Tages (necropoli etrusca Orvieto)

Tra i miti etruschi più conosciuti nel mondo antico c’è sicuramente quello di Tages o Tagete, pervenutoci per intero grazie agli scrittori romani. Il mito racconta che un giorno un tale di nome Tages saltò fuori dalle zolle di un solco davanti a un contadino che stava arando il suo campo nel territorio di Tarquinia; costui trasmise per primo agli Etruschi l’aruspicina, detta anche della divinazione, ossia l’arte di trarre auspici dall’analisi di fenomeni naturali o dall’esame delle viscere degli animali, in particolare del fegato, immolate nei sacrifici. Appena rivelate le regole della divinazione Tages scomparve e non riapparve mai più. I Romani tradussero poi questo antico sapere dai testi etruschi in latino e fecero propria quest’arte e chiamarono aruspici i sacerdoti preposti a questa pratica.

Marco Tullio Cicerone nel De Divinazione così narra la leggenda di Tages:

Si dice che un contadino, mentre arava la terra nel territorio di Tarquinia, fece un solco più profondo del solito; da esso balzò su all’improvviso, un certo Tagete e rivolse la parola all’aratore. Questo Tagete, a quanto si legge nei libri degli etruschi, aveva l’aspetto di un bambino, ma il senno di un vecchio. Essendo rimasto stupito da questa apparizione il contadino, e avendo levato un alto grido di meraviglia, accorse molta gente, e in poco tempo tutta l’Etruria si radunò colà. Allora Tagete parlò a lungo dinanzi alla folla degli ascoltatori, i quali stettero a sentire con attenzione tutte le sue parole e le misero poi per iscritto. L’intero suo discorso fu quello in cui era contenuta la scienza dell’aruspicìna; essa poi si accrebbe con la conoscenza di altre cose che furono ricondotte a quegli stessi principi. Ciò abbiamo appreso dagli etruschi stessi, quegli scritti essi conservano, quelli considerano come la fonte della loro dottrina. (Cicerone, De divinatione, II, XXIII,50)

Aruspice (tomba degli auguri Tarquinia)

E Ovidio la riprende nelle Metamorfosi coglie l’attimo in cui l’aratore stupito vede saltar fuori lo spiritello dal terreno

… Stupito come quel contadino etrusco che arando vide in mezzo al campo una zolla dapprima muoversi da sola senza che nessuno la toccasse e poi assumere all’improvviso la forma di uomo perdendo l’aspetto di una zolla e puoi muovere le labbra e predire i destini futuri. Gli indigeni lo chiamarono Tagete. Egli per primo insegnò agli Etruschi il modo per predire il futuro. (Ovidio, Metamorfosi, XV, 553-558)

Un’altra leggenda dice che il protagonista della vicenda fosse un certo Tarconte al quale, mentre arava la terra, saltò fuori dal solco un fanciullo che sembrava nato da poco ma aveva i denti, la parola e altri segni dell’età matura: Tages che a lui rivelò il segreto dell’aruspicina. Tarcone stesso divenne un aruspice e fondò la città di Tarquinia.

“Prima di concludere, vale la pena di soffermarci su uno de­ gli aspetti più peculiari di Tages, ossia quello del puer-senex, il fanciullo-anziano. In molte tradizioni troviamo un essere che mostra tratti fanciulleschi e senescenti al contempo. In Cina è Lao-Tzu, il filosofo che fondò la religione taoista, il cui nome significa letteralmente vecchio (Lao) – fanciullo (Tzu). Nella tradizione islamica è Al-khidr, il bellissimo giovane dalla barba bianca. In Platone leggiamo che paides presbytai (fanciulli­ vecchi) sono coloro che trasmettono i costumi ancestrali, le leggi non scritte. Attraverso la conciliazione delle età estreme si attua la trasmissione del sapere. Infatti Tages, il puer­ senex degli Etruschi, istituisce tutta una serie di norme divine, che poi verranno trascritte nei libri sacri. Anche la sua nascita da un solco della terra è un mitologema diffuso in tutto il mondo, che spiega l’origine di tutte le cose dalla Tellus Mater, la Terra Madre. Il solco è stato praticato con un aratro, che in Etruria non è un semplice strumento di lavoro agricolo, ma un vero e proprio strumento rituale: è con l’aratro che si trac­ciano i solchi di fondazione delle città, sui quali si ergeranno le mura che delimiteranno l’area sacra.” (Andrea Verdicchia, Mitologia etrusca, Effegi 2022, p 196)

Tomba dei tori (Tarquinia)

Le rivelazioni di Tages furono raccolte dai Romani nei quattro libri Tagetici che racchiudevano tutte le istruzioni sulle interpretazioni di fenomeni naturali dall’arte fulgurale, ossia l’interpretazione del significato dei tuoni e dei fulmini ai riti di fondazione delle città, al viaggio dell’anima nell’oltretomba, alla capacità di leggere il futuro nelle viscere degli animali.

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