percorsa e descritta da Giovanni Caselli

La Via Aemilia Scauri, a nord di Pisa, traversa quella regione pedemontana, detta oggi Versilia, che ai piedi delle spettacolari Alpi Apuane, era cosparsa di ville e villaggi e dove, dall’età augustea in poi, si sviluppò la fiorente industria del marmo.
Luni fu la città capitale di questo distretto, in parte controllato dalla vicina Lucca.
All’altezza di Camaiore si innestava sull’Aemilia Scauri il ramo della Via Cassia da Luca, che vediamo altrove. Un’altro ramo della Via Cassia si univa a questa costiera a Pisae.
Rutilio Namaziano; Libro II: …..Liberi infine dal blocco del mare causato dal temporale, avemmo la fortuna di prendere il largo dal porto di Pisa. Calma sorride la superfice delle acque mentre i raggi del sole scintillano su di essa: l’onda solcata mormora con lieve sciaguattare. I pendii dell’Appennino si presentano alla vista mentre Thetis (il mare) li sfrega
respinta da un promontorio spazzato dal vento. …(dopo una prolissa digressione sull’Italia e la sua forma e dimensione, il poeta continua…)
Veleggiado rapidamente sulla nostra rotta, giungiamo presso bianche e scintillanti mura: la sorella che prende il suo bagliore dal Sole da il nome della città (Luna). Il colore della sua pietra natia, supera quello dei ridenti gigli, la pietra luccica ammucchiata in lucido splendore. Ricca di marmo, è una terra che crogiolandosi nella sua bianca luce, sfida le vergini nevi…. (E
così, con una poetica descrizione di Luni e del suo marmo il poema viene interrotto).

La città di Luna fu ritenuta etrusca dagli archeologi di un tempo, in quanto situata nella Regio VII Etruria, ma è di fondazione chiaramente romana in un territorio puramente ligure. La colonia fu fondata nel 177 a.C.su un castra romano edificato subito dopo la fine delle guerre per debellare gli indomiti Liguri. Il porto di Luna, grandioso e operosissimo, era il porto del marmo, subito alle mura della città che allora era situata sul mare. Il nome di Luni e Lunigiana deriva dal culto locale della dea Luna che continuò ad essere praticato anche in epoca romana. Alla fine dell’Impero Luna fu saccheggiata da tutti gli invasori, perfino dai Vichinghi poco prima dell’anno 1000. Tutto quello che resta di Luna oggi è sotto il livello del suolo, ma si individuano i resti dell’anfiteatro, fuori città, del teatro, del Foro etc. Comodamente il museo dei reperti di Luni si trova all’interno dell’area archeologica.

La Via continua verso nord fino a entrare nella valle del Fiume Magra, dove, all’altezza di Sarzana, traversava il fiume. Da qui partiva il raccordo per Vercetum (Berceto), Forum Novum (Fornovo) e Parma -una via destinata a diventare importante dall’epoca longobarda in poi. Seguito il torrente Vara fino a Borghetto, la Via Aemila Scauri, attraversava le montagne, al Passo del Bracco, e piombava di nuovo sulla costa all’altezza di Monilia (Moneglia), transitava per Tigullia, dietro Segesta (Sestri Levante), quindi viene Clavarium, alla foce del Torrente Lavagna, dove fu scoperta una necropoli del VII secolo a.C., probabilmente dei Ligures Tigullii. La Via Aemilia Scauri tagliava fuori il promontorio di Portum Delphini (Portofino),lasciando la costa a Rapallo, altro centro portuale dei Tigullii.
Da qui ormai, ritrovata la costa, siamo nelle vicinanze di Genua
Il grande emporuium dei Ligures, Genua, ha sempre guardato il mare, ma essa era anche facilmente accessibile da nord, dal Passo di Giovi (472m) attraverso l’Appennino, per la via che divenne un raccordo della Via Postumia, diretto a Dertona.
Genua teneva intensi rapporti col mondo ellenico sin dal V secolo a.C., sono numerosi i vasi greci provenienti dagli scavi delle necropoli di S.Stefano e S.Andrea. Ma la città teneva ugualmente rapporti commerciali con tutti gli altri popoli del Mediterraneo e dell’entroterra.

Il nucleo più antico era sulla collina più prossima al mare dove poi sorse il castello. Il circuito della città ligure lo si può circoscrivere fra Piazza Sarzano e Piazza Embriaci, Via Mascherona e Mura delle Grazie.
Genua fu sempre accanto a Roma durante le Guerre Puniche, fu durante questo periodo che si stabilì un rapporto fra le due città e Genua ebbe a soffrirne le conseguenze quando fu distrutta dai Cartaginesi nel 205 a.C.
La città fu ricostruita tre anni dopo dal console Spurio Cassio e, assieme a Placentia, divenne una delle piazzeforti per la guerra dei Romani contro i Liguri. L’apertura delle due strade: la Aemilia Scauri e la Postumia, collegò la città al resto dell’Italia, determinandone la rinascita e lo sviluppo.
La città divenne un municipium e fu uno dei centri più antichi della cristianità: nel 381 fu sede episcopale. La città fu poi un porto bizantino per lungo tempo, quindi fu conquistata dai Longobardi nel 641.

Usciti da Genua si procede per Sestri Ponente, ossia ad sextum miliarium ad urbe Janua. Quindi viene Pegli dove nel Palazzo si trova il Museo Civico di Archeologia Ligure, dove il materiale attinente alla via costiera e alla romanità è abbondante e di estremo interesse, assieme a collezioni di materiale preromano a testimonianza dei contatti e dei commerci di Genua col resto del Mediterraneo.
Viene poi Voltri, l’antica Veiturium, dei Ligures Veiturii, presso l’estuario del torrente Stura. Arenzano, Varazze e quindi siamo a Vada Sabatia (Savona), la capitale dei Ligures Sabatii. Il trivio romano a cui giungeva la litoranea e da cui partivano la Via Postumia per l’interno e la Via Iulia Augusta per le Gallie.
La via Aurelia ed Aemilia Scauri (primo itinerario): la Tirrenia di Strabone
La via Aurelia ed Aemilia Scauri (secondo itinerario): da Ostia a Centumcellae
La via Aurelia ed Aemilia Scauri (terzo itinerario): da Centumcellae a Salebro
La via Aurelia ed Aemilia Scauri (quarto itinerario): da Salebro a Portus Pisanus
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