L’importanza delle strade nella storia

di Giovanni Caselli

Cosa

Esistono strade o tratti strada con nomi tradizionali evocativi. Oltre a vie campestri da sempre note come la Via Francigena; vi sono numerose Vie Romee, Vie Lauretane, Vie del Sale, e anche una Via Parigina, nel Valdarno superiore. Il termine “Via Francigena” è oggi diventato sinonimo per “via di pellegrinaggio”. Tanto è vero che un percorso turistico dedicato a San Francesco, viene indicato come “Via Francigena di San Francesco”! E’ facile capire come ad alcuni succeda di pensare a come verificare questa tradizione e provare l’emozione di calpestare strade che in realtà sono le “arterie” del sistema circolatorio della cultura. Si tratta delle arterie che hanno creato l’Europa e consentito ai paesi che la compongono di svilupparsi culturalmente, di saperi e conoscenze che sono in realtà una sintesi del sapere e delle conoscenze accumulate da ogni popolo e nazione del continente eurasiatico, diffusosi mediante questo sistema circolatorio la cui “aorta” è la Via della Seta. Con questo nome così evocativo si intende una rete globale di vie che ramificandosi per tutto il continente eurasiatico e il nord Africa, ha nutrito assai copiosamente la sua parte occidentale, quella  che i testi scolastici chiamano Europa, forse la più ricettiva per virtù di un istinto naturale che dall’Età del Bronzo sembra aver spinto le genti dal centro del continente eurasiatico a seguire la direzione del sole: verso occidente. … continua a leggere Le strade e la storia

La Cassia antica nel territorio di Firenze

di Alessandro Ferrini

L’antico tracciato della via Cassia, quello segnato in epoca romana, corrisponde solo molto parzialmente a quello di oggi che invece passa per Siena e che si andò delineando in piena età medievale, in parte seguendo il percorso della assai frequentata via Francigena.

La via antica passava invece per Chiusi, Arezzo  e  Firenze: quest’ultimo tratto era di 50 miglia (74 km), secondo quanto riportato dall’Itinerarium Antonini, attraversava il Valdarno seguendo la vecchia strada etrusca lungo le pendici appenniniche, sul percorso dell’odierna strada dei Sette Ponti che collegava Arezzo e Fiesole.

La strada consolare, che proseguiva poi verso Prato, Pistoia e Lucca, a ovest di Firenze, fino a Prato servì di base per la divisione dell’agro in centurie al  momento  della  nascita  della  colonia  di “Florentia” come ancora oggi appare ben visibile dalle foto aeree.

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Vecchie strade del Mugello: i collegamenti nord sud

da: Leonardo Rombai e Marco Sorelli, Dall’assetto ancien régime alla «rivoluzione stradale» lorenese, in Manifestazione espositiva itinerante: percorsi e valichi dell’Appennino, 1985

Mappa dell’area del Mugello (XVIII secolo)

Prima che nel Settecento le riforme lorenesi portassero una vera e propria rivoluzione nella viabilità del Mugello, questa regione presentava un sistema stradale che era il frutto di secoli di storia. Il territorio, già in epoca etrusca e romana e poi nel Medioevo, soprattutto a partire dal Trecento, quando Firenze riuscì a imporre il proprio dominio sul Mugello, vide nascere una rete articolata di percorsi che mettevano in comunicazione la città con i valichi dell’Appennino e con la pianura padana.
La valle del Mugello, in questo senso, rappresentava un’eccezione rispetto ad altri bacini intermontani della Toscana: la sua rete viaria era più fitta e vitale, segno di un’intensa attività economica e sociale. Le strade attraversavano la valle da sud a nord, partendo dalla pianura fiorentina e risalendo verso i valichi, mentre altre vie correvano lungo la Sieve, assecondando la sua naturale direttrice longitudinale.
Questo fitto reticolo era percorso da una moltitudine variegata: vi transitavano mercanti, pastori, viandanti, contrabbandieri e soldati.

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La via Francigena diviene Strada Regia Romana

Strada Regia Romana e via Cassia Firenze Siena

di Alessandro Ferrini

Fino alla metà del XII secolo il percorso principale della via Francigena in Toscana seguiva essenzialmente l’itinerario tracciato da Sigerico: attraversava l’Arno nei pressi di San Miniato, scendeva poi verso San Gimignano lungo la valle dell’Elsa fino a Siena transitando a diverse decine di chilometri da Firenze. Continua a leggere   Da via Francigena a Strada Regia Romana

 

Da Firenze a Bologna viaggiando “per posta” nel Settecento

Nel Settecento viaggiare “per posta” significava affidarsi a un sistema organizzato di carrozze, cavalli e stazioni di sosta che, seppur rudimentale rispetto agli standard odierni, rappresentava il cuore del trasporto a lunga distanza. In Toscana, la tratta Firenze–Bologna era una delle più importanti e al tempo stesso delle più impegnative, poiché richiedeva un’attenta pianificazione e la resistenza necessaria per affrontare un percorso lungo, impervio e spesso segnato da condizioni climatiche proibitive. Il servizio postale, presente fin dal XVII secolo, si perfezionò progressivamente fino a conoscere un vero riordino sotto la dinastia asburgica, con la promulgazione della prima legge organica il 14 marzo 1746, seguita da ulteriori regolamenti nel 1762 e nel 1783, quando la gestione passò al “Dipartimento Generale delle Poste”. Durante il dominio francese venne adottata la legislazione postale d’Oltralpe e, dopo ulteriori modifiche nel 1825 e nel 1827 con la rinuncia alla Privativa Postale, si giunse nel 1859 all’unificazione normativa con le altre province del Regno, preludio alla legislazione postale italiana del 1861. Fino al 1762 il collegamento tra Firenze e Bologna passava per il Giogo, una strada dura, percorsa a cavallo e talvolta a piedi o a dorso di mulo, costellata di salite ripide e resa ancora più ostile dagli inverni gelidi e nevosi. Le soste, necessarie sia per i viaggiatori che per i cavalli, erano numerose: Uccellatoio, S. Piero a Sieve, Scarperia, Giogo, Firenzuola, Pietramala, Filigare e Pianoro rappresentavano le tappe principali.

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Bagni termali lungo la via Francigena

Petriolo, Vignone e San Filippo

di Salvina Pizzuoli

Terme medievali

La terra di Toscana vanta sin dall’antichità una notevole abbondanza e varietà di acque minerali tanto che, ai tempi di Augusto, Vitruvio scriveva che superava da sola tutte le altre d’Italia. Molte delle località termali conosciute ai tempi dei Romani ripresero la loro attività e nuovi centri nacquero lungo la grande via di comunicazione detta Francisca o Francigena o Romea, come tutte le vie attraverso cui i pellegrini raggiungevano le tre principali mete: Gerusalemme, Compostella e Roma. La crescita del villaggio fu quindi logica conseguenza e la bella piazza con la grande vasca che ancora oggi possiamo ammirare fu descritta a partire dal 1334: la fonte era divisa in due parti con un portico a riparare i bagnanti dalla pioggia e separata per i maschi e per le femmine e l’invaso era circondato da palazzi e osterie e dotato di una cappella. Le cronache tramandano che l’acqua dei bagni fu usata da illustri personaggi: Lorenzo il Magnifico, Caterina da Siena e Pio II.  … Continua a leggere Bagni termali lungo la via Francigena

Le strade del Granduca: Firenze – passo della Consuma – Casentino

di Alessandro Ferrini

Mappa del Casentino (sec. XVIII, Museo di Praga)

Per farci un’idea di quanto fossero disagiate le comunicazione nell’area casentinese basti pensare che prima della seconda metà del Settecento gli abitanti del Casentino dovevano passare da Arezzo per raggiungere Firenze e da lì procedere sulla Cassia. Verso la vallata della Sieve esistevano solo sentieri difficili da percorrere specialmente durante la brutta stagione. Il grandioso progetto di costruzione e ammodernamento delle infrastrutture della Toscana intrapresa da Pietro Leopoldo interessò anche questa area geografica: nel 1787, il Granduca dette inizio ai lavori per la strada del Casentino, su progetto del matematico Pietro Ferroni. Ma l’opera ebbe un processo travagliato: la prima parte del tracciato, da Pontassieve al passo della Consuma (m1058) della lunghezza di 15 km e con la carreggiata larga 3,5 m circa, fu compiuta in due anni sotto la direzione dell’ingegner Anastasio Anastagi, ma l’anno successivo Pietro Leopoldo fu chiamato a Vienna per divenire imperatore dell’Austria e la costruzione della strada, il cui progetto prevedeva che raggiungesse il centro geografico della regione nei pressi di Borgo alla Collina. Da ricordare che in quell’occasione venne aperto il valico della Consuma, attraverso il monte omonimo: … continua a leggere La strada Firenze – passo della Consuma – Casentino

Da Firenze a Faenza: la via Faventina

Da Firenze a Faenza lungo un’antica via romana

di Alessandro Ferrini

Tracciato della via Faventina
Tracciato della via Faventina

Costruita lungo un antico percorso etrusco – secondo alcuni nel 150 a.C. secondo altri dopo la fondazione di Firenze nel 59 a.C. – è registrata nell’Itinerarium Antonini (una sorta di stradario della viabilità romana che riporta le distanze in m.p. fra le varie località, risalente al periodo di Diocleziano, nel III secolo d.C.) nel percorso “via a Faventia – Lucam”. Era considerata far parte del sistema viario militare che da Firenze giungeva fino a Lucca e poi a Luni: una sorta di strada dei due mari che univa Adriatico e Tirreno. L’Itinerarium fa partire la strada consolare da Faenza e quindi anche il computo delle distanze (come appare dalla fig.1), noi invece ricostruiamo il percorso partendo da Firenze, da Porta contra Aquilonem, quella a nord, situata più o meno fra piazza San Giovanni e via de’ Cerretani, passava per Borgo san Lorenzo e via san Gallo fino a incrociare l’odierna via Faentina sul torrente Mugnone. …Continua

 

Le vie “allargate”: via Buja

da Guido Carocci, Firenze scomparsa. Ricordi storico artistici, Firenze 1897

“Era un nome che calzava a pennello. Le fabbriche altissime, colle tettoie sporgenti che quasi si collegavano tra loro, erano così vicine, che vista da lontano la strada pareva una fessura ed una volta penetrati là dentro nel sollevare lo sguardo si vedeva appena una striscia meschina di cielo.
Il nome glielo avevano dato volgarmente e tutti la conoscevano per Via Buja; ma in antico aveva anche altri nomi: ma più particolarmente ebbe per un lungo periodo di tempo quello di Via Bertinella o Albertinella dal nome della famiglia Albertinelli o Bertinelli che in epoca remota vi aveva le case (Le case degli Albertinelli o Bertinelli erano per la maggior parte nel luogo occupato dal primitivo Spedale fondato da Folco Portinari, fra Piazza di S. Maria Nuova e la Via dell’Oriuolo, nel luogo oggi occupato dalla fabbrica dell’ Archivio Notarile). Oggi è un tratto della Via dell’Oriuolo, che il cartello municipale chiama…. ingenuamente, dell’Orivolo, strada, che come ognun sa, ebbe questo nome perché in una casa che vi corrisponde fu costruito il primo orologio per la torre di Palazzo Vecchio.

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Via Vittorio Emanuele – Montughi (parte seconda)

Da Guido Carocci I dintorni di Firenze, Tipografia Galletti e Cocci 1881

Via dei Cappuccini

Continuando a percorrere via Vittorio Emanuele e precisamente dal luogo dov’era un tabernacolo dipinto dal Vanni, si stacca la Via de’ Cappuccini, dove sorge l’omonimo convento, che attraversa il colle di Montughi e sbocca poi presso il casale della Loggia. (Oggi la strada dopo l’incrocio con via Massaia prende il nome di via Santa Marta.

“Chiesa e Convento dei Cappuccini. Occupa il luogo dove fu già un ospizio dei PP. Amadei. Il convento si chiamò di S. Maria degli Angioli o i Fraticini. Nel 1529 fu demolito per l’assedio e i frati andarono a S. Giovannino. L’attuale monastero e chiesa furono riedificati da Bernardino Okino senese che dopo essere stato rettore e poi generale dei Cappuccini per otto anni, si lasciò convertire dalle dottrine di Valdes e divenne luterano. La chiesa irregolarissima nella forma e semplice d’architettura, era adorna di varj pregevoli quadri […]

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