Historica Lucense

Siamo nella Casermetta San Martino sul baluardo omonimo sede della Historica Lucense, un’associazione di rievocazione storica che si dedica alla ricostruzione del periodo rinascimentale, in particolare quello legato alla costruzione delle mura della città e all’uso delle armi da fuoco e delle artiglierie, ricreando scene di vita militare dell’epoca in particolare del periodo rinascimentale: organizzano pertanto eventi e manifestazioni, come la rievocazione del sistema difensivo di avvistamento e la ricostruzione di scene militari con le figure degli di archibugieri, moschettieri e picchieri, oltre al corpo dei bombardieri che difendevano le Mura. 

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Il giro delle mura di Lucca: una passeggiata nel verde

di Salvina Pizzuoli

E non è solo un modo di dire: distese di verdi prati in basso intorno alla cinta muraria, un parco sopraelevato di alberi secolari, ippocastani, tigli, platani, pioppi, olmi, accompagnano il visitatore che, a piedi o in bicicletta, lungo tutto il tragitto è immerso nel verde che domina  la lunga passeggiata . E sì, perché le mura sono molto ampie, circa trenta metri,  al punto da permettere  un viale alberato nella parte alta.
Gli alberi assicurano ombra con le loro ampie chiome, arricchendo di colori e forme le diverse stagioni, arricchendo i quattro chilometri attorno al centro storico di suggestioni visive,  tra gli scorci della città sottostante, punteggiato da campanili e torri tra le quali quella Guinigi, uno dei simboli della città, e il paesaggio naturale che la circonda. 

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Il Museo di San Matteo a Pisa

L’ex Convento di San Matteo nei pressi del ponte della Fortezza sul Lungarno, conserva una rilevante raccolta di opere medievali tanto da essere considerato tra i più importanti in Europa. Divenuto museo nel 1949 annovera le croci monumentali dipinte, a partire dal XII e XIII secolo, il più cospicuo numero di crocefissi medievali che oggi si conservano in Italia; ma anche dipinti su tavola a fondo oro databili dagli inizi del XII secolo, tra cui il Polittico firmato da Simone Martini in cui l’artista raffigura ben 43, personaggi inquadrati in eleganti archetti trilobati disposti su quattro fasce  sovrapposte;  statue lignee che trovano luogo in una galleria che le riunisce.

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Visita al Museo Archeologico di Grosseto: archeologia della Maremma

Sezione Terza

di Salvina Pizzuoli

Il Museo si compone di cinque Sezioni:

La prima raccoglie materiali eterogenei e provenienti da aree toscane diverse dalla Maremma e si compone di urne cinerarie etrusche e di età ellenistica che fanno bella mostra di sé nella sala d’ingresso al Museo.

La seconda: dedicata a Roselle dalla fondazione all’età moderna

La terza: dedicata all’Archeologia della Maremma dalla Preistoria alla tarda età antica

La quarta: Arte sacra della diocesi di Grosseto

La quinta relativa all’Archeologia medievale della Maremma e alla storia di Grosseto.

Proseguiamo la nostra visita dedicandola alla sezione che illustra l’archeologia della Maremma dalla Preistoria alla tarda età antica: dalla sala 13 alla sala 23.

Oinochoe a figure rosse di Vulci

di Giovanni Caselli

Riti religiosi etruschi in età ellenistica

La monografia di Ambros J. Pfiffing Religio Etrusca del 1975 segna l’inizio di un fruttuoso periodo di ricerca sulla religione degli Etruschi. Si sono raffinati i metodi di indagine e creati nuovi strumenti di ricerca. Fra le voci del ThesCRA (Thesaurus Cultus et Rituum Antiquorum) si ricordano quelle di L. Donati e S. Rafanelli, Il sacrificio nel mondo etrusco, di E. Simon, Libation, di A. Maggiani, La divinazione in Etruria e di A. Maggiani e S. Rafanelli, La preghiera in Etruria.
Il popolo etrusco fu definito da Tito Livio “il popolo più di ogni altro dedito alle pratiche religiose” (Ab Urbe condita, V, 1,6). Alla luce di questi studi, Simona Rafanelli ha proposto l’esame di tre documenti fra i meno noti e indagati. L’autrice propone l’esame di una piccola oinochoe (brocchetta da vino) a figure rosse proveniente dalla necropoli dell’Osteria di Vulci, conservata nel Museo di Villa Giulia a Roma, che raffigura una scena sacrificale dove si osservano le operazioni che precedono l’immolazione della vittima, seguita dalla libagione e dalle offerte incruente. … continua Oinochoe a figure rosse di Vulci

Il tumulo della Cuccumella a Vulci

di Michele Zazzi

Il tumulo della Cuccumella a Vulci

Nella Necropoli Orientale di Vulci si staglia il monumentale tumulo della Cuccumella, databile alla fine del VII secolo a.C., di circa 70 m di diametro, 230 m di circonferenza e 20 m di altezza.

Il tumulo fu oggetto di scavi dal 1828 ad opera del Principe di Canino Luciano Bonaparte, successivamente da parte di Alessandro François e poi da Francesco Marcelliani nell’interesse della famiglia Torlonia. Nel 1875 – 1876 in particolare furono scavate trincee e gallerie alla ricerca di camere funerarie (cd. labirinto). Il monumento è stato comunque oggetto di successivi scavi (1928 – 1929) e restauri (2003 – 2006).

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Galleria foto: Le tagliate etrusche

Via cava di Sovana

Galleria foto: Le tagliate etrusche

Il cinerario chiusino Paolozzi

di Michele Zazzi

Cinerario Paolozzi (Museo Nazionale Etrusco di Chiusi)

Il cd. Cinerario Paolozzi prende il nome dal collezionista Giovanni Paolozzi che lo ritrovò nell’aprile 1873 in una tomba a ziro, nel corso di scavi effettuati nella propria proprietà a Dolciano. Del corredo della tomba facevano parte anche vasellame d’impasto e bronzi.
Nel 1907 alla morte del Paolozzi (che aveva precedentemente rifiutato di vendere l’ossuario) il monumento, unitamente ad altro materiale archeologico della sua collezione, passò al Museo Archeologico di Chiusi per legato testamentario.

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Le vie cave etrusche

di Michele Zazzi

Via cava di Sorano

Le vie cave (o cavoni o tagliate) etrusche sono percorsi viari scavati nel tufo a cielo aperto, tra alte pareti, che tortuosamente collegano il fondovalle con i rilievi collinari della regione tosco – laziale.
Le tagliate si trovano nei territori dell’Etruria meridionale interna rupestre e nell’area falisca nell’ambito delle odierne province di Viterbo, Roma e Grosseto. Cavoni etruschi si possono ammirare ad esempio a Pitigliano, Sorano, Sovana, Poggio Buco, Tuscania, Barbarano Romano, Bomarzo, Castro, Cerveteri, Veio, Viterbo, etc …
Le tagliate possono avere lunghezza fino ad un chilometro, larghezza di 2/4 metri, altezza fino a 20 metri (occorre comunque considerare che il livello di calpestio odierno è significativamente più basso di quello originario per essersi formato con il trascorrere del tempo) e pendenza tra l’11 ed il 18 %.

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Visita alla Riserva Naturale “Saline di Tarquinia”

Visita guidata sabato 5 e domenica 6 ottobre 2024

 In occasione dell’evento internazionale Eurobirdwatch 2024, nei giorni sabato 5 e domenica  6 ottobre 2024, la Riserva Naturale “Saline di Tarquinia” sarà aperta al pubblico con delle visite guidate improntate all’avvistamento e al riconoscimento dell’avifauna in collaborazione con i volontari Lipu.

Per prenotare e per ogni ulteriore informazione, si può contattare per email 043106.001@carabinieri.it o chiamando il numero 0766 864605 (dato che per esigenze di servizio potremmo non essere sempre reperibili in ufficio,  è preferibile scrivere all’indirizzo indicato)

Link agli articoli dedicati alla nostra visita alle Saline:

Le Saline di Tarquinia: Riserva Naturale Statale

Archeologia industriale: le Saline di Tarquinia