La cultura della treggia in Toscana

Una indagine etnologica su uno strumento di trasporto del mondo contadino del prof. Giovanni Caselli

Cos’è dunque la “Cultura della Treggia”? Anzitutto sarà bene chiarire che il termine “cultura” è qui inteso in senso antropologico e di questo ne ha data una precisa definizione Taylor [1], in senso etnologico è quel complesso insieme che racchiude conoscenza credenza, arte, morale, legge, costume ed ogni altra capacità ed abitudine acquisita dall’uomo come membro di una società”.

Ma non tutti sanno cos’è la treggia; quella a cui si fa riferimento in questa sede è un veicolo senza ruote, un traino agricolo, ancora non completamente scomparso dai campi di collina e montagna, ma che non moltissimi anni fa era un mezzo di trasporto più comune dell’auto, usato perfino da vescovi e proprietari terrieri per viaggiare su percorsi non facili nell’ambito di una tenuta agricola o nei dintorni collinari della città, in quasi tutta la Toscana fra l’Appennino Tosco Emiliano.     … continua a leggere    La cultura della treggia in Toscana

Cos’è il Mugello (seconda parte)

di Giovanni Caselli

continua dalla Parte Prima

Il verde Mugello

Vi sono poi molti fedeli del Comune di Firenze, i guelfi, ciò hanno di mostrato in molti casi con le loro buone azioni. E fra le altre cose, coll’aiuto e volontà del nostro Comune e colla loro buona sollecitudine, si sono adoperati contro i tirannici Ubaldini, ghibellini, nemici e ribelli de’ guelfi e del Comune di Firenze: e con questi si ritrovarono più volte a molte zuffe assieme ai nostri consorti che abitavano nel Mugello e che avevano subìto molti danni nelle persone e nei loro averi. E così questi paesani sono stati tenaci e fedeli devoti del Comune e mai hanno voluto ascoltare le molte promesse e accettare i gran doni fatti loro dai detti Ubaldini per corromperli: essendo sempre stati contro di loro per difesa delle terre e fortezze, mai è occorso darle in guardia se non ai nostri paesani, che hanno sempre seguito con amore e con zelo la trionfale insegna del nostro Comune assieme alla cattolica insegna dei venerabili guelfi.

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Cos’è il Mugello (prima parte)

di Giovanni Caselli

Dico in prima che ‘l Mugello

è il più bello paese che abbia il nostro contado;

e di questo ha comunemente fama

da tutti o dalla maggiore parte de’ nostri cittadini.

(Giovanni di Paolo Morelli, “Ricordi”, 1393)

Sotto i Pampini, con un libro di versi

Un fiasco di vino, un pane, …e Tu

Accanto a me cantando, in mezzo ai Campi …

Ed ecco che i campi si trasformano in Paradiso!

(Omar Khayam, X sec. d.C.)

Cos’è il Mugello?

Il Mugello è stato, assieme al Valdarno superiore fino a San Giovanni e il Chianti sino a Panzano, Firenze fuori le mura: la campagna più civilizzata del mondo. … continua a leggere  Cos’è il Mugello (prima parte) 

L’euforia delle strade antiche e del pellegrinaggio moderno: un po’ di chiarezza

del prof. Giovanni Caselli

L’abito dei pellegrini

Premetto che non esistono vie di alcun santo o pellegrino o di altro personaggio, se non itinerari d’epoca trasmessici da documenti storici intesi come guide per futuri viaggiatori. È quindi assurdo parlare di Via di questo o quest’altro in mancanza di tali documenti. Esistono invece vie definibili come “storiche” o addirittura “monumenti storici” in quanto manufatti che l’archeologo riconosce come antichi o come tali documentati nella memoria storica. Come ad esempio le strade consolari romane. Le vie medievali mantenute da serie di pievi lungo il loro percorso, oppure le vie postali istituite in Italia verso il XVIII secolo, come ad esempio le vie esistenti nel catasto preunitario toscano. Tutte da considerarsi “monumenti storici” o “strutture storiche”, in quanto manufatti d’epoca che disegnano il territorio.

Gli itinerari quali sono le vie Francigena o la Via Romea, sono composti di varie vie. I viaggiatori di qualsiasi epoca che si spostavano, per i motivi più vari, da un luogo all’altro, o da una nazione all’altra, si servivano delle strade disponibili, che giudicavano più adatte per vari motivi. I motivi possono andare dalla brevità alla comodità dell’esistenza di strutture di accoglienza, alla stagionalità, alla pericolosità di un percorso rispetto a un altro. … continua a leggere    L’euforia delle strade antiche e del pellegrinaggio moderno: un po’ di chiarezza

La via Clodia: da Veio a Roselle

Percorsa e descritta dal prof. Giovanni Caselli

Saturnia, Porta Romana e via Clodia

A un altro chilometro di distanza si trova La Storta, una stazione, la prima, fuori Roma che continuò a svolgere la stessa funzione durante il Medioevo. Più oltre è il bivio dove parte la Cassia. Vi è alla Storta un’iscrizione del 379-387 d.C. che ricorda la costruzione di stalle per i cavalli del cursus publicus. Una cappella qui ricorda l’apparizione di Gesù a Sant’Ignazio di Loyola durante il suo viaggio a Roma.

Oltre La Storta il tracciato antico differisce dall’attuale in quanto traversava una serie di valli torrentizie che il tracciato moderno evita, forse ricalcando di nuovo il percorso preistorico. … Continua   La via Clodia: da Veio a Roselle

La via Clodia: da Roma a Veio

Percorsa e descritta dal prof. Giovanni Caselli

Percorso della via Clodia

La Via Clodia era la strada dell’Etruria e per l’Etruria, era un antichissimo tracciato che fu trasformato in via consolare fra il III e il II secolo a.C. La Via Cassia si separava dalla Clodia all’altezza di Veii, mentre la prima transitava all’interno, ossia a est dei grandi laghi vulcanici, la Clodia transitava a ovest per Blera, Tuscania giungendo a Saturnia, da qui il tracciato fu poi sistemato fino a Rusellae e quindi allacciato alla litoranea Aurelia-Aemilia Scauri a Salebro.    … Continua       La via Clodia: da Roma a Veio

La via Cassia Antica: sesto itinerario da Firenze a Lucca

Percorsa e descritta dal prof. Giovanni Caselli

Da nord, da Faesulae e da Bononia, si è visto che l’accesso era Via Sangallo, poi Via de’ Ginori e Borgo San Lorenzo; la porta nord era dunque sull’angolo di Via de’ Cerretani e piazza San Giovanni. Da sud una via che proveniva da Sena Iulia, entrava con Via Romana, traversava l’Arno su un ponte poco a est di Ponte Vecchio, faceva Via Por Santa Maria ed entrava da una porta situata all’angolo di Via Vacchereccia.

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La via Cassia Antica: secondo itinerario da Sutri a Bolsena

Percorsa e descritta dal prof. Giovanni Caselli

Panoramica del lago di Vico

Piacevole e pittoresca è tutta la strada fino a Capranica, probabilmente un’ennesima cittadina etrusca su un’ennesimo sperone tufaceo. All’altezza della stazione ferroviaria di Vico Matrino sull’incrocio per il Lago di Vico era la stazione della Via Cassia di Vico Matrini. Il Lacus Ciminus degli antichi rimane a 507 m di altitudine all’interno di un cratere vulcanico, meno ampio degli altri -Bracciano e Bolsena- ma più alto e pittoresco;    …  Continua a leggere    La via Cassia Antica: da Sutri a Bolsena

 

La via Cassia Antica: primo itinerario da Roma a Sutri

Percorsa e descritta dal prof. Giovanni Caselli

Intero percorso della via Cassia vetus

Questa via ricalca, più o meno da vicino, una via naturale, di spartiacque, che corre fra l’Arno e il Tevere, praticamente senza trovare un corso d’acqua. Era una delle direttrici di movimento dei gruppi umani preistorici che discendevano o risalivano la Penisola. Naturalmente questa direttrice preistorica non era una ‘strada’, ma una grande fascia di massimo movimento in direzione nord-sud, con ramificazioni in ogni direzione. Alcuni centri di remotissima origine si trovano ubicati lungo questa direttrice, ma raramente essi stanno sulla stessa, forse perché il terreno lì è meno adatto all’insediamento, forse perché non si prediligevano le aree di più intenso traffico, almeno in epoca preistorica.  … Continua a leggere   La via Cassia Antica: primo itinerario da Roma a Sutri

La via Aurelia ed Aemilia Scauri (quarto itinerario): da Salebro a Portus Pisanus

percorsa e descritta da Giovanni Caselli

Tracciato Aurelia da Salebro a Luni

La via Aemila Scauri

Da Salebro, la nuova litoranea del console Emilio Scauro traversava il fosso Pecora,-a ricordo dei milioni di pecore che qui venivano portate in inverno dagli Appennini Tosco-Romagnoli durante le transumanze-, e giungeva nella piana del torrente Cornia all’estremità ella quale é il promontorio di Populonia, dove si trova l’odierna Piombino in luogo del porticciolo romano di Falesia. La Via Aemilia Scauri tagliava subito verso nord e San Vincenzo, ma al bivio, la stazione di Manliana, era un diverticolo che conduceva alla città etrusca, l’unica fra tutte, situata sul mare.

L’ubicazione è tipica di una colonia ellenica: un promontorio e un porto naturale. … Continua  La via Aurelia ed Aemilia Scauri da Salebro a Portus Pisanus