Risale al 1828 il viaggio che Standhal (al secolo Henry Bayle) il celebre scrittore francese fece in Italia, visitandone i luoghi più famosi. Riportiamo i brani relativi al suo soggiorno a Livorno e Firenze che in un certo senso potremmo definire appunti frettolosi, buttati giù in uno stile vivace ma ben lontano da quello che conosciamo dai suoi romanzi. Rimane comunque un documento interessante per rivedere usi e costumi del tempo.

Per 36 franchi un vetturino vi porterà a Livorno (ndr da Genova) in tre giorni e mezzo; se il Magra è in piena, fare attenzione a non affogare: si prende una barca e con un tragitto di un quarto di lega sul mare si arriva dall’altra parte; questa strada è la più bella d’Italia. Più si va piano, meglio è. A Livorno scendere all’Aquila Nera: la camera costa 3 paoli (o tre volte 56 centesimi), il paolo si divide in otto crazie; la crazia è la moneta più leggera dell’universo: vale 7 centesimi.

Andare al caffè del Greco. Andare a cena di fronte al Greco, alla Pergola (la cena, 25 crazie); da vedere la statua sul porto. il cimitero degli ebrei e quello degli inglesi.

Per nove franchi si viene trasportati a Firenze (19 o 20 leghe) e in più si ha il posto buono (in fondo alla vettura). Nei vetturini normali questo posto costa un franco di più al giorno.

A Firenze alloggiare presso la signora Imbert, confusione da grande albergo, venticinque camerieri, disordine; la camera costa 25 crazie. Andare a cena al San Luigi di Gonzaga o al Leon Bianco, via della Vigna; c’è un Bacco dipinto sul fondo del corridoio; è una copia del famoso Bacco dì Michelangelo; si mangia benissimo per 25 crazie: alle cinque, alla tavola della signora Imbert, la cena è ottima ma costa 5 paoli e ci si trova con trenta inglesi. Bisogna soprattutto cercare di cenare con degli italiani. Non bisogna perdere alcuna occasione di conoscere l’indole di questo popolo che, da qualche anno è diventato ancora più diffidente. Portare le lettere ai signori Vieussenx. Salvagnoli e alla marchesa Bartolomeo.

Visitare la Galleria dalle nove del mattino alle quattordici, i quadri di Palazzo Pitti: si dà un paolo al portiere da basso e, di sopra, tre paoli all’uomo che mostra i quadri; chiedergli di vedere la Venere del Canova, cosa che offre la possibilità di vedere tutti gli appartamenti che abitava Ferdinando III, morto nel 1824.

Visitare il giardino Boboli, aperto il giovedì e la domenica; si danno due crazie ad un ragazzetto perché vi conduca a Santa Croce dove sono le tombe di Alfieri del Canova, e quelle di Michelangelo, Machiavelli e Galilei; si dà un paolo ad un monaco perché vi apra la cappella del Volterrano, chiusa da una cancellata in ferro.

Bisogna passare un’ora o due in ciascuna chiesa. All’uscìta da Santa Croce un altro ragazzetto, sempre per due crazie, vi può condurre a S. Lorenzo; visitare nel chiostro accanto, la tomba di Paolo Giovio, famoso storico, bugiardo e vescovo di Como. Entrati in chiesa dirigersi con passo risoluto verso la cappella di Michelangelo, in fondo a destra; è sempre aperta; spingere una porticina di legno, vi si trovano cinque statue di Michelangelo e la cappella è stata costruita su suo disegno; le statue di S. Matteo e dell’altro apostolo, a destra e a sinistra, non sono di Michelangelo,

Tutte le mattine finché si resterà a Firenze, bisogna andare in questa cappella: è la migliore delle occasioni per conoscere lo stile di Michelangelo. Nella stessa cappella, varcando l’altra porticina si arriva alle tombe dei Medici, celebri per le pietre preziose di cui sono sovraccariche. Lasciare un paolo al guardiano.

Bisogna fare il giro delle mura di Firenze e soprattutto salire a San Miniato, collina a sud dell’Arno, vicina alla porta San Niccolò.

Un altro giorno bisogna uscire dalla porta di Livorno (San Frediano) e salire a Bellosguardo. Da non mancare è la visita agli affreschi di Masaccio nella chiesa del Carmine che sono scampati all’incendio del 1770.

Firenze nel 1831

Bisogna visitare la chiesa di San Marco, chiedete di visitare la cella del Savonarola che, all’epoca, fu bruciacchiato per aver voluto fare il Lutero in Italia.

Michelangelo lo amò molto. Visitare Santa Maria Novella; si dà un paolo ad un monaco che vi fa vedere l’Inferno ed il Paradiso dipinti da un antico maestro; l’Inferno ha delle bolge ad imitazione dell’inferno di Dante. Visita nel chiostro, alla cappella degli Spagnoli; comprare per 3 paoli la Piccola guida di Firenze.

La domenica andare a messa alla moda; a santa Trinità, di fronte a Viessieux. Poi passeggiata sul Lungarno; da non mancare, al tramonto, la passeggiata alle Cascine.

Cercate Menchioni che abita a Firenze vicino al giardino di Boboli; farsi accompagnare da un ragazzetto regalandogli due crazie; dire al signor Menchioni: “Signore, voglio andare a Roma passando per Perugia”.

La Diligenza F.Forti 1863

Ci si va in cinque o sei giorni pagando 50 o 60 franchi al massimo, con un vetturino; offrire 45 franchi.

Si può anche prendere la diligenza di Perugia che si ferma a cento passi dalla dogana, sul lato orientale della statua equestre, la tariffa è molto ragionevole. A Perugia si ha la coincidenza con la diligenza del Papa che va a Roma ma sarebbe meglio prendere un vetturino perché si è sicuri, arrìvando a Roma, di farsi cinque amici. Si può anche passare per Siena, ma il percorso per Perugia e Arezzo è di gran lunga il più interessante.

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