controllo delle acque del Tirreno settentrionale sia come repubblica marinara. All’opera di quello stesso fiume deve in parte anche la decadenza perché con i detriti e le continue esondazioni ne ha trasformato costantemente il litorale, allontanandola dal mare, colmando le lagune, interrando i suoi ancoraggi. Non ultima, ma solo in ordine di tempo, gli deve memoria tangibile di quella grande potenza navale conservandone i relitti tra le sue sabbie e nei suoi umidi fondali. … continua a leggere Pisa e l’Arno: storia e geografia di un antico sistema portuale

Aneddoti su fatti e personaggi fiorentini

Granduchi, sigari e tirchieria: l’invenzione del “toscano”

sigari toscani

Correva l’anno 1815 quando nella Manifattura dei Tabacchi di Santa Caterina della ruota un imprevisto quanto impetuoso temporale estivo infradiciò un grosso quantitativo di tabacco della Val di Chiana lasciato all’aperto, che subito dopo cominciò anche a fermentare per il caldo. La cosa preoccupò non poco i dirigenti della Manifattura perché il tabacco, così rovinato, rischiava di dover essere gettato via ed era risaputo che il Granduca Ferdinando III di Lorena, da poco reinsediato al potere dopo il Congresso di Vienna, per quanto di larghe vedute, odiava ogni forma di spreco. … continua a leggere Aneddoti su fatti e personaggi fiorentini

I’ Brindellone tra etimi e leggende

Tutti i Fiorentini sanno bene di cosa stiamo parlando e conoscono anche il significato del termine, ancora molto comune, perché i’ brindellone non indica una cosa sola.
Se cerchiamo il termine sul dizionario Treccani troviamo la seguente definizione:
brindellóne s. m. (f. -a) [der. di brindello]. – Persona che va in giro con l’abito lacero, o anche sciatta nel vestire, trasandata nell’aspetto, nel camminare e simili; più comune la forma sbrindellone.
Ci dice quindi che deriva da brindello ovvero da brano. – Straccio, brandello.
A Firenze un brindellone è un tipo sciatto, trasandato, non molto “vispo”   

… Ma tutti sanno che questo è anche il nome con cui i Fiorentini chiamano affettuosamente il carro, quello dello scoppio nella domenica di Pasqua e della famosa colombina.

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Arti e mestieri del passato

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