Massa – Aulla – Fivizzano – Passo del Cerreto – Reggio Emilia

L’epoca dei Lorena nel Granducato di Toscana fu caratterizzata da una serie di importanti progetti infrastrutturali che cambiarono radicalmente il sistema delle comunicazioni della regione. Le grandi strade transappenniniche rappresentano uno degli esempi più significativi di come la viabilità fosse considerata non solo essenziale per l’economia ma anche per la strategia militare e il progresso sociale.

Nel 1787, gli abitanti di Fivizzano e della valle rivolsero una richiesta a Pietro Leopoldo per la costruzione di una strada carrozzabile che collegasse Pietrasanta e Fivizzano oltre il confine appenninico. In effetti fin dall’epoca romana e medievale esisteva un percorso assai scomodo e difficoltoso che superando il passo del Cerreto congiungeva la pianura Padana al Tirreno, ma già alla fine del Settecento risultava del tutto inadeguato alle nuove esigenze. Tuttavia, Pietro Leopoldo, dopo vari sopralluoghi effettuati di persona, come era solito fare, rifiutò il progetto, giudicando il costo dell’opera non giustificato dai benefici economici che ne sarebbero derivati. Solo trent’anni più tardi, sotto l’influenza austriaca, l’interesse per le strade transappenniniche si riaccese, questa volta con una chiara motivazione strategica e militare.

Un tratto dell’antica strada selciata in prossimità del lago Padule, subito sotto il passo del Cerreto

Dopo anni di trattative e discussioni, nel 1825 venne approvato il progetto definitivo per una strada, poi divenuta la SS 63, che avrebbe collegato Reggio Emilia a Sarzana attraverso il passo del Cerreto. I lavori, iniziati nel 1829 sotto la guida dell’architetto Alessandro Manetti (compartecipe tra le altre imprese anche della costruzione della strada del Muraglione) e dell’ingegnere modenese Manzotti, furono completati nel 1843. Ulteriori migliorie furono apportate nel 1861, dopo l’Unità d’Italia.

Passo del Cerreto, inizi ‘900 (foto pubblicata per gentile concessione del sig. Paolo Giannarelli, proprietario e gestore del bar ristorante Passo del Cerreto)

Nel corso del XX secolo, la SS 63 fu oggetto di diversi interventi di miglioramento e modernizzazione, volti a renderla più sicura e adatta al crescente traffico veicolare.

Valico del Cerreto, mt 1261, nel 1950 (foto pubblicata per gentile concessione del sig. Paolo Giannarelli, proprietario e gestore del bar ristorante Passo del Cerreto)

Invece la Sarzana-Pontremoli-Passo della Cisa-Parma (oggi SS62) ha una storia che risale all’epoca napoleonica. Nel 1808, Napoleone decretò la costruzione di una carrozzabile che avrebbe dovuto seguire quel percorso ma ne fu realizzata solo una piccola parte. Il progetto fu ripreso da Maria Luisa d’Asburgo-Lorena che completò il tratto Parma-Cisa nel 1841. Nonostante le difficoltà legate alla frammentazione politica della Lunigiana, l’intera strada fu completata nel 1859, facilitando notevolmente i collegamenti tra diverse regioni e contribuendo all’unità viaria italiana.

Vista dal passo del Cerreto

Le strade costruite dai Lorena non solo rispondevano a esigenze contingenti, ma anticipavano i tempi, contribuendo a modernizzare la Toscana e lasciando un segno tangibile di progresso e civiltà.

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