Il castello di Volpaia in un giorno di nebbia

Siamo tra le colline del Chianti dai declivi morbidi e dai fianchi ornati di viti e olivi, un paesaggio che cattura per la sua dolcezza in tutte le stagioni non escluso l’autunno: quando i pampini sono ormai caduti è il verde cangiante degli olivi a perdita d’occhio ad accompagnare il visitatore mentre splendide coloniche restaurate o paesi minuscoli e muniti svettano sui cucuzzoli o dominano le vallate.
È il caso di Volpaia, in Val di Pesa, alle pendici del monte Querciabella, piccolo borgo dalla forma ellittica sviluppatosi attorno al suo castello datato intorno al XII secolo, baluardo difensivo in una zona allora travagliata perché al limitare tra il territorio sottoposto a Siena e quello di Firenze.




Scoprire quel che ne rimane lascia il visitatore piacevolmente colpito per lo stato perfetto e gradevole che conserva e che lo caratterizza: il torrione in arenaria, delle vicine cave, occupa la deliziosa piazzetta, una torretta minore, costruzioni medievali in parte inglobate dentro strutture abitative, la chiesa di San Lorenzo e la bella Commenda quattrocentesca con il pozzo nello slargo antistante dal chiaro impianto rinascimentale come i portali di alcune abitazioni.

La Commenda ovvero la chiesa dedicata a Sant’Eufrosino fu istituita, con annesso spedale per pellegrini, a metà del Quattrocento da una donazione testamentaria di ser Piero di ser Lorenzo dalla Volpaia. Un timpano triangolare completa la facciata stretta e alta con un occhio tondo che ne occupa la parte mediana. Aggirarsi per le strade lastricate assomiglia a un salto nel tempo: il silenzio, il caldo colore delle pietre, le belle abitazioni e i palazzotti rinascimentali, gli scorci che si scoprono quasi istantanee di un antico passato accompagnano il visitatore che s’incanta e ammira, oltre le mura a trecento sessanta gradi, paesaggi verdi delicati con pennellate autunnali e nebbia…
Se siete nei paraggi durante l’ora di pranzo consigliamo di visitare nel torrione la rivendita di vino e di mangiare un boccone a “La bottega”



