Trasporti pubblici a Firenze alla fine dell’Ottocento

Omnibus della linea piazza Signoria-Ponte Rosso alla fermata di piazza Cavour

Il  1865 è l’anno del trasferimento della capitale da Torino a Firenze; nel maggio di quell’anno il Municipio fiorentino stipula un accordo con i fratelli Monari di Bologna per la concessione del servizio di omnibus urbano. Così dal primo giugno, dalle otto del mattino alle dieci di sera inizia il via vai delle carrozze da Piazza Signoria alle varie porte (San Gallo, Croce, Prato, Romana, San Niccolò), prezzo della corsa 10 centesimi. …continua a leggere   Trasporti pubblici a Firenze alla fine dell’Ottocentoa

Ex Manifattura Tabacchi di Firenze

Archeologia industriale in Toscana

L’area della ex Manifattura Tabacchi

Ancora oggi in via delle Cascine, all’imbocco di piazza Puccini, su un’area di circa 8 ettari, fra il Mugnone e il fosso Macinante, sorge il complesso in stile razionalista progettato e costruito da Giovanni Bartoli e Pier Luigi Nervi.

Nel 1810 la Manifattura Tabacchi, che fino a quel momento aveva avuto sede nell’ex convento di Santa Caterina di via delle Ruote, venne trasferita nei locali ampi dell’ex monastero di Sant’Orsola in via Guelfa.

Durante le fasi del trasloco una notevole quantità di tabacco, lasciato allo scoperto, fu bagnato dalla pioggia e poi fatto essiccare troppo a lungo compromettendone la qualità.   … continua  Ex Manifattura Tabacchi di Firenze

 

I’ Brindellone tra etimi e leggende

Tutti i Fiorentini sanno bene di cosa stiamo parlando e conoscono anche il significato del termine, ancora molto comune, perché i’ brindellone non indica una cosa sola.
Se cerchiamo il termine sul dizionario Treccani troviamo la seguente definizione:
brindellóne s. m. (f. -a) [der. di brindello]. – Persona che va in giro con l’abito lacero, o anche sciatta nel vestire, trasandata nell’aspetto, nel camminare e simili; più comune la forma sbrindellone.
Ci dice quindi che deriva da brindello ovvero da brano. – Straccio, brandello.
A Firenze un brindellone è un tipo sciatto, trasandato, non molto “vispo”   

… Ma tutti sanno che questo è anche il nome con cui i Fiorentini chiamano affettuosamente il carro, quello dello scoppio nella domenica di Pasqua e della famosa colombina.

…  continua a leggere  I’ Brindellone tra etimi e leggende

Il ponte all’Indiano

… e Rajaram Cuttraputti, marajà di Koleppor

di Michele Chini

Ponte all'Indiano con il monumento e gli stalli rossi sullo sfondo
Ponte all’Indiano con il monumento e gli stalli rossi sullo sfondo

Quante volte noi fiorentini abbiamo superato l’Arno percorrendo il ponte all’Indiano, magari maledicendo la coda che ci stava facendo far tardi o l’implacabile autovelox tarato a lungo sui 40 km orari? 

Beh, in pochi sapranno che il Viadotto dell’Indiano, realizzato tra il 1972 e il 1978, ha un record, poco conosciuto al di fuori degli addetti ai lavori. Infatti, è stato il primo ponte al mondo strallato (cioè sospeso e retto da una serie di cavi, detti tecnicamente “stralli”)  ancorato a terra;  continua a leggere              Il ponte all’Indiano 

Stendhal, “Guida ad uso di chi viaggia in Italia”

La Firenze di allora

Stendhal, “Guida ad uso di chi viaggia in Italia”

Risale al 1828 il viaggio che Standhal (al secolo Henry Bayle) il celebre scrittore francese fece in Italia, visitandone i luoghi più famosi. Riportiamo i brani relativi al suo soggiorno a Livorno e Firenze che in un certo senso potremmo definire appunti frettolosi, buttati giù in uno stile vivace ma ben lontano da quello che conosciamo dai suoi romanzi. Rimane comunque un documento interessante per rivedere usi e costumi del tempo.

Per 36 franchi un vetturino vi porterà a Livorno (ndr da Genova) in tre giorni e mezzo; se il Magra è in piena, fare attenzione a non affogare: si prende una barca e con un tragitto di un quarto di lega sul mare si arriva dall’altra parte; questa strada è la più bella d’Italia. Più si va piano, meglio è. A Livorno scendere all’Aquila Nera: la camera costa 3 paoli (o tre volte 56 centesimi), il paolo si divide in otto crazie; la crazia è la moneta più leggera dell’universo: vale 7 centesimi.

… continua a leggere Stendhal, “Guida ad uso di chi viaggia in Italia”

Firenze e l’artigianato della pelle

di Salvina Pizzuoli

Una tradizione medievale che non si è mai del tutto persa nel tempo ma che ha sempre progredito e si è industriata sebbene, rispetto alle origini, non si svolga più lungo il corso dell’Arno, vero primo ed essenziale protagonista di questa attività.
Acqua e tanta acqua era infatti necessaria per la conciatura delle pelli macellate e pertanto anche alcune zone della città ne avevano la privilegiata ubicazione: alle origini lungo il Ponte Vecchio l’Arte dei Beccai forniva la materia prima e a monte e a valle del fiume l’Arte dei Galigai, che assommava al proprio interno i diversi mansionari dei cuoiai: i conciatori detti Pelacani, i venditori di cuoio detti Pezzai e i doratori di cuoio e pelle detti Orpellai.
La prima documentazione su quest’arte risale alla fine del 1200 e come ogni Arte aveva un santo patrono, Sant’Agostino, al quale ogni anno il 28 agosto faceva la consueta offerta all’interno della Chiesa di Orsanmichele.

… continua a leggere Firenze e l’artigianato della pelle

Via Vittorio Emanuele – Montughi (parte prima)

Da Guido Carocci I dintorni di Firenze, Tipografia Galletti e Cocci 1881

Omnibus della linea piazza Signoria-Ponte Rosso alla fermata di piazza Cavour

Dalla Barriera del Ponte Rosso (vedi articolo) oltre a via Bolognese iniziava anche via Vittorio Emanuele II “che si diceva precedentemente del Palazzo Bruciato o dei Cappuccini.
Poco oltre, superata l’odierna via Trieste, all’epoca non esistente, si trova sulla destra Villa Fabbricotti o degli Ancipressi (ancipresso o arcipresso. Termine arcaico e popolare toscano ad indicare l’albero e il legno di cipresso n.d.r.). … continua a leggere Via Vittorio Emanuele – Montughi (parte prima)

La BUCHETTA dell’AMORE

di DARIO da FIRENZE (DARIO ZULIANI)*

Il luogo più romantico di Firenze: la Buchetta dell’Amore, in via delle Belle donne 17 a Firenze.
Sta diventando un luogo iconico, un passaggio obbligato dei visitatori a Firenze. Come la Fontana del Porcellino, sotto le Logge del Mercato nuovo, dove porta fortuna il toccare la punta della statua del Porcellino (il cinquecentesco cinghiale in bronzo progettato dall’Ammannati). Così il nuovo rito è baciarsi davanti alla Buchetta dell’Amore, a testimonianza di vero amore.
Molti quelli che si baciano ogni giorno, da ragazzini a persone anziane. Grazie alla Buchetta dell’Amore, Firenze può cominciare a rivaleggiare con Verona e il celebre balcone di Giulietta. E non è un caso che, proprio a Firenze, sia nato questo primo esempio di arte di strada (street art) rinascimentale.
Vari  elementi rendono straordinaria la Buchetta dell’Amore, dal punto di vista storico, artistico, culturale e… sentimentale. … continua a leggere La BUCHETTA dell’AMORE

Toscana in “Liberty”: i “villini” di Michelazzi e le realizzazioni di Coppedè a Firenze

 

di Salvina Pizzuoli

Villino Ravazzini, decorazioni in ceramica delle manifatture Chini

Nella fascia periferica della città di Firenze si ebbe una maggiore fioritura del nuovo stile. Sembra impossibile, ma colpisce l’elevato numero di costruzioni ascrivibili alla nuova tendenza affermatasi tra la fine del XVIII e gli inizi del XIX secolo. Firenze inganna per l’uniformità che sembra contraddistinguerla e stupisce invece trovare nel suo tessuto, sebbene periferico, tante espressioni architettoniche legate o assimilabili al Liberty, soprattutto se teniamo conto che molte sono andate distrutte come “il villino in via Michelangelo (ultimato nel 1904 e distrutto nel 1962), il villino Ventilari in viale Mazzini (realizzato nel 1907 e demolito intorno al 1960), il villino “La Prora” in via Guerrazzi (completato nel 1908 e abbattuto dopo il 1955)”* tutte progettazioni di Giovanni Michelazzi (1879-1920) e ancora, i Garages Riuniti in via Alamanni, il Villino Cottini in via Masaccio, villa “La Palancola” in via Boccaccio. … Continua

La via Bolognese dal Ponte Rosso alla Lastra

Da Guido Carocci I dintorni di Firenze, Tipografia Galletti e Cocci 1881

Giardino dell’Orticoltura, la serra

Guido Carocci fu appassionato studioso della storia e dell’arte fiorentina; fra le varie opere, di grande interesse attuale perché ci descrivono la Firenze di 150 anni fa, riproponiamo alcuni brani tratti da “I dintorni di Firenze” in cui partendo dalle vecchie “barriere”* descrive i dintorni della città. Ovviamente alcune ville o monumenti dell’epoca oggi non esistono più e non sono stati riportati nell’articolo dove abbiamo trattato solo quelli più famosi  e ancora oggi esistenti.

*Le “barriere” erano posti di controllo situati sulle vie di accesso alla città dove venivano riscosse le imposte del dazio. Furono definitivamente soppresse negli anni ’30 del Novecento.

“Da un antico ponte di mattoni che traversava il torrente Mugnone e che si chiamava il Ponte Rosso, ebbe nome questa Barriera che è una delle più importanti della città. L’antico Ponte Rosso fu demolito e sostituito da un ponte grandissimo sul quale trovasi la piazza esterna della Barriera. Tre strade fanno capo alla Barriera; la Via Faentina, la Via Bolognese e la Via Vittorio Emanuele. … continua a leggere La via Bolognese dal Ponte Rosso alla Lastra