Il nostro itinerario, in uscita da Monteriggioni, contempla una prima escursione nella Montagnola senese. Seguiamo la statale numero 2 Cassia fino alla località Il Ceppo e da lì, lungo un bivio a destra, ci dirigiamo verso Riciano. Siamo a pochi chilometri da Siena, lungo le pendici sud orientali della Montagnola.

A sinistra La Chiocciola, più a destra la Villa, in arancio la SS2 Cassia, in bianco la strada per Riciano (clicca sull’immagine per ingrandire)
Castello della Chiocciola, Villa la torre merlata
Villa la torre merlata

La giornata non è luminosa, ma il paesaggio è dolce con i suoi arrotondati declivi e, come immaginavamo, è subito punteggiato da torri svettanti e grandi prati e lievi cocuzzoli. Vari cartelli indicano la via Francigena che costeggia i primi due castelli che si inquadrano nel panorama con le loro forme quadrate e merlate, il primo è il castello di Villa.

Solo uno, quello che svetta più alto ha una torre circolare: è lui è il nostro primo soggetto, è il castello detto della Chiocciola.

La Chiocciola, le tre torri
La Chiocciola, le tre torri

Perché proprio lui?

Chi lo guarda intuisce subito. Singolare nella sua costruzione, si compone di una torretta, la più alta, circolare e da due torrioni rettangolari, uno addossato all’altro, uno più elevato rispetto all’altro. Abbastanza inusuale, per le architetture del tempo, il suo torrino tondo.

Intorno, in basso rispetto alle torri, è circondato da costruzioni che vi si addossano con l’aspetto di fabbricati residenziali, sicuramente di edificazione successiva.

Per le datazioni niente di certo. Molti lo datano XIII secolo, altri lo collocano con sicurezza nel XIV secolo con una funzione essenzialmente difensiva vista la vicinanza a grandi vie di comunicazione con un elemento particolare come quello della presenza di una scala a chiocciola all’interno della torretta circolare che, pare, abbia dato il nome al castello medesimo.

Un’altra curiosità ce la fornisce Marina Docci che, nel suo studio ravvicinato del complesso, sottolinea come i gradini della scaletta interna diminuiscano via via in altezza in modo da compensare la fatica della salita, sottolineando inoltre che la torretta, considerata da molti un elemento di particolarità, in effetti presenta molte analogie con quella del “palazzo dei Diavoli” di Siena nonché l’appartenenza alla medesima famiglia senese dei Turchi.

Il castello, riporta la Docci citando il Repetti, fu anche al centro di fatti d’arme nel 1554 quando i Turchi, i proprietari, insieme ai villici lo difesero contro le truppe austro spagnole, strenua difesa che comportò agli assediati una capitolazione onorevole.

A noi è piaciuta la sua singolarità e ci è piaciuto fotografarlo in varie pose, girandogli attorno.

Il castello ovviamente non è visitabile in quanto proprietà privata.

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