Castel Focognano in Casentino

Se volessimo visitarli tutti non basterebbe una vita!

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Potrebbe sembrare un’espressione esagerata, ma nella realtà toscana rasenta il vero.

La Toscana è piena di piccoli centri dove la storia ha lasciato traccia non tanto e non solo nei monumenti o edifici o antiche o dirute vestigia, ma soprattutto nel paesaggio dove si respira la presenza di popoli e popolazioni che là si sono insediati e dove il lavoro dell’uomo nei millenni si è armoniosamente fuso con quello della natura.

Il Casentino è una delle zone della nostra regione dove si respira una storia millenaria.

Siamo a Castel Focognano.  continua a leggere Castel Focognano

 

Escursione al Monte Penna

di Salvina Pizzuoli e foto della Redazione

Siamo a Badia Prataglia e ci apprestiamo a raggiungere la vetta del Penna (1333 metri) per ammirare il decantato paesaggio che da lì, al limitare di un dirupo, si apre a 180 gradi.
Subito superata la bella Badia che merita una visita, a sinistra una strada conduce al rifugio Fangacci da cui si dipartono vari sentieri. Il luogo è ameno e, nonostante le giornate torride che stanno caratterizzando questo mese di giugno, qui, a circa 1000 metri, si sta bene e si respira un’aria salutare, niente umidità, niente afa.
Prima di giungere al Rifugio Fangacci, a destra una freccia indica il nostro sentiero.
Un albero maestoso, ricco di fogliame dal verde cangiante, ci dà il benvenuto e noi ci accingiamo alla salita. La freccia indica anche la durata del percorso, circa 25 minuti. Dopo un centinaio di metri si apre un bivio: attenzione, a noi è capitato, il cartello indicativo per il Monte Penna è stato rimosso, va preso il sentiero più a sinistra, quello che resta più in piano. … continua a leggere Escursione al Monte Penna

La pieve di San Pietro a Romena

di Giovanni Caselli

La pieve di Romena nei pressi del castello

Isolata sui colli alle falde della collina del Castello, accanto ad una casa colonica oggi adibita a centro di accoglienza e foresteria per i numerosi fedeli che giungono soprattutto la domenica da ogni parte, è il monumento più notevole del Casentino dopo il castello di Poppi. Il Prof Bronowski presentò un documentario televisivo, una pietra miliare nella storia della BBC, diviso in 13 parti intitolato The Ascent of Man, del 1973 : Il primo prodotto dell’ingegno umano che Bronowski decise di mostrare fu proprio la pieve di Romena. Questa scelta mi rimase molto impressa perché chiaramente dimostrava cosa l’uomo poteva trarre dalla grezza pietra: un’opera che ha il potere di trasmettere spiritualità anche agli animi più insensibili. Sia pure danneggiata e tarpata delle sue campate originali da terremoti e intemperie, la Pieve di Romena ha il potere di muovere le tempre più dure, i materialisti più incalliti. … continua a leggere La pieve di San Pietro a Romena

In giro per Bibbiena e dintorni

Reperti etruschi (Museo Archeologico del Casentino – Bibbiena)

In giro per Bibbiena

Bibbiena: dalle origini all’epoca del Grand Tour

Santuario di Santa Maria del Sasso a Bibbiena

Passeggiate casentinesi

Galleria immagini: Santuario di Santa Maria del Sasso a Bibbiena

Vai alla galleria immagini del Santuario di Santa Maria del Sasso a Bibbiena

Poppi e il Casentino dei Guidi (6)

di Giovanni Caselli

Aspetti della società

Il personale del Conte

Originariamente il personale del Conte – i familiares – era di origini germaniche come la maggior parte dei contadini e dei pastori che lavoravano sulle sue terre. Questa era una società coesa, con antiche radici nella terra, ereditate dagli Etruschi assieme ai nomi di luogo. Fra Trecento e Quattrocento la netta divisione fra società comitale e società borghese si era sfumata, ma le figure principali legate al Conte e alla sua famiglia erano, secondo la tradizione centro asiatica, sempre le stesse: il cuoco, il falconiere, gli addetti ai cavalli, i valletti e servitori, le guardie armate della scorta che si chiamavano donzelli.
I familiares potevano essere assai numerosi, una cinquantina, secondo i documenti. Il personale apparteneva a famiglie fidate che di regola facevano lo stesso servizio di generazione in generazione. Una di queste famiglie, come vedremo più avanti era quella del Bardi/Soldani ed abbiamo informazioni indirette che lo stesso ruolo avesse la famiglia Caselli. I Caselli erano donzelli di Matilde di Toscana e vivevano attorno a Canossa. Quando Matilde adottò Guido Guerra, gli assegnò qualche Caselli come donzello ed è così che questa famiglia si stabilì anche in Romagna e in Casentino.Erano frequenti a corte le presenze di ospiti del Conte, che erano spesso illustri studiosi, letterati o giuristi, alcuni dei quali rifugiati politici, che potevano rimanere al castello anche per lunghi periodi … continua a leggere Poppi e il Casentino dei Guidi

Poppi e il Casentino dei Guidi (1)

Pubblichiamo a puntate la storia di Poppi a cura di Giovanni Caselli

Il primo atto dei Guidi come protagonisti di oltre 300 anni di storia casentinese, è la fondazione del monastero di San Felice a Strumi.

Il primo Guidi della storia è un longobardo di nome Tetgrimus (Teudegrimo o Tegrimo in italiano), descritto come fidele et compatri da Ugo I re d’Italia in un diploma del 23 luglio 927 in cui il sovrano gli concede il monastero regale di San Salvatore di Alina, nel pistoiese. Lo ritroviamo più tardi col titolo non ereditario di Comes Tuscie (Conte di Tuscia). Il matrimonio di Tetgrimus con Engelrada (si pronuncia Enghelrada) la figlia del Duca di Ravenna, fu cruciale nello spostare gli interessi del longobardo più ad oriente. Engelrada gli portò in dote la curtis di Modigliana e quindi lo condusse ad occuparsi dell’alta Romagna, quella dei pascoli che gravitavano sul Mar Tirreno in virtù delle transumanze delle pecore.
Stemma dei conti Guidi

Il primo atto dei Guidi come protagonisti di oltre 300 anni di storia casentinese, è la fondazione del monastero di San Felice a Strumi.

Il primo Guidi della storia è un longobardo di nome Tetgrimus (Teudegrimo o Tegrimo in italiano), descritto come fidele et compatri da Ugo I re d’Italia in un diploma del 23 luglio 927 in cui il sovrano gli concede il monastero regale di San Salvatore di Alina, nel pistoiese. Lo ritroviamo più tardi col titolo non ereditario di Comes Tuscie (Conte di Tuscia). Il matrimonio di Tetgrimus con Engelrada (si pronuncia Enghelrada) la figlia del Duca di Ravenna, fu cruciale nello spostare gli interessi del longobardo più ad oriente. Engelrada gli portò in dote la curtis di Modigliana e quindi lo condusse ad occuparsi dell’alta Romagna, quella dei pascoli che gravitavano sul Mar Tirreno in virtù delle transumanze delle pecore. Questo ultimo particolare, fondamentale per comprendere il senso economico del futuro territorio dei Guidi, pare essere sfuggito anche ai più attenti analisti. … continua a leggere Poppi e il Casentino dei Guidi (1)

Casentino

In questi anni tuttatoscana è cresciuta assommando un corposo numero di articoli totali. Il vecchio Indice quindi non risponde più alle esigenze di chi vorrebbe, scorrendolo, trovare, a seconda delle sezioni, l’articolo che lo interessa. Abbiamo pensato allora di crearne uno nuovo che, nelle varie sezioni, accorpi in modo più funzionale gli articoli relativi, per favorire una migliore fruizione al visitatore e al lettore eventuale.

Articoli relativi al Casentino:

Il Pratomagno

Casentino da scoprire: la pieve di San Martino a Vado

Casentino da scoprire: il castello di Castel san Niccolò

Casentino da scoprire: San Michele Arcangelo a Cetica

In Casentino: Castel Focognano

In Casentino: la pieve di Sant’Antonino a Socana

Il castello di Romena fra poesia e leggenda

Omaggio a Dante nel 750° della nascita: Romena e Porciano in Casentino

Casentino, una valle etrusca?

Toponimi etruschi in Casentino

Il sasso del Regio: Laverna

Lanificio Ricci – Stia in Casentino

Il sasso del Regio: sensazionale scoperta archeologica in Casentino

Bibbiena: dalle origini all’epoca del Grand Tour

Badia Prataglia un borgo tra i boschi

Badia Prataglia, un borgo tra i boschi

di Salvina Pizzuoli

a pie’ del Casentino
traversa un’acqua c’ha nome l’ Archiano,
che sovra l’Ermo nasce in Apennino.
(Dante, Purgatorio V, 94-96)

Alla confluenza dell’Archiano d’Isola con l’Archiano, il fiume menzionato da Dante nel Purgatorio, sorge Badia Prataglia. Il borgo si era sviluppato attorno all’abbazia benedettina fondata tra il 986 e il 1001, oggi unico pezzo restante dell’antico monastero è la chiesa trasformata in parrocchiale che ha subito nel tempo molti rimaneggiamenti. … continua a leggere Badia Prataglia un borgo tra i boschi

La pieve di San Pietro a Romena

di Giovanni Caselli

La pieve di Romena nei pressi del castello

Isolata sui colli alle falde della collina del Castello, accanto ad una casa colonica oggi adibita a centro di accoglienza e foresteria per i numerosi fedeli che giungono soprattutto la domenica da ogni parte, è il monumento più notevole del Casentino dopo il castello di Poppi. Il Prof Bronowski presentò un documentario televisivo, una pietra miliare nella storia della BBC, diviso in 13 parti intitolato The Ascent of Man, del 1973 : Il primo prodotto dell’ingegno umano che Bronowski decise di mostrare fu proprio la pieve di Romena. Questa scelta mi rimase molto impressa perché chiaramente dimostrava cosa l’uomo poteva trarre dalla grezza pietra: un’opera che ha il potere di trasmettere spiritualità anche agli animi più insensibili. Sia pure danneggiata e tarpata delle sue campate originali da terremoti e intemperie, la Pieve di Romena ha il potere di muovere le tempre più dure, i materialisti più incalliti. … continua a leggere La pieve di San Pietro a Romena