Matrimoni e banchetti: le nozze di Maria de’ Medici

5 ottobre 1600.

Jacopo Chimenti da Empoli Le nozze di Maria de’ Medici

Maria de’ Medici, figlia del granduca Francesco I Medici e di Giovanna d’Austria, sposa per procura Enrico IV di Borbone, re di Francia.

Una data storica perché segnò un avvicinamento tra i due Stati, ridusse notevolmente il debito che la corona francese aveva accumulato nei confronti dei banchieri italiani, la dote infatti ammontava a seicentomila ducati nonostante la Francia ne avesse richiesti un milione. Consacrò inoltre alle cronache, come poi lo sarà nel 1606 quello delle nozze di Cosimo Medici e Maria Maddalena d’Austria, uno dei più fastosi e scenografici banchetti di casa Medici, descritto da Michelangelo Buonarroti il giovane che ne ricevette l’incarico dal granduca.

La magnificenza e la fantastica scenografia che accompagnerà i banchetti seicenteschi era stata descritta dettagliatamente nella trattatistica rinascimentale, come ad esempio nell’opera di Cristoforo de Messisbugo relativa alla composizione delle vivande e all’apparecchiatura in genere. A questo fasto e scenografico e culinario appartenevano i conviti medicei.

Tutto doveva concorrere a meravigliare i commensali con una sequenza di piatti prelibati in una cornice stupefacente che sottolineasse contemporaneamente la ricchezza e la potenza della famiglia.    … continua a leggere   Matrimoni e banchetti: le nozze di Maria de’ Medici

 

I colori della città: le pietre di Firenze

di Salvina Pizzuoli

Palazzo Medici Riccardi particolare della facciata
Palazzo Medici Riccardi particolare della facciata

Ogni città si configura per la sua storia, per la sua posizione geografica, per il  territorio e il paesaggio naturale in cui si inserisce. Sono questi aspetti che le conferisco un carattere; la rendono infatti unica e riconoscibile nelle sue forme. Non per ultima, c’è una componente che la caratterizza in maniera visibile, quella che scaturisce ….

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Tempo di vendemmia, tempo di schiacciata con l’uva

Schiacciata con l’uva

Piaceva e piace ancora questo dolce, dal gusto particolare, che in Toscana inaugura l’autunno. Un dolce dalle origini antiche, c’è chi lo fa risalire agli Etruschi, semplice come può esserlo il pane con l’uva, perché in fondo di questo si tratta o almeno si trattava in origine.  Oggi, a gusti mutati, anche la schiacciata con l’uva vive molte varianti a partire dall’impasto e dall’uso del tipo di vitigno.

Ma cominciamo dalla schiacciata con l’uva con ricetta fiorentina e chiantigiana, tipica infatti di Firenze e zone limitrofe e del Chianti dove le vigne e l’uva fanno parte del paesaggio e della cultura popolare in tutte le sue manifestazioni.  … continua a leggere Tempo di vendemmia, tempo di schiacciata con l’uva

Badia di San Bartolomeo in Buonsollazzo

UN’ANTICA ABBAZIA DEL MUGELLO    (con aggiunta di nuove foto)
di Salvina Pizzuoli
L'abbazia di Buonsollazzo
L’abbazia di Buonsollazzo

 Come una vecchia signora anche di lei si può dire che gli anni ce li ha, si vedono, ma nonostante tutto se li porta bene; se poi fosse un po’ imbellettata, sarebbe ancora di notevole bellezza.continua

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Un itinerario a piedi illustrato: da Buonsollazzo a Monte Senario

La leggenda di Margherita Marsili

Rosselana

Lungo il litorale che l’Aurelia costeggia, tra Alberese e Orbetello, molte le torri d’avvistamento a protezione della costa che i Saraceni tentavano di conquistare, meta delle loro incursioni e scorrerie, oggi all’interno del grande Parco Naturale della Maremma. Accanto ad una di queste torri, sorgeva il castello dei Marsili di cui restano poche tracce mentre la torre si erge salda e poderosa. È la torre detta della bella Marsilia cui è legata una leggenda che ha come base avvenimenti realmente accaduti e due versioni, come tutte le leggende che si rispettino. Si tramanda di Margherita di Nanni Marsili una fanciulla sedicenne dai capelli rossi rapita durante un’incursione turca il 22 aprile del 1543 dopo la conquista del castello paterno.  … continua a leggere La leggenda di Margherita Marsili

La battaglia di Pistoia (62 a.C.)

… sconfitta e morte di Lucio Sergio Catilina

di Alessandro Ferrini

Particolare dell’affresco di Cesare Maccari raffigurante Catilina (Roma, Palazzo Madama, 1880)

Lucio Sergio Catilina nacque a Roma nel 108 a.C., all’inizio di un secolo tormentato da guerre e lotte civili che segnarono la fine della Repubblica e l’inizio del Principato.

Discendente da una nobile e antica famiglia romana, nobili genere natus, – lo definisce lo storico Sallustio – fuit magna vi et animi et corporis, sed ingenio malo pravoque, dopo aver tentato di essere eletto console nelle file dei populares per due volte senza riuscirci, osteggiato in ogni modo dagli optimates e dai maneggi di Cicerone, nel 63 decise di organizzare una congiura e tentare un colpo di stato per impadronirsi del potere. La congiura venne scoperta da Cicerone, allora console in carica, molti congiurati vennero arrestati e condannati a morte ma Catilina riuscì a fuggire verso l’Etruria … continua a leggere La battaglia di Pistoia (62 d.C.)

Maramaldo e Francesco Ferrucci

Tu uccidi un uomo morto": i retroscena della battaglia di Gavinana
La battaglia di Gavinana (olio su tela di Massimo d’Azeglio)

Il 3 agosto 1530 i soldati imperiali del principe d’Orange sconfissero i fiorentini a Gavinana, determinando la fine della repubblica e la restaurazione dei Medici. Ciò che accadde a Gavinana è noto: appena gli imperiali ebbero battuto l’esercito fiorentino, Fabrizio Maramaldo trafisse a morte Francesco Ferrucci, che era suo prigioniero. Ignobile atto che tutti abbiamo biasimato fin dalle scuole elementari, commossi dalle parole “tu uccidi un uomo morto!” che sembra aver pronunciato il capitano fiorentino.  Meno note sono le ragioni che indussero Maramaldo a infierire, contro tutte le norme dell’onore, sull’avversario inerme e già ferito, e a macchiarsi di un assassinio. … Continua a leggere Maramaldo e Francesco Ferrucci

Al tempo di Firenze capitale

Pubblichiamo nuove foto, stampe e pagine tratte dai Lunari stampati a Firenze quando era capitale.

Vignetta satirica del Lunario "Stenterello" sul caro affitti
Vignetta satirica del Lunario “Stenterello” sul caro affitti. Sui piatti della bilancia, in perfetto equilibrio, si trovano un brigante e un proprietario di case.

Le immagini sono correlate ai testi pubblicati nell’ebook

Fatti e fattacci al tempo di Firenze Capitale

Proponiamo anche un interessante video che ricostruisce angoli della città sovrapponendo ai documenti fotografici di oggi le immagini della Firenze dei dipinti di Borbottoni.

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Dal granducato dei Medici a quello dei Lorena

La modernizzazione della Toscana

Carta del Granducato con le principali strade (1843)

I tentativi di Cosimo III dei Medici di assicurare la discendenza alla figlia Anna Maria Luisa, elettrice palatina, non ebbero successo e dopo il poco lusinghiero governo di Giangastone (1723-1737), il governo della Toscana passò alla famiglia dei Lorena. Ramo cadetto degli Asburgo d’Austra, secondo quanto deciso nella pace di Vienna che pose fine alle guerre di Successione.

Così il Repetti descrive le condizioni della Toscana all’arrivo dei Lorena: Abusi moltissimi nella pubblica amministrazione; leggi civili improvvide, intricate, parziali; contese perpetue di giurisdizione; procedura dispendiosa; ingiusti giudizj; pene eccessive e crudeli nel sistema criminale; poca sicurezza personale; asili sacri pieni di malfattori; commercio mal favorito; agricoltura in abbandono; possessioni mal ripartite; fidecommissi inceppati; patrimonio ecclesiastico troppo vasto e troppo immune; una caterva di feudatarj; da ogni parte bandite signoriali e comunitative; coloni troppo poveri; dogane intermedie ad ogni passo; dazj onerosissimi, e un debito pubblico di circa 65 milioni di lire toscane

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Strada ferrata centrale toscana

Le ferrovie del Granducato di Toscana

Tracciato della ferrovia Siena - Empoli
Tracciato della ferrovia Siena – Empoli

Mentre veniva inaugurata la prima tratta della Leopolda a Siena un gruppo di cittadini – mossi dal lodevole intento di collegare la loro città alla Strada Ferrata Leopolda mediante una ferrovia – incaricarono l’ing. Giuseppe Pianigiani di stendere il progetto per una linea ferroviaria che da Siena, per la valle dell’ Arbia, dello Stoggia e dell’EIsa, arrivasse all’Osteria Bianca, raccordandosi ad Empoli con la S.F. Leopolda. Nell’agosto del 1844 furono emesse azioni di lire venti ciascuna per raccogliere le quattromila lire necessarie a finanziare le spese del progetto. Costituita così la Società Strada Ferrata Centrale Toscana iniziavano i lavori per la nuova linea che venivano ultimati nel dicembre del 1849.

Il tronco era servito da due treni giornalieri, che impiegavano circa due ore per compiere l’intero percorso … continua a leggere    Strada ferrata centrale toscana